Recensione ASTRO C40: non avrai altro controll... hey, ma questa battuta l'abbiamo già usata! (foto e video)
Astro C40 TR, per gli amici "Oh mio Dio quanto costa ma sei matto?!". Ok, adesso abbiamo finito con gli scherzi, anche perché Astro C40 TR è un controller che si prende maledettamente sul serio. Lo fa proponendo un tipo di modularità che non si trova su altri dispositivi, una confezione da urlo e performance da torneo. Scopriamolo insieme. Ah, la battuta la usammo qui.
PRO
- Levette analogiche simmetriche o asimmetriche
- Stop dei dorsali
- Pulsanti aggiuntivi
- Personalizzabile via software
CONTRO
- Prezzo non per tutti
- Su PS4 mancano alcune funzionalità
- Dimensioni importanti
- Funzionerà su PS5?
Confezione
Un cotanto controller meritava una degna confezione. E vi assicuriamo che le aspettative non sono deluse. Tolta la parte di cartone (tra l'altro particolarmente elegante) ci troviamo di fronte ad un astuccio in tessuto rigido che raccoglie controller e accessori dove svetta l'elegante logo Astro. Aperta la zip troviamo l'Astro C40 TR in tutto il suo splendore. Rimosso anche lui troviamo gli accessori aggiuntivi, ovvero 4 copri levetta analogiche di riserva, il dongle USB per l'utilizzo senza fili, un cavo USB lungo 2 metri e un piccolo ed elegante cacciavite. A cosa serve lo scopriremo a breve! Tutto il necessario e anche di più insomma.
Costruzione ed Ergonomia
Partiamo con il vero punto di forza di Astro C40 TR. Se ne acquistate uno non dovrete più decidere tra levette analogiche asimmetriche o simmetriche: potete averli entrambi in un unico controller. Con il piccolo cacciavite incluso nella confezione si rimuove la placca frontale. Tolta la placca si nota che le due levette analogiche e la croce direzionale sono in realtà moduli cilindrici intercambiabili.
A questo punto sta a voi decidere come orientare il tutto. Di default, essendo un controller PS4, sono simmetriche esattamente come un DualShock.
Le stesse levette analogiche possono essere modificate. Come accennato all'interno della confezione ci sono dei copri levetta diversi, due concavi e più bassi, e una coppia concava/convessa più alta. Per rimuovere i copri levetta serve un po' di forza. Almeno siamo sicuri che non possono venire via per errore nel bel mezzo dell'azione. Riassemblato il tutto ci troviamo di fronte ad un controller davvero incredibile. Il peso ammonta a ben 310 g (un DualShock, per intenderci, pesa poco meno di 200 g) e in mano si fanno sentire tutti. In ogni caso il tutto risulta ben bilanciato. Il grip è fantastico. Di fatto quasi tutta la parte frontale del controller, tranne appunto la placca metallica smontabile, è ricoperta di plastica all'apparenza gommata praticamente antiscivolo. La parte inferiore delle due estremità presenta invece una zigrinatura per accentuare ulteriormente la presa.
Non ci sono scricchiolii di alcun genere: il controller sembra e di fatto è solidissimo, e questo nonostante la parte smontabile. Le dimensioni sono generose (168 x 108 x 53 mm), rendendolo probabilmente meno adatto a chi ha le mani piccole.
Guardandolo frontalmente si notano altre particolarità di rilievo. Oltre alla porta microUSB per la ricarica e l'utilizzo in modalità cablata, ci sono due eleganti switch rossi. Il primo serve appunto da passare a Wi-Fi a cavo, l'altro per passare da un profilo all'altro. Astro C40 TR infatti, come molti altri controller premium, vanta tutta una serie di funzionalità aggiuntive da sbloccare tramite software di cui vi parleremo nei prossimi paragrafi. La parte inferiore nasconde altri due switch rossi che servono per regolare la corsa dei pulsanti dorsali inferiori e i tasti UL e UR, anch'essi programmabili. Il jack audio è sulla parte frontale. Subito sopra la placca removibile troviamo il touchpad, caratterizzato da una superficie più liscia del resto del controller (per migliorare la scorrevolezza del dito) e da un LED di stato che va a sostituire la barra LED del DualShock, e i due classici pulsanti per Opzioni e Share.
Non manca poi il tasto centrale PlayStation con cui, come al solito, non potete avviare la PlayStation da spenta.
Ottimo il feedback di tutti i pulsanti. I pulsanti dorsali sono ampi e vantano feedback diversi tra quelli superiori ed inferiori. Gli switch per diminuire la corsa dei dorsali inferiori richiede anche qualche accortezza sul software di regolazione per PC (anche in questo caso ci torniamo a breve). I tasti aggiuntivi, UL e UR, si raggiungono facilmente con le dita medie, rendendoli una graditissima aggiunta per chi cerca pulsanti in più da utilizzare in determinate circostanze.
Funzionalità e software
Iniziamo dalle modalità di utilizzo. Astro C40 TR è compatibile sia con PC che con PS4. Un valore aggiunto di non poco conto, visto il prezzo a cui viene proposto. Nella confezione troviamo sia il dongle Wi-Fi (2.4 GHz) che un lungo cavo gommato per giocare appunto con entrambe le configurazioni. Con il dongle senza fili la latenza è pari a circa 5 ms (dichiarata dalla stessa Astro) e potete usarlo a discrezione sia su PS4 che su PC.
Con il cavo la situazione tende ovviamente a migliorare. Nel caso la lunghezza del filo non fosse sufficiente potete acquistarne uno più lungo, ma occhio a come termina. Il cavo va inserito in un apposito incavo.
Come già accennato nel paragrafo sulla costruzione, tra le funzionalità di rilievo di questo controller ci sono la possibilità di cambiare la configurazione delle levette e della croce direzionale, i due pulsanti aggiuntivi programmabili, gli interruttori per diminuire la corsa dei dorsali e quello per ciclare tra i due profili. Tranne la funzionalità che richiede di smontare il controller, tutto il resto è gestito tramite il software ufficiale di Astro per PC. Visto che in molti se lo chiedono: no, se giocate solo su PS4 non è per forza necessario avere il software. Senza però non potrete programmare i due tasti posteriori, né tanto meno gestire tutte le impostazioni aggiuntive. E ce ne sono un bel po'.
Iniziamo ad esempio dalla gestione delle levette analogiche. Potete di fatto gestire la zona morta, in modo da far sì che determinati movimenti non attivino effettivamente il comando di movimento. Alternativamente potete aumentarne la sensibilità, in modo che ogni singolo minimo movimento della levetta si traduca in un comando in gioco. Grazie alla presenza dei due profili potete anche fare un po' di esperimenti e provare con quale configurazioni vi trovate meglio. Passando al menu dei grilletti, ci troviamo di fronte ad un'interfaccia molto simile. Potete anche in questo caso gestire la sensibilità e le eventuali zone morte dei due pulsanti dorsali inferiori. Va da sé che se decidete di utilizzare i due tasti con la corsa ridotta vi conviene aumentare la sensibilità della prima zona di pressione. Anche perché, almeno su PC (lo abbiamo testato con la versione di prova di DiRT 5 per la nostra anteprima), con la corsa ridotta talvolta non prendeva bene i comandi, a meno appunto di non mettere mano al software.
Non mancano ovviamente la possibilità di riassegnare qualsiasi pulsante fra quelli a vostra disposizione, compresi i due extra nella parte posteriore, di regolare la vibrazione della parte destra e sinistra e persino di regolare equalizzatore e microfono relativi al jack audio da 3,5 mm. A tal proposito non abbiamo avuto alcun problema nella gestione dell'audio da jack. Insomma, c'è davvero tutto il necessario per personalizzare al massimo l'esperienza di gioco secondo quelle che sono le vostre esigenze. Durante i nostri test lo abbiamo utilizzato per giocare al già citato DiRT 5, per testare Death Stranding su PC, per giocare a The Last of Us 2 su PS4 Pro o ancora per Overwatch, per Trackmania, Persona 4 Golden e per altri giochi, ad ulteriore conferma che riesce veramente ad adattarsi a qualsiasi genere di contesto.
L'unica, vera cosa che rimane da capire è se il controller funzionerà anche su PlayStation 5. Visto l'investimento richiesto, sapere che l'Astro funzionerà a dovere anche sulla next-gen potrebbe rincuorare qualche acquirente.
È pur vero che il DualSense pensato per PS5 ha delle funzionalità aggiuntive che questo Astro non ha (ma lo stesso si può dire di DualSense nei confronti dell'Astro). Tra i contro per quanto riguarda l'utilizzo su PS4 dobbiamo segnalare l'assenza del giroscopio (che coinvolge però un numero limitato di giochi), l'impossibilità di avviare la PS4 se spenta o in stand-by (problema comune di tutti i controller third party) e l'assenza dell'indicatore di batteria nel menu contestuale. Il che ci porta a parlare dell'autonomia del controller.
Autonomia
Sulla carta Astro C40 TR promette un autonomia di 12 ore di utilizzo continuato, un valore confermato dai nostri test su strada (ora più, ora meno). Considerato che un DualShock può scaricarsi anche dopo 4 ore di utilizzo siamo di fronte ad un'autonomia praticamente triplicata. Davvero niente male. In ogni caso la possibilità di usarlo in modalità cablata può salvarvi la vita nel caso vi foste dimenticati di caricarlo.
Prezzo
199,99€: il prezzo di listino è a dir poco importante. Si avvicina pericolosamente a quello proposto per gli SCUF completamente accessoriati (che riescono comunque a sfiorare i 230€) e supera le soluzioni Pro proposte ad esempio da Nacon o da Microsoft. In ogni caso su Amazon Italia si trova già a qualcosina in meno, e se andate sull'usato riuscite a risparmiare anche più di 50€. E se cercate un paio di cuffie da abbinargli, date un'occhiata alle ASTRO A30 Wireless.
Giudizio Finale
Astro C40 TR
Voto finale
Astro C40 TR
Pro
- Levette analogiche simmetriche o asimmetriche
- Stop dei dorsali
- Pulsanti aggiuntivi
- Personalizzabile via software
Contro
- Prezzo non per tutti
- Su PS4 mancano alcune funzionalità
- Dimensioni importanti
- Funzionerà su PS5?