Recensione Back 4 Blood: è Left 4 Dead, ma sotto steroidi

Dagli autori di Left 4 Dead arriva Back 4 Blood, il videogioco perfetto per la stagione di Halloween.
Recensione Back 4 Blood: è Left 4 Dead, ma sotto steroidi
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri

Non credo ci sia il bisogno di dire che Back 4 Blood è l'erede di Left 4 Dead. Cambia il nome, l'editore, il motore grafico, ma non gli sviluppatori né l'anima di un videogioco che continua a fare degli zombi e della collaborazione i suoi punti cardine: ecco la recensione.

PRO

  • Struttura rodata e solida
  • Ottimi impatti, goduriosi
  • Gradita introduzione delle carte
  • Tanti piccoli miglioramenti sotto al cofano

CONTRO

  • Poco sforzo creativo nell'ideazione di nuovi nemici
  • Qualche riciclo nei livelli della campagna
  • La componente solitaria è molto sacrificata

Scheda videogioco

  • Publisher Warner Bros.
  • Sviluppatore Turtle Rock Studios
  • Genere Sparatutto
  • Numero giocatori 1-4 (Online)
  • Lingua Completamente in Italiano
  • Disponibile su

Giocabilità

La base dalla quale parte Back 4 Blood è pressoché identica a Left 4 Dead, cioè quella di uno sparatutto in soggettiva dove le missioni hanno una durata di circa dieci/quindici minuti l'una. Nel dettaglio, quattro giocatori devono collaborare per raggiungere il rifugio incolumi: la strada che li separa dall'uscita è densa di zombi che sbucano casualmente da tutti i lati della mappa, cosa che rende ogni partita diversa dall'altra, proprio per l'imprevedibilità della loro apparizione a schermo.

Molto del lavoro di rifinitura è stato anzitutto applicato sulla balistica delle armi, sugli impatti e, più in generale, sulle sensazioni delle sparatorie. Adesso si può mirare come nei più moderni sparatutto grazie ad un tasto adibito ad essa, anche se risulta leggermente più lenta rispetto ad altri esponenti. Si possono portare con sé un'arma primaria, una secondaria e tre oggetti consumabili: una dotazione insomma essenziale, ma efficace.

Anche il flusso delle munizioni viene gestito in maniera differente, con quattro tipi di proiettili differenti che i giocatori possono scambiarsi per non rimanere a secco: c'è anche un buon sistema di comunicazione rapida per enunciare questa o altre esigenze.

La quantità di zombi è ingente e non sparpagliarsi è un buon modo per sopravvivere. L'intelligenza artificiale dei nemici, infatti, cerca sempre di accerchiarvi, di mettervi alle strette, quindi la tattica principale è quella che ciascun membro guardi le spalle dell'altro. Molte azioni richiedono inoltre l'intervento di un secondo giocatore: se si cade da un'altezza qualcuno deve riportarlo su, e la stessa cosa vale per certi nemici, che tendono ad immobilizzare e allontanare uno dal resto del gruppo. 

Contrariamente a Left 4 Dead, Back 4 Blood vanta delle mappe più espanse per stimolare l'esplorazione: ci si può addossare il rischio di allungare il percorso per visitare una stanza secondaria, con il pericolo di far scattare allarmi e attirare l'orda, rendendo il tutto di fatto più complicato.

Non a caso, la mobilità dell'eroe è stata migliorata, risultando più veloce, anche grazie alla possibilità di potersi arrampicare.

Le vie adiacenti a quelle principali offrono spesso e volentieri ricompense ghiotte. Oltre a nuove armi, la cui potenza di fuoco è ben rappresentata da uno schema che ne riporta anche il grado, ci sono ottiche e altri accessori che migliorano l'arma tra le mani. In giro poi troverete anche gruzzoli di monete, che si possono spendere presso il venditore prima di ogni missione, in una formula molto simile a quella vista in Counter Strike.

Questi piccoli cambiamenti non rappresentano di certo una rivoluzione, ma fanno apparire la formula più moderna, risultando in una evoluzione corretta di ciò che aveva avviato Left 4 Dead e che tutt'ora non era stato mai eguagliato né superato.

Progressione

Per movimentare la progressione, Back 4 Blood adotta un sistema di carte parecchio intuitivo che va ad aggiungere variabili alla partita. Prima di ogni missione, il gioco pesca anzitutto quelle "Corruzione", cioè modificatori che rendono unica la partita, come mini-boss, nuovi pericoli, maggior numero di nemici o obiettivi da completare per ottenere più ricompense.

Ovviamente la loro aggressività ed incidenza dipendono dal livello di difficoltà selezionato.

Inoltre, ogni giocatore entra in partita con quindici carte, ognuna delle quali porta dei bonus personali o per la squadra. Potete aumentare il vigore, la salute, la precisione, i danni, ma anche l'efficienza delle cure, del corpo a corpo, della velocità di rianimazione e così via. La cosa bella è che in giro per la mappa sarà possibile recuperarne altre, che si attiveranno non appena le raccoglierete.

Il sistema non è invadente perché ben schematizzato e soprattutto è studiato per aumentare la rigiocabilità, che è poi il motore di questo genere. Non mi è dispiaciuto selezionare il mazzo perfetto per addolcire o disinnescare le carte "Corruzione" scelte casualmente dal gioco: non è insomma un elemento rivoluzionario, ma mi è sembrata una buona trovata per vivacizzare la progressione.

Tra l'altro, ogni partita terminata con successo vi fornirà dei punti rifornimento per sbloccare nuove carte e qualche personalizzazione cosmestica piuttosto scarna.

Non ho apprezzato la scelta di limitare questo aspetto al solo multigiocatore: se giocherete la partita in solitaria, infatti, non otterrete alcuna ricompensa. Decisione inspiegabile, anche se i bot, nonostante la buona mira, tendono ad incastrarsi nello scenario e ad essere deficitari, in quanto sono incapaci di raccogliere gli oggetti degli obiettivi principali.

Contenuti

L'offerta di contenuti si dipana lungo una modalità campagna di circa otto ore che non ha una vera e propria storia, eccetto delle piccole cinematiche e dei dialoghi via radio atte a contestualizzare l'azione. Le interazioni tra i personaggi sono ben riuscite e ci pensano loro a dare colore alla narrazione, che è giusto sia marginale in questo tipo di produzione: il cast conta ben otto Sterminatori, ciascuno con un suo piccolo set di abilità passive che li distingue.

In più, i livelli sono altamente rigiocabili grazie al sistema di carte. La ripetitività tuttavia la si percepisce, e una fetta della colpa è per la quantità di tipologie di nemici, che lascia un po' a desiderare.

Purtroppo lo sforzo creativo nell'ideazione di nuovi mostri è ridotto al minimo indispensabile e buona parte di questi è stata ripresa da Left 4 Dead, a parte qualche cambiamento nei comportamenti. L'inserimento dei punti deboli, tuttavia, è molto azzeccato e aggiunge un ulteriore strato di strategia ai combattimenti contro le creature più coriacee.

La struttura delle missioni ospita situazioni tipiche dell'immaginario d'orrore: si resiste alle ondate, si fortificano palizzate, si portano oggetti al rifugio, per un buon miscuglio che spinge i giocatori a collaborare constantemente. Purtroppo c'è qualche livello riciclato durante la campagna, che ripropone medesime mappe ma con obiettivi diversi, e che inevitabilmente sanno di già visto.

Non fa impazzire nemmeno la modalità Sciame, quella che mette quattro giocatori umani contro quattro giocatori infetti, con al corredo ulteriori non morti gestiti dall'intelligenza artificiale. I livelli su cui si sviluppa sono delle versioni molto ridotte di quelli visti nella campagna, cosa che la fa somigliare più ad una classica modalità orda un po' troppo confusionaria.

Segnaliamo infine la presenza del cross-play tra utenti PlayStation, Xbox e PC, ma non quella dello schermo condiviso, che sarebbe stato molto gradito, specie su console.

Grafica

Non godrà di un dettaglio grafico impressionante, ma Back 4 Blood restituisce un bel colpo d'occhio e crea scenografie davvero evocative nei livelli, donando a ciascuno del carattere. L'ho provato su PC con NVIDIA GeForce RTX 3070 a bordo, con la quale è possibile giocare in 4K/60 fps a dettagli massimi senza nessun problema.

L'estetica dei nemici poteva essere più curata, anche in termini di design e (alle volte) di animazioni, e in generale non tutti i materiali godono di altissima definizione. L'Unreal Engine 4, tuttavia, regala delle belle mappe variegate, malgrado l'oscurità del tema.

Sonoro

Ottimo il comparto sonoro, che conta brani davvero azzeccati, alcuni persino su licenza sfruttati in un'occasione in particolare che tocca picchi di epicità che vi stamperanno un sorriso in faccia.

Buona anche l'effettistica e il doppiaggio completamente in italiano, per un lavoro complessivamente certosino.

Prezzo

Back 4 Blood arriva nei negozi a 69,99€ sia su console di scorsa e attuale generazione, che su PC. Il gioco è incluso su Xbox Game Pass (PC e Xbox) sin dal lancio: se non lo possedete, togliete un punto e mezzo alla valutazione numerica di questo parametro.

Il PC su cui effettuiamo i test

Giudizio Finale

Back 4 Blood

Back 4 Blood è il degno erede di Left 4 Dead. Piccole modifiche qua e là alla formula originale gli permettono di risultare nuovo e moderno senza sacrificare le emozioni dell'esperienza storica. Un maggiore sforzo creativo nella realizzazione di nuovi mostri e di una manciata di livelli in più lo avrebbero reso ancora migliore. Così com'è, è un titolo che gli amanti della cooperazione non devono assolutamente perdere.

Sommario

Giocabilità 8.5

Progressione 7.5

Contenuti 7.5

Grafica 7.5

Sonoro 9

Prezzo 8

Voto finale

Back 4 Blood

Pro

  • Struttura rodata e solida
  • Ottimi impatti, goduriosi
  • Gradita introduzione delle carte
  • Tanti piccoli miglioramenti sotto al cofano

Contro

  • Poco sforzo creativo nell'ideazione di nuovi nemici
  • Qualche riciclo nei livelli della campagna
  • La componente solitaria è molto sacrificata

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri Ama scrivere di videogiochi e si occupa di info-commerce, ed è anche particolarmente bello. Almeno, così dice sua madre.
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