Recensione Bloodborne, il gioco da tavolo: difficile quanto il videogioco?

Recensione Bloodborne, il gioco da tavolo: difficile quanto il videogioco?
Lorenzo Delli
Lorenzo Delli

Da non confondersi con il gioco di carte, Bloodborne: Il Gioco da Tavolo arriva in Italia grazie ad Asmodee dopo una campagna Kickstarter del 2019 che riuscì a raccogliere più di 4 milioni di dollari. Il perché del successo è presto detto: il gioco da tavolo prometteva un'esperienza quanto più simile a quella del videogioco PlayStation. Sulla confezione svetta proprio il logo PlayStation, a fianco di quello di CMON, editore specializzato proprio in giochi da tavolo dotati di bellissime miniature. E Bloodborne: Il Gioco da Tavolo non fa eccezione! Riuscirà a fare breccia nel cuore dei fan dell'esclusiva PlayStation? Scopriamolo insieme.

PRO

  • Scatola ricca e ben organizzata
  • Miniature fantastiche
  • Meccaniche originali
  • Richiede tanta strategia

CONTRO

  • Può rivelarsi ostico, soprattutto in 4
  • Tessere mappa un po' monotone
  • Prezzo (comunque giustificato)

Confezione

La confezione di Bloodborne è particolarmente ricca (e ingombrante). Troviamo al suo interno 20 tessere mappa, svariati segnalini in cartone, 250 carte campagna più tante altre carte da gioco relative a boss, nemici, oggetti e simili, plance giocatori, un tabellone della caccia e svariate miniature. Per la precisione sono comprese 4 miniature dei cacciatori, con altrettante basi colorate da applicare, 5 miniature (si fa per dire, viste le dimensioni) di boss e 28 miniature di nemici standard. Ottima la qualità delle tessere mappa e dei segnalini, realizzate in cartone spesso. Le plance invece potrebbero risultare delicate, soprattutto dopo un uso prolungato. Idem le carte da gioco, che potrebbero richiedere una protezione aggiuntiva, specie quelle per comporre i mazzi dei cacciatori. Il tutto è completamente tradotto in italiano, e non abbiamo trovato errori di localizzazione (almeno non evidenti).

Ciò che gli appassionati di giochi da tavolo probabilmente apprezzeranno è il modo in cui la scatola è organizzata.

In fondo troviamo un organizer in plastica che permette di alloggiare tutte le carte e i segnalini in cartone. Le miniature trovano spazio in inserti in plastica a loro volta alloggiati in una scatola aggiuntiva. Sopra è possibile disporre le tessere mappe e il manuale, in modo che tutto sia al suo posto. Si tratta in realtà di un classico dei giochi CMON. Cthulhu: Death May Die e i vari Zombicide sono organizzati in modo molto simile. In definitiva ci troviamo davanti ad una bella confezione, ben organizzata e ricca di contenuti, anche se un po' ingombrante.

Un cenno d'obbligo alle miniature di Bloodborne: Il Gioco da Tavolo, che ne giustificano in buona parte il prezzo di listino piuttosto salato. Come già specificato, sono presenti 4 miniature dei cacciatori, gli eroi che impersoneremo durante le campagne incluse nella scatola base, 28 miniature dei nemici e 5 dei boss. 

Sono tutte stupende, a partire da quelle più piccole dei cacciatori.

Esattamente come nel videogioco, la trasposizione da tavolo ci fa sentire indifesi e inferiori a confronto ai nemici che ci si parano davanti. Paragonate ai giganti della chiesa o ad alcune delle miniature boss, i cacciatori sono davvero minuscoli. In ogni caso anche le più piccole sono estremamente ricche di dettagli e, soprattutto, fedeli ai modelli tridimensionali del videogioco di FromSoftware.

Sono ovviamente pensate anche per chi ama dipingere miniature. Su BoardGameGeek trovate qualche esempio. L'unico difetto che potremmo trovargli è che non sono esattamente in scala con le tessere che andranno a comporre la mappa, ma quello è più un problema delle tessere che delle miniature in sé.

Meccaniche di gioco

Bloodborne: Il Gioco da Tavolo è un dungeon crawler co-operativo in cui si muore spesso. Si gioca in solitaria o fino a un massimo di quattro giocatori, e l'obiettivo di ogni campagna è in comune fra tutti. Ciò significa che conviene trovare dei compagni di tavolo sufficientemente affiatati, considerata la difficoltà complessiva tutt'altro che banale.

Vista la sua natura di dungeon crawler, spenderete le varie sessioni di gioco ad esplorare location generate casualmente con l'obiettivo non solo di sconfiggere i mostri incontrati, ma anche di compiere missioni di vario genere proposte dalla campagna.

Ma come sono organizzate queste campagne? Ce ne sono quattro, e sono narrate da altrettanti mazzi di carte. Ogni mazzo è a sua volta suddiviso in tre capitoli. Per procedere nella storia e scoprire quali saranno i vostri obietti dovrete via via pescare carte numerate specifiche che, in certi casi, presenteranno dei bivi in perfetto stile libro game. Non ci sentiamo comunque di descriverlo come gioco narrativo: Bloodborne, così come il videogioco, si concentra prevalentemente sui combattimenti e sulla sopravvivenza. Ciò nonostante, i mazzi delle campagne contribuiscono appunto a creare un minimo di atmosfera ponendovi di fronte a questioni morali o pratiche da decidere in compagnia dei vostri commilitoni. Il sistema funziona, e aggiunge varie incognite che scoprirete via via sconfiggendo mostri e portando a termine missioni e capitoli.

Da una parte tale sistema potrebbe limitarne la rigiocabilità, ma ci torneremo tra poco.

Se non è il primo dungeon crawler che affrontate, e anzi, avete una certa dimestichezza con altri prodotti CMON e Asmodee, potreste trovare alcuni punti in comune per quanto riguarda meccaniche di movimento e gestione dei mostri. D'altronde uno dei creatori di Bloodborne: Il Gioco da Tavolo è Eric M. Lang, l'autore canadese già responsabile di titoli quali Marvel United, Ankh: Gods of Egypt (in arrivo in Italia a breve), il già citato Cthulhu: Death May Die, Rising Sun e tanti altri. A differenza però di buona parte degli esponenti del genere, in Bloodborne non si tirano dadi. La fortuna ci vuole comunque per tutta una serie di fattori, ma a contare maggiormente sono la strategia e l'abilità nel comporre il proprio mazzo di gioco. Il giocatore parte con un mazzo base composto da 12 carte, uguale per tutti.

Nel tempo si evolverà con una serie di carte ben più potenti, da scegliere via via tra una selezione limitata e casuale presente sul tabellone di gioco. Queste presenteranno abilità extra rispetto a quelle classiche, talvolta innescando anche più effetti e diventando ben più poliedriche, adattandosi quindi a situazioni diverse. Il mazzo però dovrà sempre essere composto dallo stesso numero di componenti. C'è quindi una discreta dose di "deck building", anche se alla fine con un numero molto esiguo di carte da gioco. Ma come si accede a queste carte aggiuntive?

Questo ci porta ad affrontare quelle che sono le somiglianze più grandi con il videogioco. Per accedere ai potenziamenti del mazzo si dovrà andare nel Sogno del Cacciatore, una realtà parallela che permette, tra le altre cose, di spendere gli Echi del Sangue, la valuta che si guadagna uccidendo nemici.

Ci sono ovviamente delle limitazioni. Ogni cacciatore può portare con sé un massimo di 3 Echi del Sangue, e in caso di morte accidentale il cacciatore perderà tutta la valuta accumulata, ritrovandosi comunque proiettato nel Sogno del Cacciatore. Come potreste aver intuito, dovete essere voi a decidere di entrare spontaneamente nel sogno per poter spendere la valuta accumulata, in modo da non perderla malamente a causa di un incontro con un mostro troppo forte. In ogni caso decidere di andare spontaneamente nel Sogno del Cacciatore non è così semplice: entrando nel sogno si farà avanzare il tracciato temporale che regola le partite di Bloodborne: Il Gioco da Tavolo. C'è infatti da far riferimento al così detto Tabellone della Caccia, che ci permette di tenere in ordine quelle che sono le carte mostro presenti nella missione, le carte potenziamento che troveremo nel Sogno del Cacciatore e le carte Capitolo relative alle campagne.

Le carte potenziamento sono scelte casualmente da un mazzo piuttosto ampio di abilità. Se ne dispone 4 sul tabellone di gioco, e ogni volta che il giocatore spende un Eco del Sangue per sceglierne una da integrare nel suo mazzo, si sostituisce subito la carta acquisita con una casuale. Terminata l'eventuale fase di deck building, il giocatore morto (o recatosi volontariamente nel sogno) tornerà sul tabellone all'inizio del round successivo.

Il tracciato tempo, simile a quello di Cthulhu: Death May Die, ha una doppia valenza: quello di porre fine alla partita in caso di raggiungimento dell'ultima casella, e quello di resettare completamente il tabellone. Da un certo punto di vista, eliminare quanti più mostri possibile potrebbe non sempre essere la scelta più saggia. Quando il tracciato del tempo, che avanza al termine di ogni turno di gioco o in caso di morte dei cacciatori, arriva sulle caselle rosse, tutti i mostri sconfitti tornano nei punti della mappa in cui erano stati generati.

E non solo: si rigenerano anche eventuali nemici legati alle missioni in corso, e come se non bastasse, i boss presenti sulla mappa rigenerano tutti i punti ferita relativi alla fase in cui si trovano. Va da sé insomma che ci vuole tanta strategia e coordinazione tra i giocatori, in modo appunto da prevedere quello che sta per succedere sul tabellone e concentrarsi su mostri e location specifiche per non sprecare risorse. La morte dei cacciatori insomma, così come nel videogioco, non è affatto cosa rara e anzi, di fatto recarsi anche volontariamente nel Sogno del Cacciatore è un po' come morire.

Il fatto che tutti i mostri tornino ai loro punti di partenza deve preoccuparvi fino a un certo punto. L'intelligenza artificiale che ne regola i movimenti è tarata in modo tale che il mostro approcci il cacciatore solo nel caso entri nel suo raggio visivo. Di conseguenza potrebbe non dover servire tornare nella location in cui il mostro è tornato, riuscendo ad evitarlo per il resto della partita.

Ci sono però altri elementi che rendono l'esperienza complessiva particolarmente sfidante. In caso di fallimento del capitolo corrente, ovvero arrivando al termine del tracciato del tempo senza aver portato a termine la missione principale, non si potrà ricominciare dal punto in cui si è rimasti. Si dovrà, seguendo il regolamento alla lettera, ricominciare la campagna da capo, perdendo ovviamente tutti i progressi raggiunti in termini di carte, oggetti e consumabili guadagnati.

Arrivati a questo punto abbiamo parlato di molte di quelle che sono le dinamiche di base, senza però aver ancora fatto cenno ai combattimenti, il fulcro del gameplay. Ogni giocatore, durante il suo turno, pesca 3 carte dal suo mazzo di partenza o da quello modificato con le abilità guadagnate con l'ingresso nel Sogno del Cacciatore. Scartandone una si potrà muovere il cacciatore di un massimo di due caselle o interagire con forzieri e altri componenti presenti sulla casella corrente.

Per attaccare un mostro a contatto si dovranno invece collocare le carte abilità sulla plancia delle arme trasformabili. Ogni cacciatore ha la sua arma trasformabile, e la peculiarità è che ogni plancia che le rappresenta ha due facce con un numero limitato (e diverso) di slot. La scelta di quale slot riempire non è casuale: ognuno può causare un certo numero di danni e vantare una determinata velocità di attacco.

Ad ogni attacco, il nemico risponderà con un altro attacco che potrà essere subito, contrastato e schivato. Qui si entra nello specifico delle regole (che potete in caso consultare qui), ma vi basti sapere che per stabilire l'azione del mostro, si pescherà da un mazzo apposito composto da sole 6 carte. Ogni mostro vanta tre tipologie di attacco: base, speciale e capacità. E non solo: ogni carta mostro ha due facce, ognuna con le sue varianti delle tipologie di attacco appena citate.

Tornando all'arma trasformabile, quando tutti gli slot sono pieni il giocatore dovrà spendere una sua azione per girararla e liberare gli slot occupati. Ma di fatto, quando finisce il turno di un giocatore? Quando rimane senza carte. Non è detto però che siano solo tre (ovvero le carte da tenere in mano) le azioni effettivamente disponibili, visto che l'effetto di alcune carte giocate sarà quello di farvene pescare altre.

Il bello di questo sistema è che c'è un vero e proprio scambio di attacchi tra cacciatori e mostri che tiene conto della velocità di attacco di ciascuno di essi. Proprio la velocità serve a stabilire il momento esatto in cui mostro e cacciatore subiscono danni. Se ad esempio un attacco più veloce ucciderebbe il mostro, l'attacco con cui risponderebbe il mostro non va a segno. E non solo: quando è il turno del mostro, il cacciatore potrà reagire al suo attacco attaccandolo a sua volta o cercando di schivare, sempre che abbia carte a disposizione, si intende.

Non c'è quindi un turno passivo, né per i giocatori né per i mostri, in cui si subiscono attacchi senza poter reagire. Ci si deve affidare alla propria strategia, che prevede ad esempio il mantenimento di carte particolari in mano per sfoderarle nel momento giusto e anche il saper sfruttare eventuali debolezze dei mostri e sinergie delle armi a disposizione. Si respira insomma lo stesso dinamismo del videogioco.

I boss vantano poi dinamiche ulteriormente stratificate. Ognuno ha due fasi di gioco e un numero di punti ferita diverso per fase, che dipende anche dal numero di giocatori seduto al tavolo. Per gestire i loro attacchi non si usano le stesse meccaniche dei nemici standard: ognuno ha il suo mazzo di carte, anzi, i suoi mazzi, visto che ce n'è uno per ogni fase in cui si trova. Durante i boss fight insomma si deve agire in modo ancora diverso, tenendo ancora più in considerazione la meccanica del tracciato del tempo che potrebbe vanificare i nostri sforzi.

Fortunatamente, in caso di reset del tabellone al raggiungimento delle caselle rosse, i boss non cambiano di fase, ma resettano solo (si fa per dire) la loro scorta di vita.

Torniamo sul tema della longevità e della ripetitività. Come già accennato, il gioco è suddiviso in 4 campagne, a loro volta suddivise in 3 capitoli. Ma come si compone la mappa di gioco? Casualmente. La carta capitolo corrente ci dice quali tessere tra le 20 disponibili dovranno far parte della mappa. Ogni volta che il giocatore passerà da una porta o da un'apertura, pescherà una tessera casuale posizionandola sul tavolo in modo che ad un'entrata corrisponda un'uscita. Considerando quindi che ogni capitolo vanterà una mappa casuale da comporre via via, che le carte dei mostri hanno due facce, che i capitoli e le missioni stesse presentano biforcazioni e che il mazzo di carte azione composto è ogni volta diverso, è di fatto estremamente difficile (se non quasi impossibile) giocare due partite identiche tra loro.

Diciamo quindi che potrebbero volerci almeno due o tre iterazioni di ogni campagna per apprezzare appieno tutte le variabili previste. Anche solo cambiare cacciatore può fare la differenza. Le singole partite sono poi limitate nella durata dal tracciato del tempo, ma è anche vero che alcune situazioni potrebbero richiedere pianificazioni più o meno lunghe, anche solo per coordinarsi fra tutti i giocatori seduti al tavolo.

In definitiva Bloodborne: Il Gioco da Tavolo sfrutta meccaniche sufficientemente originali e divertenti, che strizzano l'occhio al dinamismo e alla difficoltà dell'omonimo videogioco. La rigiocabilità c'è, forse anche più accentuata di altri dungeon crawler. La difficoltà e il fatto che alla fine lo scopo del gioco sia principalmente quello di combattere potrebbero però non andare incontro ai gusti di alcune tipologie di giocatori. Il tracciato del tempo non lascia spazio all'esplorazione e andare incontro a rischi inutili potrebbe vanificare una intera campagna anche per colpa di una sola carta sfigata o giocata male.

Da sottolineare che, almeno a nostro avviso, Bloodborne non si rivolge solo a chi conosce bene il videogioco. Sicuramente questi ultimi sapranno cogliere maggiormente citazioni e apprezzare le grafiche e i modelli delle miniature, ma anche chi è all'oscuro degli avvenimenti di Yharnam e delle dinamiche che regolano il videogame saprà piano piano ambientarsi e farsi catturare da ambientazioni e meccaniche.

Prezzo

Il prezzo di listino, come accennato, è alto: 99,99€. Lo riteniamo comunque giustificato per vari fattori, primo fra tutti la qualità (e spesso anche la dimensione) delle miniature, che contribuiscono a rendere l'esperienza particolarmente immersiva. Da non sottovalutare poi il costo della licenza PlayStation. In ogni caso, la cifra richiesta è in linea con i tanti giochi da tavolo citati nei precedenti paragrafi e con altri titoli a base di miniature.

Foto Bloodborne Il Gioco da Tavolo

Giudizio Finale

Bloodborne: Il Gioco da Tavolo

Bloodborne: Il Gioco da Tavolo non è una trovata commerciale qualsiasi, pensata per vendere un titolo basato su miniature a caro prezzo. Le meccaniche sono rispettose del videogioco e a loro modo originali. Idem dicasi per la difficoltà complessiva, ovviamente particolarmente elevata, in grado di mettere a dura prova anche i giocatori più navigati. L'intelligenza artificiale dei mostri è forse una delle cose più sorprendenti: per quanto a tratti elementare, riesce a far funzionare i combattimenti in modo convincente. Tutto l'insieme riesce ad essere anche estremamente rispettoso delle ambientazioni e della lore dell'opera di FromSoftware. Rimane da capire se Asmodee riuscirà a portare in Italia anche le espansioni, ma nel frattempo avrete un bel po' di materiale da godervi.

Sommario

Confezione 9

Miniature 9

Meccaniche di gioco 8.5

Prezzo 7.5

Voto finale

Bloodborne: Il Gioco da Tavolo

Pro

  • Scatola ricca e ben organizzata
  • Miniature fantastiche
  • Meccaniche originali
  • Richiede tanta strategia

Contro

  • Può rivelarsi ostico, soprattutto in 4
  • Tessere mappa un po' monotone
  • Prezzo (comunque giustificato)

Lorenzo Delli
Lorenzo Delli Cresciuto a "computer & biberon", si è avvicinato al mondo dell'informatica alla tenera età di 5 anni. Si occupa principalmente di news e recensioni legate al mondo del gaming (mobile e non) e dei canali Social per il network SmartWorld.
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