Dead Space Remake ci insegna come fare i remake

Dead Space Remake è un meraviglioso restauro del survival horror uscito nel 2008
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Dead Space Remake ci insegna come fare i remake

Se c'è una cosa che l'ottava generazione di console ha fatto bene, quella sono i remake. Resident Evil 2, Yakuza Kiwami, Final Fantasy VII Remake e Legend of Zelda: Link's Awakening sono solo alcuni degli ottimi esempi di questa tesi. La nona generazione, però, non sarà da meno, considerando che ha già accolto pesi massimi come Demon's Souls e The Last of Us Parte I, anche se vi sono lavori di restauro diversi tra i due. In questa via di mezzo c'è Dead Space, caposaldo del genere horror uscito nel 2008, ricostruito per l'occasione in esclusiva sulle piattaforme di generazione corrente. Il risultato è strabiliante sotto ogni punto di vista e supera anche le più rosee aspettative.

PRO

  • Atmosfera incredibile
  • Giocabilità perfezionata
  • Molti abbellimenti qua e là
  • Più contenuti

CONTRO

  • Prezzo di lancio alto
  • Alcuni materiali in bassa risoluzione
  • Un paio di animazioni migliorabili

Scheda videogioco

  • Publisher Electronic Arts
  • Sviluppatore Motive Studio
  • Genere Survival Horror
  • Numero giocatori Giocatore singolo
  • Lingua Italiano
  • Disponibile su

Che fine ha fatto Dead Space

Dead Space è uscito nel 2008, seguito poi da Dead Space 2 nel 2011 e Dead Space 3 nel 2013, con al fianco due spin-off più piccoli. La serie ha ricevuto una battuta d'arresto proprio con il terzo capitolo, sul quale sono piovute numerose critiche: non solo aveva perso l'integrità horror, spingendosi verso un adeguamento ai canoni dello sparatutto in terza persona dei tempi, ma aveva anche introdotto delle microtransazioni ed un finale venduto in un DLC a parte, due pratiche che fecero storcere il naso per ovvie buone ragioni. Non bisognava più procedere con calma, stare attenti al numero di munizioni rimanenti, perché la deriva era, appunto, verso l'azione, con un progressivo smarrimento della paura durante tutto l'arco della storia.

Tuttavia, Dead Space 3 aveva introdotto per la prima volta il multigiocatore cooperativo: era infatti possibile affrontare l'intera avventura con un amico, novità assoluta per la serie e cosa non poi così comune per titoli di questo genere.

Ho personalmente rigiocato l'intera avventura del terzo capitolo con un amico prima di questa recensione, apprezzando le novità ed il solido gameplay, anche se si percepisce un allungamento del brodo che nuoce all'atmosfera e al ritmo, soffocato pure da una presenza eccessiva di ascensori e conseguenti attese. Dead Space 3, dunque, non ha raggiunto il successo sperato, fermando di fatto la saga, almeno fino ad oggi.

Cos’è Dead Space Remake

Il remake di Dead Space è a cura di EA e Motive Studio, non più dell'ormai chiusa Visceral Games. Gli sviluppatori hanno ricostruito il classico del 2008 completamente da zero con il motore di gioco Frostbite, migliorando storia, design dei livelli, giocabilità e altro ancora. A differenza delle remaster, che in genere limano l'originale, questo remake ricostruisce gli elementi, pur mantenendo intatta l'esperienza di base.

I cambiamenti alla storia

Sebbene la storia sia perlopiù simile all'originale, quella del rifacimento gode di una profondità maggiore. Il protagonista, l'ingegnere Isaac Clarke, adesso parla, una peculiarità introdotta nel secondo capitolo, ma assente nel primo.

L'incipit è il medesimo e vede il buon Isaac approdare sulla astronave USG Ishimura per effettuare dei lavori di riparazione. Dopo un atterraggio di emergenza insieme al suo equipaggio, troverà la nave massacrata da un flagello alieno: i misteri che si annidano nella complessa struttura della USG Ishimura creano il più grande punto di forza della produzione, cioè l'atmosfera.

Come anticipato, tutti i dialoghi sono stati riscritti e approfonditi, con ulteriori dettagli sulle personalità secondare e sulla trama, ora più coerente con i seguiti. La trama rimane comunque un aspetto certamente buono ma non nevralgico, anche perché i personaggi collaterali non sono così interessanti e lo stesso Isaac alle volte reagisce in una maniera poco convincente, ma c'è da dire che il ritmo è elevato e nel corso delle circa 12 ore necessarie al completamento godrete di avvenimenti continui che snocciolano il mistero.

Atmosfera eccezionale

Il colpo d'occhio del rifacimento è davvero notevole, anche perché Motive Studio ha ristretto la cerchia di piattaforme ai PC e alle console di generazione corrente, lasciando da parte quelle di ottava. Il risultato è una cura maniacale dei particolari, con un sistema di illuminazione completamente ripensato, al quale si aggiungono ombre più realistiche, nebbie volumetriche ed effetti particellari nettamente più dettagliati. 

La conta poligonale, le animazioni (a parte quelle di morte, che potevano essere curate meglio) e i materiali sono stati aggiornati agli standard odierni, con un insieme che genera un'atmosfera da assoluto primo della classe. Merito anche del nuovo apparato sonoro dall'eccezionale regia, che riproduce il suono dei necromorfi in tre dimensioni, con una campionatura ben più ampia di rantoli, grida e sussurri che lo elevano ancora una volta a pietra miliare dell'orrore.

Ciliegina sulla torta è il nuovo Intensity Director, un algoritmo dinamico casuale che è in grado di generare migliaia di combinazioni differenti quando si esplora la USG Ishimura, con nemici piazzati in maniera differente, giochi di luce e suoni, e altre diavolerie atte a rendere imprevedibile l'esperienza, così da aumentare ulteriormente l'immersione.

Sono state poi implementate nuove missioni secondarie che, seppur siano solo una scusa per spedirvi in zone già esplorate, spremono proprio l'algoritmo dinamico.

Novità alla giocabilità

L'Intensity Director beneficia anche del nuovo level design interconnesso della USG Ishimura, che non prevede alcun caricamento, migliorando di fatto la giocabilità, la quale conta su una nuova mappa più chiara ed un nuovo sistema di potenziamento con nuovi incrementi per le armi e le tute, modalità di fuoco secondarie per ciascuna bocca e soprattutto nuovi enigmi decisamente migliori rispetto al passato. 

Davvero indovinati i circuiti, con i quali è possibile affrontare le stesse sezioni in maniera differente, ad esempio con ossigeno limitato o privati della luce, in base al vostro stile di gioco. Anche le sezioni a gravità zero sono state espanse, con ambienti più grandi ed esplorabili a proprio piacimento, seppur siano sempre limitati rispetto a quelli visti nei seguiti.

Il nuovo Peeling System è poi assolutamente una goduria, cioè il nuovo algoritmo che regola gli smembramenti dei Necromorfi, i nemici del gioco, la cui sconfitta deriva proprio dallo smembramento degli arti. Adesso queste mostruosità espongono muscoli, organi e ossa, l'epidermide si corrode, si scioglie, si lacera, a seconda dell'arma impugnata. L'effetto è stupefacente!

La versione PS5

Il lancio del gioco su PS5 aveva sollevato dei dubbi a riguardo dei materiali, perché alcuni di essi soffrivano di un'inspiegabile bassa risoluzione a prescindere dalla modalità scelta, cioè: 

  • Qualità: 30 fps / 4K con ray-tracing
  • Prestazioni: 60fps / 2K (QHD) senza ray-tracing

Fortunatamente un aggiornamento ha risolto la problematica, anche se alcune texture continuano a soffrire di bassa risoluzione. Segnalo inoltre che il gioco è compatibile con il DualSense sfruttando sia il feedback aptico, sia la resistenza dei grilletti a seconda dell'arma.

Prezzo e Uscita

Dead Space Remake è disponibile in esclusiva su PC e sulle console di attuale generazione, quindi PS5 e Xbox Series X|S.

Steam lo propone a 59,99€, mentre su console sale a 79,99€. Il prezzo in effetti è alto, come lo era in effetti quello per The Last of Us Parte I.

Dead Space Remake - Screenshot

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Giudizio Finale

Dead Space Remake

Dead Space Remake ci insegna come fare i remake. Sia chiaro, non è il primo ad avercelo mostrato, anzi, è evidente che l'operazione si sia ispirata a Resident Evil 2 e al suo successo, ma la qualità del lavoro di EA e Motive Studio è ineccepibile. È inutile consigliarlo all'amante dell'horror, perché sono sicuro che lo starà già giocando mentre scrivo queste parole, quindi mi sento di suggerirlo a chi l'horror non lo mastica tutti i giorni, ma ne è incuriosito, perché questo Dead Space è un'ottima porta d'ingresso per iniziare ad appassionarsi al genere.

Voto finale

Dead Space Remake

Pro

  • Atmosfera incredibile
  • Giocabilità perfezionata
  • Molti abbellimenti qua e là
  • Più contenuti

Contro

  • Prezzo di lancio alto
  • Alcuni materiali in bassa risoluzione
  • Un paio di animazioni migliorabili

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri Da oltre 10 anni scrive sulle pagine del network di SmartWorld. Adora la tecnologia come Winnie The Pooh con il miele. Ama scrivere di videogiochi e si occupa di info-commerce, ed è anche particolarmente bello. Almeno, così dice sua madre.