Final Fantasy XVI recensione: la fantasia finale che farà discutere

La sedicesima fantasia finale è piena di epica, ma c'è chi storcerà il naso dinanzi al suo ritmo
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Final Fantasy XVI recensione: la fantasia finale che farà discutere

Sapete, quando ero piccino vidi una scena che mi segnò. Mio fratello era un appassionato di giochi di ruolo giapponesi, amava Final Fantasy alla follia: fu lui a farmici affezionare. Ricordo che una sera mamma cucinò la zuppa di pesce (mia acerrima nemica), mentre lui cercava in tutti i modi di battere Ultima Weapon, un boss particolarmente tosto di Final Fantasy VII.

La minestra si stava freddando, eppure diventò una questione di vita o di morte, non c'era pausa che avrebbe potuto fermare quell'adrenalina. Ad un certo punto, il miracolo: mio fratello batte Ultima Weapon, ce la fa. Si lancia a terra, si dimena come un pazzo, manco avesse vinto il premio più grande della sua vita. Lì capii una cosa: la vita non è magica se non dai importanza alle cose piccole piccole.

Final Fantasy è una serie importante anche per quegli istanti, per le piccole vittorie, per le storie d'amore e per i personaggi fragili, per i combattimenti emozionanti e per le strategie più assurde, che ricordi negli anni a venire. Tuttavia, Square Enix ha deciso che, con Final Fantasy XVI, tutto sarebbe cambiato. È stato un lungo viaggio, ma finalmente posso parlarvene senza peli sulla lingua: ecco la recensione della versione PS5, senza nemmeno l'ombra di uno spoiler.

PRO

  • Sistema di combattimento dinamico, spettacolare
  • Costruzione del mondo affascinante
  • Lotte memorabili contro i boss
  • Localizzazione italiana notevole
  • Impatto scenico spesso spacca mascella…

CONTRO

  • … ma l'espressività non è sempre impeccabile
  • Componente ruolistica ridotta all'osso
  • Personaggi e i loro rapporti un po' deboli
  • Molti dialoghi inutilmente prolissi
  • Fatica ad ingranare

Cos'è Final Fantasy XVI

Tagliamo la testa al toro: la doverosa premessa da fare, per chi fosse a digiuno assoluto della serie, è che Final Fantasy fa parte delle saghe antologiche. Questo significa che Final Fantasy XVI può ovviamente essere affrontato senza aver toccato i predecessori, perché ciascuno di essi vive di vita propria.

Detto ciò, c'è da sottolineare che Final Fantasy XVI è il primo capitolo puramente di stampo d'azione della serie. Certo, ci sono stati spin-off action e tentativi recenti di rivitalizzare il sistema di combattimento, come in Final Fantasy XV (che personalmente non ho apprezzato) e Final Fantasy VII Remake (che ritengo sia il giusto mix di strategia e azione), ma il sedicesimo capitolo si avvicina molto più a Bayonetta, Devil May Cry o addirittura God of War per certi versi, anche se l'ispirazione nell'impalcatura, rimanendo in casa Square Enix, è più simile a Kingdom Hearts.

La componente ruolistica è ridotta all'osso, ma scenderò più nei dettagli nel paragrafo "giocabilità". Vi basti sapere che è un'avventura votata all'azione, ma l'impronta di Final Fantasy rimane ovviamente nella narrativa, poiché la storia riveste un ruolo chiave, con molteplici filmati, completamente doppiati in italiano, atti a raccontare le gesta del protagonista. Numerose opzioni di accessibilità consentono a tutti di vivere l'esperienza, anche a chi non è abituato a videogiocare.

Storia

Stravolgiamo un po' la grammatica delle recensioni: non starò qui a riassumervi per filo e per segno la storia di Final Fantasy XVI, perché è come camminare sui gusci d'uova, considerando che i punti di svolta si consumano già nelle prime ore, dunque eviterei di anticiparveli prima del dovuto. 

Un'infarinatura vi farà comodo: impersonerete Clive, il primogenito di una famiglia reale che, però, non è destinato a prendere le redini del suo regno.

L'erede al trono è infatti suo fratello minore, Joshua, colui che è stato benedetto dalla Fenice diventando il "Dominatore", il vessillo dell'evocazione del fuoco, nonché strumento di distruzione in mano ai vari regni, perché in grado di richiamare il relativo spirito sul campo di battaglia.

Ogni regno ha tra le sue fila un proprio "Dominatore", che rappresenta la quasi interezza della forza militare di ogni fazione. Insieme a questi, tuttavia, ci sono i "Portatori", coloro che sono stati solo sfiorati dalla benedizione degli spiriti. Clive è uno di loro, tanto è vero che può attingere dal potere del fuoco: il problema è che i "Portatori", nell'universo di Final Fantasy XVI, sono trattati come schiavi. Senza scendere nei dettagli, la trama orbita proprio attorno a loro, alla volontà di rendere tutti liberi, offrire ai popoli la possibilità di forgiare il proprio destino, senza limitarsi ai retaggi del passato, delle razze e delle classi sociali.

Quella che sembra una normale storia fantasy diventa ben presto un intrigo di potere, alla stregua di Game of Thrones, con morti improvvise e guerre violente, sposando la spietatezza del medioevo, spinta dalle ispirazioni narrative del capolavoro che fu Final Fantasy Tactics, con sangue a schermo come mai aveva fatto la saga prima d'ora.

Nonostante sia da apprezzare questa volontà di rendere più reale la narrativa, la trama di Final Fantasy XVI soffre anzitutto di un problema ritmico: nelle prime ore ci sono vari sbalzi temporali che, sì, mantengono il racconto imprevedibile, ma risulta manchevole di coesione, soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi, fiore all'occhiello della serie. Non ci si affeziona ai personaggi come accadeva in passato, non vengono narrati bene i loro rapporti.

Ciò che è stato curato è sicuramente il mondo, Valisthea, una terra alimentata dai cristalli magici, i quali vivono nella quotidianità degli abitanti.

È bello vederli asciugare i panni utilizzando il potere del vento, o raffreddare l'acqua del pozzo sfruttando il ghiaccio: contribuiscono a rendere tangibile un universo fantastico. 

Non è facile però seguire tutti gli intrighi politici e le fazioni che reggono Valisthea. Si viene subito inondati con una quantità di nomi, guerre passate e città che, come ogni fantasy, dà per scontato che sappiate, anche se non sono mai state menzionate. Anziché scrivere una trama meno densa di nomi, o comunque fare in modo che questi vengano spiegati in modo più genuino, Square Enix ha pensato di introdurre il tomo della "Storia dei Tempi Correnti", con cui poter richiamare, mettendo in pausa il filmato in atto, un'enciclopedia che spiega i potenziali dubbi di quella determinata scena, spiegando personaggi presenti a schermo, le location e tutte le informazioni che vi permettono di capire quello che sta succedendo: alle volte funziona alla grande, alle volte no, poiché spezza in parte il flusso della narrazione, appesantendo i già lunghissimi dialoghi e creando più dubbi di quelli in origine.

Il ritmo, tuttavia, è salvaguardato dalla qualità delle scene d'intermezzo: a parte delle sporadiche incertezze registiche nei filmati più concitati, non ho mai visto un gioco di ruolo d'azione di stampo nipponico con sequenze così lunghe e complesse, con vari picchi di epicità da mascella a terra. Le scene che abbracciano le evocazioni lasciano senza parole, mettendo in piedi alcune delle cinematiche più spettacolari mai viste sulle piattaforme di questa generazione, accennando alle volte delle semplici sequenze Quick Time Event, dove vi sarà chiesto di premere un tasto con tempismo per eseguire correttamente l'azione.

Difficile però rimanere completamente soddisfatti dalla storia di Final Fantasy XVI, a prescindere dalla nomea della saga. Mentirei se dicessi che la narrativa mi ha appassionato, ma certamente mi ha incuriosito. L'intera infrastruttura si basa su rivelazioni non particolarmente entusiasmanti, che però sono ben rese nei punti di svolta, quantomeno nella messa in scena.

La maggiore delusione risiede nei rapporti tra i personaggi, appena abbozzati e non così forti da donare quella motivazione che ti fa entrare nelle viscere degli eroi, sporcati anche da dialoghi spesso troppo prolissi, scelta che fa a botte con il dinamismo dell'azione.

Giocabilità

Il sistema di combattimento di Final Fantasy XVI segue le regole di un classico videogioco d'azione, con colpi all'arma bianca, magie, salti, azioni aeree e ovvie combo, per un mosaico più tecnico di quello che mi aspettavo, che riesce a trovare una sua dimensione tra gli esponenti del genere. La meccanica portante è quella degli Eikon: Clive può infatti attingere dagli spiriti per poter evocare i loro poteri e combinarli durante la battaglia. Questi non sono altro che abilità attivabili dopo un tempo variabile di ricarica, diverso a seconda della loro potenza. 

La magia, quella pura, purtroppo riveste un ruolo molto secondario, relegato ad un colpo da lontano, come se fossero le pistole di Dante in Devil May Cry per intenderci, cioè uno strumento per tenere attivo l'indicatore delle combo o per poterne concatenare di più complesse.

Le "vere" magie sono appunto le abilità degli Eikon, come già menzionato, da colpi potenti, a cariche infuocate e raffiche stordenti.

La schivata è importante, bisogna effettuarla al momento giusto e nella giusta direzione, per avere la meglio sull'avversario. Si può addirittura deviare il colpo, attaccando nel momento esatto prima che stia arrivando quello avversario. La lettura delle animazioni è semplice ed in generale l'azione è fluida, pulita, confezionata con competenza, caratterizzata da un bel bestiario ricco anche di boss dagli schemi comportamentali ben diversificati, oltre che indubbiamente spettacolari. 

Persino la gestione degli oggetti risulta stravolta, considerando che si possono portare in battaglia un numero limitato di pozioni e potenziatori.

Tuttavia, quel che dà subito dell'amaro in bocca è l'estrema semplicità degli scontri, perché il livello di sfida è tarato pesantemente verso il basso anche alla difficoltà più alta. Il vero potenziale del sistema di combattimento lo si assaggia dopo molte, moltissime ore di gioco, prima delle quali l'azione tende ad essere davvero troppo semplicistica: non vi è proprio la necessità di sfoderare le tecniche più avanzate per buona parte dell'avventura.

In più, la componente ruolistica non prevede grandi variabili sulle quali intervenire. Si sale di livello e si collezionano punti abilità da investire per lo sblocco di abilità, ma il tutto è molto lineare e non è possibile personalizzare davvero il proprio alter ego. La stessa cosa vale per gli oggetti, dove ci si riduce ad indossare l'equipaggiamento che ha qualche numero in più rispetto ad altri.

Anche la gestione degli alleati è del tutto sparita, poiché avviene in automatico. L'unico controllo lo si ha su Torgal, il fido compagno a quattro zampe di Clive, che non è altro che un'estensione del vostro eroe: con i direzionali può curare piccole porzioni di vita, e tirare morsi o sollevare i nemici in aria per voi, praticamente colpire per effettuare combo più articolate. 

Ciò detto, il sistema di combattimento svolge bene il suo dovere e dà vita a battaglie memorabili soprattutto contro i boss, alcuni dei quali mi hanno stupito per qualità delle animazioni, costruzione scenica e schemi comportamentali.

Contenuti

Il gioco indubbiamente scorre senza intoppi, anche per merito della struttura: l'avventura ha una conduzione lineare, a parte qualche fase che lascia un po' di respiro, lanciandovi in zone un po' più libere, che si palesano solo dopo una decina di ore, con alcune missioni secondarie molto semplici. 

Le missioni principali però si consumano perlopiù in zone istanziate lineari, come se fossero appunto livelli veri e propri, lungo i quali si combattono nemici su nemici, inframezzati da filmati. Non ci sono enigmi né puzzle, solo piccole interazioni ambientali, null'altro, al servizio di un design delle mappe semplicistico, composto perlopiù da aree nelle quali lottare.

La storia di Final Fantasy XVI può essere terminata in circa 35 ore, una longevità che può essere tranquillamente raddoppiata con i contenuti collaterali: le migliori missioni secondarie si consumano nelle taglie, scontri dove il sistema di combattimento brilla davvero.

C'è qualche compito extra che arricchisce l'aspetto narrativo, ma sono poche quelle dal contenuto forte.

È comunque notevole avere un gioco d'azione di questa portata con tutti questi contenuti, anche perché l'offerta viene ampliata con vari contenuti di fine gioco e con modalità rigiocabili come l'Arcade, che reinterpreta le missioni principali in una salsa più intuitiva, alla cui fine vi offre un punteggio in base alla vostra prestazione in battaglia. Ammetto di aver apprezzato ancora di più il sistema di combattimento in queste modalità, considerando la sfida più elevata.

Il problema della conduzione risiede però nei già citati dialoghi prolissi: in specifiche sezioni della storia, il quantitativo di momenti in cui effettivamente non si gioca è così ingente da provocare uno scossone al ritmo. Dipende molto dalla vostra sensibilità alla narrazione di questo tipo, ma si percepisce alle volte dell'allungamento del brodo del quale si sarebbe fatto volentieri a meno.

Grafica e Sonoro

Nonostante la mole poligonale non sia sempre paragonabile ai tripla A più maturi sul mercato, Final Fantasy XVI gode di una grafica eccezionale. La scelta dei colori, la direzione artistica, lo stile dei vestiti e delle architetture, confezionano un impatto incredibile, sia nelle fasi lineari, sia nelle mappe più aperte.

Non lo si può definire un mondo vivo: non lo è per esigenze narrative e non lo è per l'interattività limitata, ma è davvero, davvero affascinante. È chiaro che è esattamente quello che vuole comunicare, la fascinazione dei luoghi di Valisthea, perché proprio gli orizzonti degli scenari sono curati nel più piccolo dei particolari. Gli effetti particellari risultano splendidi, così come i materiali delle superfici e dei modelli, con tessuti, terricci e metalli ben dipinti e confezionati, non solo nelle sequenze d'intermezzo. 

Come ogni videogioco moderno, anche Final Fantasy XVI dispone di due modalità grafiche, una che dà priorità alle prestazioni, l'altra alla qualità dell'immagine.

Di regola, sposando il genere d'azione, consiglierei di giocare alla modalità prestazioni, ma la riduzione dei dettagli fa perdere parte della magia alla resa grafica, tanto è vero che ho giocato una buona fetta dell'avventura dando priorità alla modalità con maggiore risoluzione.

L'espressività di alcuni filmati però lascia un po' a desiderare, con visi più robotici di quanto avrei sperato, ma nei momenti più drammatici si è svolto un buon lavoro. Una parte del merito ce l'ha anche un'ottima localizzazione in italiano, che può contare pure su un valido doppiaggio in lingua italiana, applicato persino alle canzoni cantate dai personaggi, come quelle nelle taverne. Era dai tempi di Lost Odyssey che non vedevamo un videogioco di stampo nipponico di questa portata, e con questo numero di dialoghi, tutti localizzati con la voce nella nostra lingua.

Ottime anche le musiche, firmate da Masayoshi Soken, che contribuiscono a rendere ancora più epica l'atmosfera.

A trarne maggiore vantaggio sono ancora una volta le fasi con le evocazioni, mentre il resto dei brani, come quelli ambientali, non raggiungono l'apice di altri capitoli, pur risultando comunque di qualità. Il design del suono ha mostrato incertezze solo in una manciata di sequenze, ma è probabile che il codice finale risulti più rifinito.

Prezzo e acquisto

Final Fantasy XVI arriva nei negozi in esclusiva su PS5 al prezzo di 79,99€, una cifra che ormai conosciamo bene, considerando che è quella destinata ai Tripla A esclusivi di PS5. Vale la pena provare la versione dimostrativa per farsi un'idea prima di acquistarlo.

Final Fantasy XVI - Screenshot

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Giudizio Finale

Final Fantasy XVI

Final Fantasy XVI è un videogioco dalla duplice anima, ciascuna delle quali combatte con l'altra: è un videogioco spettacolare, in certi frangenti persino memorabile, stretto però nella morsa di dialoghi spesso lenti e prolissi. Ciò detto, l'epica di Final Fantasy XVI traspare da ogni aspetto dell'avventura: quando su schermo si ergono i potenti Eikon, le "evocazioni" nel gergo della saga, tutti gli elementi della visione creativa splendono come non mai. Eppure, non tutto è andato per il verso giusto: la timida caratterizzazione dei personaggi, l'eccessiva semplificazione della personalizzazione dell'eroe ed il ritmo non bilanciato provocano un tumulto nel sedicesimo capitolo della fantasia finale, che indubbiamente è molto più coeso e solido del suo predecessore, non avaro di momenti all'altezza del nome della serie.

Sommario

Storia 7

Giocabilità 8

Contenuti 8

Grafica e Sonoro 8.5

Voto finale

Final Fantasy XVI

Pro

  • Sistema di combattimento dinamico, spettacolare
  • Costruzione del mondo affascinante
  • Lotte memorabili contro i boss
  • Localizzazione italiana notevole
  • Impatto scenico spesso spacca mascella…

Contro

  • … ma l'espressività non è sempre impeccabile
  • Componente ruolistica ridotta all'osso
  • Personaggi e i loro rapporti un po' deboli
  • Molti dialoghi inutilmente prolissi
  • Fatica ad ingranare

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri Da oltre 10 anni scrive sulle pagine del network di SmartWorld. Adora la tecnologia come Winnie The Pooh con il miele. Ama scrivere di videogiochi e si occupa di info-commerce, ed è anche particolarmente bello. Almeno, così dice sua madre.
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