Recensione Humankind: capolavoro immaturo che osa più di Civilization (foto e video)

Vezio Ceniccola
Vezio Ceniccola Tech Master

Humankind è un gioco molto ambizioso, perché punta a svecchiare un genere videoludico storico (in tutti i sensi) per portarlo ad un nuovo livello. Prende chiaramente ispirazione dai suoi predecessori – uno su tutti: Civilization – ma cerca di distaccarsene, introducendo meccaniche e innovazioni molto originali. Dopo uno sviluppato durato anni e dopo essere stato per mesi in fase di testing (aperto agli utenti), finalmente ho avuto modo di provare a fondo la versione definitiva e di scoprire tutte le sue particolarità. Prima di leggere la recensione, vi consiglio di dare uno sguardo allo splendido trailer che trovate in apertura, perché nasconde già alcune delle attitudini principali di Humankind.

PRO

  • Sistema di evoluzione delle civiltà innovativo
  • Buona gestione delle città e dei territori
  • Visuale tattica delle battaglie accattivante
  • Grafica e audio molto curati
  • Senso narrativo appassionante

CONTRO

  • Non ci sono modalità e mappe particolari
  • Bilanciamento meccaniche non sempre perfetto
  • Concetto di war support da sistemare
  • Diplomazia e religione poco approfondite

Editore SEGA
Sviluppatore Amplitude Studios
Piattaforme PC Windows, macOS, Stadia
Genere Strategico a turni
Modalità di gioco Giocatore singolo, Multiplayer
Lingua Inglese (+ altre 8)
Prezzo e acquisto 49,99€

Cos'è Humankind?

Humankind è un gioco di genere strategico a turni, prodotto da SEGA e sviluppato dallo studio francese di Amplitude Studios, gli stessi creatori della serie Endless Space. Ha un gameplay simile ai titoli della serie Civilization e altri appartenenti allo stesso genere, dunque utilizza il classico paradigma 4X: eXplore, eXpand, eXploit, eXterminate – in italiano "esplora, espandi, sfrutta, stermina".

Lo scopo principale del giocatore è quello di far progredire la propria civiltà passando di era in era, ma soprattutto accumulare punti Fama con le proprie gesta. Alla fine della partita, infatti, vince proprio il giocatore con più punti Fama, quindi è questo il parametro fondamentale da considerare.

Ci sono notevoli differenze sia con i giochi della serie Civilization – di cui parlerò in dettaglio più in basso – che con altri titoli di genere strategico. Humankind si distingue in particolare per l'attenzione nei confronti dell'evoluzione della civiltà, che possono trasformarsi al passare delle ere, stravolgendo i propri punti di forza –  e di riflesso anche quelli di debolezza.

Tutto questo si concretizza in un gameplay più dinamico e vario, nel quale gli obiettivi iniziali possono mutare con il passare dei turni, adattandosi alle situazioni di gioco.

Lingua e tutorial

La prima cosa da sapere per giocare a Humankind è che non c'è la lingua italiana, né per l'audio né per i testi a schermo. Tra le lingue supportate ci sono inglese, tedesco, spagnolo, francese, coreano, polacco, portoghese, russo e cinese, ma la lingua di Dante manca all'appello – e stranamente manca anche il giapponese. Parliamo subito di lingua perché in questo gioco bisogna leggere e comprendere bene ogni testo a schermo, dunque è importantissimo evidenziare la mancanza dell'italiano. Se non avete un livello decente di comprensione dell'inglese o delle altre lingue supportate, sarà difficile avvicinarsi a Humankind.

La maggior parte delle meccaniche e delle strategie di gioco sono spiegate dal tutorial interno, ricco di consigli su ogni aspetto anche nelle fasi più avanzate. Ci si sente quasi coccolati nelle prime partite, quando ad ogni passo spunta un pop-up con una piccola descrizione della dinamica che stiamo osservando.

Inoltre, sul sito ufficiale di Humankind sono disponibili tanti video tutorial aggiuntivi, che approfondiscono ancora meglio ogni aspetto.

Modalità e civiltà

All'interno del titolo di Amplitude Studios troverete una ricchissima quantità di elementi: alcuni già visti e rivisti in tutti gli strategici, altri completamente inediti per il genere. La commistione si è rivelata tutto sommato buona, visto che il gioco è quasi sempre piacevole e interessante, ma non mancano alcune meccaniche meno riuscite.

Una grande differenza tra Humankind e altri titoli strategici è che qui non dovrete mettervi nei panni di imperatori o personalità del passato, ponendovi a capo di una specifica civiltà. Anzi, la prima cosa da fare è creare il proprio avatar personale, scegliendo un simbolo e un colore che vi rappresenti – più avanti, quando saranno sbloccati, potrete scegliere anche alcuni aspetti specifici della vostra personalità, che vi forniranno particolari bonus. Il capo della vostra civiltà sarete voi stessi, o meglio il vostro avatar virtuale, dunque si può dire che c'è quasi un elemento da gioco di ruolo che contribuisce a rendere ancora più personale lo stile di gioco.

Non esistono modalità particolari. Quando si crea una partita si può scegliere la grandezza e la conformazione della mappa (c'è una buona personalizzazione), la difficoltà (7 possibilità) e la velocità di gioco (75 - 600 turni). Poi si scelgono i giocatori (fino a 10 per partita), che possono essere sia reali (multiplayer online) che controllati dall'AI. Come detto, ciascun giocatore ha una personalità particolare: tra quelli predefiniti dall'AI ci sono grandi personaggi del passato, alcuni più pacifici e riflessivi, altri più aggressivi e risoluti. La partita termina quando si raggiungono le condizioni di vittoria prestabilite: raggiungimento del limite di turni, sblocco di tutte le tecnologie, conquista di tutti gli avversari, lancio della missione su Marte, mondo inabitabile per troppo inquinamento o sblocco di tutte le stelle dell'Era contemporanea.

Il gioco parte dall'Era neolitica e può arrivare fino all'Era contemporanea. Per poter avanzare all'Era successiva è necessario sbloccare delle stelle Era – 3 per l'Era neolitica, poi 21 per ciascuna Era successiva – completando particolari obiettivi, divisi in 7 categorie differenti:

  • Esteta (influenza)
  • Agrario (popolazione)
  • Costruttore (distretti)
  • Espansionista (territori)
  • Mercante (denaro)
  • Militare (battaglie)
  • Scienziato (tecnologie)

Ora, state attenti a questo punto, perché è fondamentale: ad ogni passaggio di epoca è possibile scegliere una nuova civiltà dalla lista delle 10 disponibili.

Inoltre dall'Era classica in poi si può anche "trascendere" con la civiltà già in uso, portandola nell'epoca successiva: non si ottengono nuovi bonus, ma si riceve il 10% di Fama in più per ogni obiettivo completato, cosa da non sottovalutare.

Ciascuna civiltà in ciascuna Era ha dei bonus diversi, che si basano su particolari ambiti, più un'unità e una struttura speciali e uniche. I bonus sono permanenti e rimangono anche dopo il passaggio di Era, dunque è fondamentale combinare le culture, in modo da sommare i diversi bonus e avere sempre più vantaggi nel corso della partita. Ad esempio, è possibile sfruttare i bonus espansionistici degli Assiri nell'Era antica, in modo da creare subito tanti avamposti e città, per poi passare ai Greci in età classica e avere un netto vantaggio nella ricerca tecnologica. Le possibilità sono enormi e vi permettono di sperimentare tantissime strategie diverse ad ogni partita.

Vittoria e Fama

L'unico obiettivo è conquistare più punti Fama possibili, perché alla fine vince chi ha più punti in classifica.

Per riuscirci ci sono tanti modi diversi, a cominciare dallo sblocco delle stella Era, per proseguire con eventi casuali durante il gioco, punti d'interesse sulla mappa, meraviglie da costruire, tecnologie da ricercare, gesta da completare e via così. Proprio questo meccanismo della Fama è il cuore dell'esperienza di gioco di Humankind: non ci sono obiettivi prefissati per vincere, ma potete scegliere la vostra personale strategia per accumulare punti, magari adattandovi di volta in volta a seconda dell'Era e degli avversari.

Proprio a causa di tale meccanica, passare di Era al più presto possibile non conviene sempre. In molti casi è preferibile rimanere nell'Era attuale per poter accumulare altre stelle Era e dunque altri punti Fama, magari facendo crescere ancora la popolazione, sbloccando qualche tecnologia in più o completando gli altri obiettivi. Sta tutto nelle mani del giocatore, che può decidere liberamente quando proseguire nell'evoluzione del proprio impero.

Tutte le fasi di gioco sono inoltre intervallate dagli eventi casuali, che appaiono sulla mappa in città specifiche o in momenti particolari.

Grazie a questi si possono accumulare altri bonus e malus, ma soprattutto si può approfondire la lore della propria civiltà, visto che ogni evento racconta un piccolo spaccato di realtà dell'epoca in cui ci si trova.

L'impressione globale che ho avuto giocando ad Humankind è che sia un titolo più rispettoso della Storia rispetto ad altri suoi predecessori. L'idea che l'umanità non sia composta da civiltà monolitiche, ma che si passi dall'una all'altra al passare delle Ere, mi pare una cosa molto sensata. In fondo, i popoli sono organismi dinamici, mutano nel tempo, costruendo nuove meraviglie al fianco di quelle più antiche. In termini puramente videoludici, questo fattore fa in modo di poter gestire ogni partita in modo diverso, perché l'attitudine di una civiltà spinge il gameplay in direzioni nuove e inattese. E tutto questo, ovviamente, va a beneficio della longevità totale di Humankind, che promette ore e ore di partite sempre diverse e stimolanti.

Il piatto dei contenuti è dunque abbastanza ricco, anche se si nota la mancanza di approfondimento per alcuni ambiti, in particolare per la diplomazia e la religione – di cui parleremo tra poco. Humankind è forse un titolo ancora immaturo per certi versi. Come sempre per gli strategici, una gran mano alla longevità potrebbe arrivare dalla pubblicazione dei DLC ufficiali e dalle MOD degli utenti, che potranno aggiungere ulteriori contenuti e meccaniche.

Città e risorse

Il gameplay di Humankind si divide in diversi ambiti, che coesistono tutti insieme e formano l'esperienza di gioco complessiva: gestione delle città, diplomazia, guerra, tecnologia, società e religione. Non sempre ci si può (e vuole) concentrare su ciascuna di esse, dipende dal proprio stile e dalla strategia in atto; il gioco tende a lasciare abbastanza spazio a riguardo, anche se bisogna sempre mettere qualcosa in produzione per avanzare al turno successivo.

Una delle meccaniche che ho più apprezzato di Humankind è quella legata all'espansione territoriale.

La mappa è ricca di risorse, sia quelle base che quelle speciali (strategiche e di lusso), ma è fondamentale scegliere i punti giusti per piazzare i nostri avamposti. Quelli che ci sembrano particolarmente promettenti possono diventare città vere e proprie, al quale possiamo "annettere" i territori degli avamposti vicini, creando quelle che potremo definire delle "regioni". Il vantaggio di questo meccanismo è che le città possono sfruttare le risorse di tutti i territori annessi, ma è possibile costruire edifici e infrastrutture solo nelle città, non negli avamposti. Capire quando è il momento di fondare una nuova città o far evolvere un avamposto è di vitale importanza, anche perché c'è un limite alle città che si possono avere senza ottenere malus. Inoltre, per fondare avamposti e città – ma anche per annettere territori alle città – è necessario spendere influenza, una risorsa molto importante che serve anche a conquistare culturalmente le città straniere.

Le città producono diverse risorse (cibo, industria, denaro, scienza,  influenza, fede) e al loro interno è possibile creare distretti, unità, infrastrutture, meraviglie ed eventi spendendo industria.

Costruire alcuni distretti vicino ad altri fornisce bonus speciali, state molto attenti alla pianificazione urbana. Il gioco suggerisce spesso il punto migliore per piazzare una struttura o un avamposto, cosa che semplifica e velocizza molto la scelta. In particolare, le meraviglie devono essere sbloccate con l'influenza e producono bonus eccezionali quando vengono completate: spesso possono cambiare il corso di una partita, tenetele d'occhio.

Uno dei valori principali da tenere sotto controllo nelle città è quello della stabilità, che diminuisce quando annettiamo troppi territori alla città e con la costruzione di distretti e strutture, ma aumenta se aggiungiamo particolari quartieri e meraviglie. Quando la stabilità scende al di sotto del 30% ci potranno essere tumulti, fino ad arrivare ad una vera e propria ribellione armata, quindi dovrete essere sempre in grado di riequilibrare la barra. Se vi piace l'espansione rapida su vasti territori, la stabilità potrebbe essere il vostro problema più grande.

Diplomazia e guerra

Quando scoprite le città degli avversari potete iniziare a comunicare con loro dall'interfaccia della diplomazia.

Qui si possono fare proposte negoziabili, alleanze, reclami, acquisto di risorse, ma soprattutto si può dichiarare guerra. Per farlo è però necessario avere un alto livello di war support – che in italiano potremmo rendere nel senso di "sostegno, favore alla guerra" – verso uno specifico nemico. Anche questa è una meccanica fondamentale e non sempre chiarissima: si può far salire il war support attraverso i reclami oppure grazie all'attitudine della nostra civiltà – quelle militariste hanno vari bonus in proposito – ma ci sono anche altre cause, legate agli scontri su cultura, influenza e religione. Fatto sta che, quando il war support è abbastanza alto, bisogna mettere mano alle armi e inviare le truppe alla guerra!

L'interfaccia della battaglia è una delle più curate del gioco e permette una gestione molto più tattica rispetto ai giochi visti in passato. Quando le truppe attaccano (o vengono attaccate) si entra in una sezione di gioco speciale, nella quale si possono schierare le unità con precisione sul terreno, sfruttando eventuali vantaggi e svantaggi della mappa.

Piazzare un'unità di arcieri su una collina, protetti da un manipolo di picchieri davanti, è sicuramente una buona strategia per fare danno a distanza senza correre rischi. Anche gli assedi alle città sono gestiti in maniera interessante: le unità d'assedio non possono essere create nelle città, ma si devono costruire sul posto, mantenendo l'assedio nel corso dei turni. Una bella meccanica, anche abbastanza realistica. Le battaglie durano 3 micro-turni per turno di gioco, dunque possono durare anche diversi turni. Se lo scontro è troppo squilibrato oppure non volete perdere tempo, potete scegliere la risoluzione istantanea.

Ogni battaglia vinta produce un aumento del nostro war support e una diminuzione di quello dell'avversario – ovviamente vale anche il contrario. Quando il war support dell'avversario è abbastanza basso, possiamo finalmente chiedere la resa alle nostre condizioni, che può accettare o meno, ma possiamo addirittura forzarla quando il livello scende a zero. Attenzione perché in quest'ultimo caso la guerra dovrà finire per forza, anche contro la nostra volontà.

Inoltre, le città nemiche che conquistiamo durante la guerra non vengono automaticamente annesse ai nostri possedimenti, ma lo saranno solo se le inseriremo nelle condizioni di resa che l'avversario dovrà approvare. Questa è un'altra meccanica particolare, che potrebbe portare a strane conseguenze, non sempre gradite.

Piccolo appunto sulle città indipendenti, che possono comparire casualmente sulla mappa di gioco. Potete sia conquistarle militarmente che culturalmente, sfruttando denaro o influenza per renderle sempre più amichevoli fine all'annessione. Non producono grandi bonus, se non qualche vantaggio commerciale, dunque è consigliabile prenderle quando avete l'occasione, prima che lo faccia qualche avversario.

Tecnologia, società, religione

Per quanto riguarda le altre sezioni di gioco, le cose sono meno approfondite. La ricerca tecnologica si basa su un albero ramificato molto simile a quello di Civilization ed è, forse, l'elemento meno innovativo di tutto il gioco. Con la ricerca si sbloccano nuovi bonus, unità, strutture e risorse. Maggiore è la produzione di punti scienza nella città, più velocemente sbloccherete tecnologie.

Attenzione perché ci sono un numero limitato di tecnologie per Era: anche se le sbloccate tutte, non potrete proseguire nella ricerca con le tecnologie future prima del passaggio all'epoca successiva.

La gestione della parte sociale viene gestita con i punti influenza, la stessa "valuta" che serve anche a creare avamposti e città. Con l'influenza è possibile esportare automaticamente la propria cultura nelle città vicine, sia le proprie che quelle straniere. Soprattutto, si possono sbloccare le civiche – leggi speciali attivabili da un'interfaccia dedicata – ed ottenere bonus molto importanti per la gestione dell'impero. Sia le civiche che alcuni eventi casuali nel gioco permettono di spostare le barre delle 4 ideologie presenti nel gioco – collettivismo/individualismo, patria/mondo, libertà/autoritarismo, tradizione/progresso – che vanno a produrre ulteriori bonus a seconda di quanto ci si spinge verso quell'ideologia. Non essendoci una forma di scelta del governo, questo è l'unico modo per avere un controllo "politico" sulla propria civiltà.

Infine c'è la religione, uno degli aspetti meno interessanti del gioco. La risorsa fondamentale in questo caso è la fede, prodotta nelle città e nei luoghi santi, che serve a convertire la popolazione delle città. Quando si raggiungono determinati numeri di seguaci, è possibile sbloccare i tenet, che danno bonus particolari a scelta del giocatore – potete sbloccare fino a 4 tenet. Se nelle prime Ere di gioco la religione può servire ad influenzare i territori vicini e produrre reclami – dunque far salire il war support –, nelle fasi avanzate diventa sempre meno importante e rappresenta una sezione marginale dell'esperienza di gioco. Non ho ancora capito se sia una scelta voluta da Amplitude Studios o un effetto collaterale, vedremo se ci saranno novità con i prossimi aggiornamenti.

Giocare piano, giocare di ruolo

Data la varietà e la complessità di tutte le meccaniche di cui ho parlato sinora, il consiglio più importante è quello di giocare lentamente, soprattutto durante le prime partite. Su Humankind bisogna prendersi il proprio tempo, leggere attentamente le descrizioni di ogni elemento, valutare bene ogni bonus sfruttabile, capire come bilanciare ottimamente tutte le risorse disponibili.

Anche perché alcune meccaniche al momento sembrano un po' rotte. Scegliendo accuratamente le civiltà e specializzandosi in un solo ambito, si può facilmente "fregare" tutti gli avversari senza produrre reazioni. Di converso, ogni tanto capita di trovarsi in partite in cui tutti si alleano contro il nostro impero, senza alcun motivo apparente, rendendo praticamente impossibile la gestione diplomatica e portando in poco tempo alla guerra totale. Nelle Ere finali, quando iniziano a comparire i problemi di inquinamento e le tecnologie avanzate – treni, aerei, elettricità –, i rapporti con gli altri potrebbero presto farsi più difficili, anche se portiamo avanti alleanze secolari.

Dopo aver imparato bene ogni meccanica, un modo per godersi ancora più a fondo l'esperienza di Humankind è giocare di ruolo, dandosi una personalità e degli obiettivi prima di iniziare, cercando di seguirli il più possibile nel corso della partita. Non essendoci modalità particolari per la vittoria – se non la già citata classifica della Fama – è sicuramente un buon consiglio per aggiungere un po' di sfida.

Grafica

La parte grafica è uno dei fiori all'occhiello di Humankind, uno dei punti su cui il team di Amplitude Studios sembra essersi concentrato di più. Tutta l'interfaccia di gioco è consistente, facilmente leggibile e bella da vedere. Gli elementi principali sono ai 4 angoli dello schermo, tutti a portata di clic, ed è molto facile scorrere tra le città e le unità sparse per la mappa, andando ad osservare da vicino le strutture e le truppe, fedelmente riprodotte. Anche le bellezze della natura sono ben fatte, con fiumi, laghi, montagne, coste e animali di vario genere che scorrazzano per la mappa. Da questo punto di vista, Humankind è davvero una spanna sopra a tutti gli altri strategici.

Ad ogni passaggio di epoca o evento importante è prevista una cinematic: sebbene siano molto semplici, sono tutte interessanti e ben animate, cosa che aggiunge un tocco di atmosfera. Si sente che Amplitude Studios ha voluto dare un tocco narrativo all'avanzare della storia, per far immergere al meglio il giocatore nel flusso della partita.

Quello che forse si può migliorare è l'aspetto pratico di alcuni menu, che non riportano tutte le statistiche che servono per una gestione approfondita delle proprie città e unità. In particolare, avrei molto gradito una visuale dedicata alle risorse, per capire da chi stiamo acquistando cosa e, soprattutto, a chi stiamo vendendo. Inoltre, anche le notifiche nella barra in basso possono diventare molto moleste, in special modo nelle fasi finali del gioco: quando saranno troppe, probabilmente vi ridurrete a chiudere di netto la barra e non leggere più nulla.

Audio

Bisogna fare un plauso ad Amplitude Studios anche per la parte audio, molto curata. Sia i suoni ambientali che le musiche sono ottime e rendono speciale l'atmosfera di gioco, regalando emozioni nei momenti più concitati. Passando di era in era, le musiche si adattano al contesto storico e alla civiltà, con temi epici molto piacevoli da ascoltare.

Va sottolineato anche il commento audio di un attore con molto humor inglese, che sottolinea alcuni delle azioni del giocatore, come ad esempio la costruzione di una meraviglia o la vittoria di una battaglia.

Personalmente, ho trovato questo elemento molto simpatico e caratteristico, anche se diventa un po' ripetitivo alla lunga. Fatto sta che sono commenti brevi e sporadici, dunque non vi verrà la voglia di disattivarli subito.

Prestazioni

Ho provato Humankind in versione PC Windows. Ho scaricato il gioco dal Microsoft Store grazie all'accesso ad Xbox Game Pass. L'abbonamento al servizio Game Pass mi è stato fornito gentilmente da Microsoft, che colgo l'occasione per ringraziare. La macchina su cui ho giocato appartiene ad una fascia medio-alta e monta i seguenti componenti: processore AMD Ryzen 7 3800X, scheda video NVIDIA GeForce RTX 3070 Ti, 32 GB di RAM a 3.600 MHz e 1 TB di SSD NVME PCIe 4.0.

A livello generale, non ho avuto alcun problema di prestazioni, riuscendo a giocare tranquillamente a risoluzione 4K e con tutti i dettagli al massimo. Humankind non è sicuramente un gioco che richiede uno sforzo eccessivo alla parte grafica, dunque potrà girare bene anche su macchine dotate di hardware poco potente.

Per quanto riguarda i caricamenti, posso dire di non aver notato una lentezza eccessiva: sono sempre abbastanza rapidi in ogni contesto; rallentano un po' nelle fasi avanzate di gioco, quando la mappa è totalmente scoperta e ci sono molte unità in movimento a schermo. In ogni caso, le prestazioni complessive sono tutto sommato buone, sia se si gioca in locale che in multiplayer online.

Da sottolineare che al momento (versione 1.1.58.0) ci sono diversi bug che vanno a compromettere un po' l'esperienza di gioco. Tra i più curiosi e fastidiosi segnalo un bug che non fa comparire tutte le risorse necessarie sulla mappa, la sparizione improvvisa delle unità vicino alle città – che ricompaiono magicamente dopo aver ricaricato la partita – e le notifiche relative ad un'imminente sconfitta in guerra quando il war support è troppo basso, anche se non si combatte alcuna guerra. Mi sono capitati, inoltre, due grossi problemi ai salvataggi: alcune partite salvate in cloud sono completamente scomparse, mentre altre hanno il salvataggio corrotto e non possono essere più riprese.

Sono tutti bug e problemi di gioventù, segnalati anche da altri utenti in rete, che però meritano una risoluzione rapida con le prossime patch.

Confronto con Civilization

Se siete arrivati sin qui e non avete ancora chiare le differenze tra Humankind e la serie di Civilization, voglio fare qualche esempio più in dettaglio per esplicitare tutto al meglio e darvi un confronto diretto. Utilizzerò Civilization VI come termine di confronto, segnalando che si tratta comunque di una sfida sbilanciata: Civilization VI è un titolo del 2016, che ha già ricevuto tante espansioni ed ha una grandissima maturità per le meccaniche e il bilanciamento totale.

Civilization VI è un gioco basato proprio sul concetto di civiltà: a inizio partita ne scegliete una e ve la portate fino alla fine, con i bonus e i malus associati. Il pannello della gestione tecnologica è simile a quello di Humankind, mentre quelli della diplomazia e della religione sono molto più approfonditi e ricchi di opzioni.

Non a caso, in Civilization esistono varie modalità di gioco e tipi di vittoria specifici, dunque è possibile sfruttare più duramente scienza, religione e diplomazia per ottenere la vittoria finale: ci sono, ad esempio, i grandi personaggi (generali, profeti, ingegneri, scienziati) e altre figure particolari, come gli apostoli e i guru che vanno a convertire la popolazione delle città avversarie. D'altra parte, la gestione delle unità e delle città è meno raffinata rispetto a quella di Humankind, per non parlare delle battaglie.

Humankind vince proprio su questi aspetti appena citati. Ha una bella meccanica di espansione territoriale, con città che possono annettere gli avamposti e sfruttare tutte le risorse del territorio. Le battaglie con visuale tattica sono un netto avanzamento rispetto a quelle di Civilization e risultano più divertenti. La grafica e la resa sonora sono più curate e coinvolgenti, cosa che aggiunge un elemento di grande piacevolezza durante le sessioni di gioco.

Di certo, ci sono meno possibilità dal punto di vista della diplomazia: non si possono impostare forme di governo, i traffici commerciali si riducono all'acquisto delle risorse di lusso o strategiche, c'è molto da lavorare sul concetto di war support. In più, si vince solo con la Fama, cosa che può un po' limitare la varietà dei finali.

Il concetto alla base di Humankind, come detto, è però molto interessante: avere a che fare con più civiltà diverse all'interno della stessa partita è un'opportunità che Civilization VI non può dare, ed è probabilmente il vero punto forte che potrebbe far pendere l'ago della bilancia verso il nuovo arrivato.

Prezzo

Humankind è già in vendita su tutti i maggiori store online di videogiochi, disponibile per PC Windows, macOS e Stadia. Il prezzo della versione standard è pari a 49,99€ mentre la Deluxe Edition costa 59,99€ e include alcuni contenuti aggiuntivi. La versione standard è contenuta nel Game Pass, dunque potete scaricarla gratuitamente se siete abbonati al servizio di Microsoft.

Se volete acquistarlo su Amazon, trovate a seguire i link alle due versioni disponibili, entrambe per piattaforma PC Windows, con i prezzi aggiornati al momento.

Humankind – Screenshot

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Giudizio Finale

Humankind

Humankind fa il suo ingresso tra i grandi giochi strategici dalla porta principale. Sebbene ancora immaturo sotto alcuni aspetti, può già essere considerato un degno rivale di Civilization, con alcune meccaniche che potrebbero segnare il futuro del genere e diventare presto fonte d'ispirazione per i titoli successivi. La possibilità di cambiare civiltà al passare delle Ere è molto divertente e rende più vivace il gameplay. La grafica moderna e curata aggiunge una grande piacevolezza all'esperienza complessiva. In più, sembra esserci ancora tanto potenziale inespresso, che si spera venga liberato in tutto il suo splendore con le future espansioni. Se siete appassionati del genere strategico, Humankind è da provare senza alcun dubbio.

Voto finale

Humankind

Pro

  • Sistema di evoluzione delle civiltà innovativo
  • Buona gestione delle città e dei territori
  • Visuale tattica delle battaglie accattivante
  • Grafica e audio molto curati
  • Senso narrativo appassionante

Contro

  • Non ci sono modalità e mappe particolari
  • Bilanciamento meccaniche non sempre perfetto
  • Concetto di war support da sistemare
  • Diplomazia e religione poco approfondite

Vezio Ceniccola
Vezio Ceniccola Scrivo, fotografo, smanetto coi PC, sfreccio con bici e monopattini elettrici. Ogni tanto m'innamoro di giochini indie e gadget assurdi, che poi diventano protagonisti delle mie recensioni. Tra le cose che mi tengono lontano dal PC ci sono la Storia (con la S maiuscola), la musica e lo sport.