Polaroid P2 è uno speaker che stupisce, ma non per l'audio

Giuseppe Tripodi
Giuseppe Tripodi Tech Master
Polaroid P2 è uno speaker che stupisce, ma non per l'audio

Polaroid si è data alla musica: l'azienda ha lanciato quattro speaker Bluetooth, caratterizzati dal design retrò con i colori che riprendono le tinte del logo.

Polaroid è un mostro sacro nell'ambito della fotografia: anche se la società attuale non è più la stessa che lanciò la moda delle istantanee, il brand è ancora forte e produce alcune delle migliori fotocamere istantanee presenti sul mercato.

Ma come se la caverà la nuova divisione Polaroid Music? Nelle ultime settimane abbiamo ascoltato musica da Polaroid P2, il secondo dei quattro speaker per dimensioni e prezzo, e siamo pronti a dirvi la nostra.

PRO

  • Ottima qualità costruttiva
  • Design ed esperienza utente curatissimi
  • Il piccolo display è un tocco di classe
  • Più bassi di quanto ci si potrebbe aspettare
  • Le radio di Polaroid Music sono ottime

CONTRO

  • Qualità sonora solo nella media
  • L'app non include un equalizzatore
  • Non impermeabile

La confezione di vendita è abbastanza ricca: al suo interno, oltre lo speaker, troviamo un cavetto USB/USB-C di buona lunghezza, una sorta di poster cartaceo realtivo al prodotto e un laccetto con moschettone, da attaccare all'apposito nastro colorato (o, perché no, da usare come portachiavi).

Polaroid P2 sorprende sin da subito per il suo design, particolare e coloratissimo. Polaroid utilizza delle linee un po' retrò, che ricordano i boom box anni '80, da cui spiccano i due speaker frontali coperti di tessuto e soprattutto il piccolo display centrale, che fornisce informazioni contestuali.

All'interno di questo piccolo schermo possiamo leggere il titolo della canzone quando si cambia traccia e vedere le nostre interazioni col dispositivo, come il livello del volume o delle animazioni quando si aggiunge un brano ai preferiti. E quando c'è musica in rirpoduzione, il display mostra degli effetti ispirati alle onde sonore.

Quando si cambia canzone, il titolo del brano scorre sul piccolo display

Al netto dell'estetica, comunque, la qualità costruttiva è eccellente: Polaroid P2 è molto solido, ha una base gommata che lo tiene ben saldo ed evita che scivoli e, in cima, i tasti per i controlli, estremamente cliccosi nel feedback.

Peccato solo che non è impermeabile (anzi, manca del tutto una certificazione IP).

A proposito dei pulsanti, il classico Play/Pausa funge anche da tasto di accensione ed è rosso e sopraelevato, riprendendo il tasto di scatto delle Polaroid. Seguono i pulsanti per cambiare traccia e la rotella per controllare il volume, che è un vero piacere da utilizzare, fluidissima ma con micro-scatti per un controllo granulare del volume.

Sulla parte superiore del dispositivo troviamo anche il chip NFC (che serve solo per avviare l'app, non per associare il dispositivo), il pulsante per avviare il pairing Bluetooth e due tasti per interagire con le stazioni radio di Polaroid Music, per cambiare stazione e impostare un brano come preferito.

Vale quindi la pena spendere qualche parola sull'app Polaroid Music, dalla quale accedere alle stazioni radio create da Polaroid. Si tratta di cinque stazioni, tutte curate da persone in carne ed ossa, con uno stile musicale ben riconoscibile e identificate da un piccolo logo in pixel art (che è quello che appare anche sul display del P2 quando si cambia stazione con l'apposito tasto sullo speaker).

Dall'app iOS è anche possibile aggiungere altre stazioni radio che trasmettono via web (praticamente tutte) ed aggiungerle ai preferiti: una volta aggiunte, queste si aggiungeranno alle cinque di default di Polaroid Music e avranno un logo assegnato, che vi permetterà di riconoscerle dal piccolo display dello speaker. Al momento in cui scriviamo questa funzione sembra non essere disponibile sull'app Android, ma siamo sicuri arriverà presto. 

Quando si ascolta la musica dalle cinque stazioni di Polaroid Radio è anche possibile aggiungere un brano ai preferiti col tasto a forma di cuore, per poi ritrovarlo salvato nell'applicazione. Infine, chi utilizza iPhone può anche utilizzare Apple Music come se fosse una "stazione radio" (con la quale interagire tramite il Polaroid P2), ma non c'è modo si fare lo stesso con Spotify o altri servizi.

Cambiando stazione radio, sul display appare un logo in pixel art che identifica la radio selezionata

L'app Polaroid Music è davvero ben fatta, ma serve praticamente solo a questo (oltre che regolare luminosità del display e volume dei suoni di sistema di P2): si sente la mancanza di un equalizzatore, ma non mi sarebbe dispiaciuta anche la possibilità di personalizzare qualcosa in più sul dispositivo (magari le informazioni visibili sul display).

Un po' un peccato, ma almeno le radio di Polaroid Music si possono ascoltare indipendetemente dal dispositivo (personalmente le trovo ottime stazioni, perfette per un po' di musica di sottofondo mentre lavoro).

Arriviamo finalmente a parlare di suono, che per molti versi è l'aspetto più deludente della cassa, soprattutto ad alto volume. Il volume massimo è davvero molto elevato, molto più di quanto pensassi, forse anche troppo elevato: verso il massimo i suoni vengono sensibilmente distorti.

A volume moderato le cose vanno meglio, ma la qualità sonora è sicuramente l'aspetto meno interessante dello speaker. Il suono è accettabile, va bene per un ascolto senza pretese, ma non è all'altezza di tutto il resto del pacchetto.

Andando più in dettaglio, il P2 è in grado di tirare fuori una quantità di bassi che non ti aspetteresti, ma i bassi più profondi sono poco precisi e poco estesi, generando un suono che risulta spesso un po' freddo. Un po' meglio le frequenze medie, che sono sicuramente le dominanti nello speaker, mentre gli alti e medio-alti mancano un po' di mordente: il risultato è una riproduzione in cui domina il cantato, sempre ben udibile, ma nel copmplesso un suono un po' freddo e schiacciato, senza pretese.

Il Bluetooth è in versione 5.0 e supporta solo il codec SBC (niente AAC, niente aptX); tuttavia, c'è la possibilità di accoppiare due P2 per farli suonare all'unisono, in modalità stereo. Sul lato c'è anche un jack audio, ormai quasi una rarità, che farà la gioia di chi preferisce una connessione più analogica, senza Bluetooth di mezzo.

Buona la batteria, che non fa miracoli ma garantisce 15 ore di autonomia (secondo le stime di Polaroid). Non c'è supporto alla ricarica rapida e una ricarica completa impiega circa 4 ore.

Il costo di listino di 129€ è elevato, specialmente considerando che la concorrenza nel settore è particolarmente agguerrita. Nella stessa fascia di prezzo di prezzo si possono trovare degli ottimi concorrenti come JBL Flip 6 o Sony SRS-XE300, prodotti sicuramente meno curati di Polaroid P2, ma probabilmente migliori per qualità sonora. 

Foto

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Giudizio Finale

Polaroid P2

Polaroid P2 è uno speaker estremamente curato: ha un'ottima qualità costruttiva, un design appariscente e colorato e un'esperienza utente incredibilmente raffinata. Rispetto una cassa standard, Polaroid ha introdotto tanti tocchi di classe notevoli, dal piccolo display che fornisce informazioni contestuali all'app Polaroid Music, con le ottime radio curate.
Peccato solo che la parte meno curata sembra essere proprio la qualità sonora. Polaroid P2 non suona male, ma non eccelle: il suono è discreto, ma non paragonabile ad altri speaker nella stessa fascia di prezzo.

Voto finale

Polaroid P2

Pro

  • Ottima qualità costruttiva
  • Design ed esperienza utente curatissimi
  • Il piccolo display è un tocco di classe
  • Più bassi di quanto ci si potrebbe aspettare
  • Le radio di Polaroid Music sono ottime

Contro

  • Qualità sonora solo nella media
  • L'app non include un equalizzatore
  • Non impermeabile

Giuseppe Tripodi
Giuseppe Tripodi Sono soprattutto una persona curiosa: mi piace imparare cose nuove e spiegare quel che so. Quindi scusatemi per gli articoli così lunghi. Spesso mi isolo dal mondo con grosse cuffie in testa, a leggere su un ebook reader o ascoltare un podcast, ma ho un cane di nome Dubbio che mi mantiene vigile e mi trascina al parco un paio di volte al giorno.
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