Recensione Ratchet & Clank: Rift Apart: sapore di next-gen (foto e video)

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri

Ratchet & Clank ha spesso rappresentato un salto generazionale. Su PS2 stupì con le sue metropoli spaziali, mai viste così vive; con PS3 (e un HDMI) fece scalpore grazie alla sua grafica fluidissima e fuori scala; in misura minore, anche su PS4 tagliò un traguardo, quello di aver confezionato un rifacimento di grande qualità con il remake del primissimo episodio. Di nuovi capitoli però non se ne vedono da un po’ ed è per questo motivo che Ratchet & Clank: Rift Apart è così atteso. Le responsabilità, infatti, sono molteplici: far ripartire la serie nel migliore dei modi e farlo su una console di nuova generazione, e a lui è affidato il compito di mostrare il primo, vero assaggio di next-gen.

PRO

  • Grafica impressionante
  • Doppiaggio ottimo
  • Alcuni momenti spaccano la mascella
  • Più dinamico, ma sempre pulito

CONTRO

  • La storia non convince
  • Una manciata di pianeti sottotono
  • I minigiochi lasciano a desiderare

Editore Sony Interactive Entertainment
Sviluppatore Insomniac Games
Piattaforme PS5
Genere Avventura, Azione
Modalità di gioco Singolo giocatore
Lingua Completamente in Italiano

Storia

La storia di Ratchet & Clank: Rift Apart non convincerà fino in fondo tutti gli appassionati, ma quantomeno può essere vissuta senza aver giocato ai precedenti capitoli. A parte una piccola parentesi celebrativa iniziale, dove vengono ricordati alcuni dei successi del duo, il gioco poi prende una nuova strada, sulla quale potete posare i piedi a digiuno della saga.

L’incipit è semplice, ma si è azzardato con lo sviluppo. Il piccolo robot metallico Clank, in nome della grande amicizia che c’è tra i due, regala il Dimensionatore a Ratchet, per permettergli di visitare nuove dimensioni e conoscere altri Lombax, la razza alla quale appartiene. Peccato che il gadget verrà rubato da Nefarius, il quale, premendo il grilletto senza criterio, genererà un caos dimensionale, facendo collidere la dimensione dell’iconico duo con quella di Rivet, cioè la Lombax che fa le veci di Ratchet in quel mondo parallelo. A malincuore dobbiamo ammettere che proprio Rivet, pur apprezzandone il design, non brilla in termini di carisma e la sua storia non ha toccato le nostre corde dell'anima, come invece vorrebbe fare.


Non a caso, nonostante le prime battute facciano pensare al contrario, con lo scorrere della narrazione ci si accorge di un cambio di registro. Se in passato la serie di Ratchet & Clank faceva largo uso di battute geniali e momenti nonsense, con alcune strizzate d’occhio al pubblico più maturo, Rift Apart preferisce approfondire le emozioni dei personaggi, dando più spazio alle loro paure, alle insicurezze e ai legami di amicizia.

L’approfondimento, tuttavia, non è del tutto riuscito: i rapporti tra i personaggi sono frettolosi e caratterizzati da dialoghi meno brillanti rispetto al passato. Abbiamo sorriso poche volte e ci siamo emozionati anche poco, in una trama derivativa e spinta da una scrittura molto semplice, valorizzata però da un lavoro encomiabile applicato sull’animazione.

Inoltre, si poteva lavorare di più sui personaggi secondari, i cui ruoli sono marginali e fanno fatica a rimanere impressi: in particolare, le controparti dimensionali di personalità storiche della saga non sono state sfruttate fino in fondo.

Ciò detto, abbiamo apprezzato la maggiore presenza di scambi di battute durante le fasi di azione, che contestualizzano la scena e danno modo ai protagonisti di esprimersi oltre le sequenze di intermezzo.

Giocabilità

Rift Apart non abbandona la struttura dei classici capitoli di Ratchet & Clank e si configura come un platform 3D piuttosto lineare. L’esplorazione dei pianeti è abbastanza ridotta e preferisce dare spazio alla spettacolarità delle sparatorie, grande fulcro del divertimento del gioco. È comunque incredibile notare come una formula nata su PS2 sia ancora così attuale e assolutamente spassosa.

L’arsenale conta decine e decine di bocche da fuoco differenti, una parte delle quali proviene da capitoli precedenti: fanno capolino mitragliatori, fucili laser ma anche gadget come il guanto del fato e il funganza, che evocano rispettivamente sul campo mostriciattoli robotici e funghi pistoleri, per aiutarvi contro i nemici. Le sorprese dell'armamentario non sono molte, ma almeno le bocche sono complementari, abbondanti e funzionano bene insieme.

In più, Ratchet può adesso fare affidamento su un paio di nuove tecniche, ovvero lo scatto Phantom, cioè una schivata rapida direzionale, e il FendiLink, una sorta di rampino utilizzabile sulle faglie dimensionali: si rivela utile per fuggire da situazioni di confusione o durante specifiche fasi di salto. In ogni caso, malgrado i molti effetti particellari e il grande dinamismo dell’azione, il gioco rimane il più delle volte pulito e comprensibile: è davvero una goduria da giocare e vedere per merito sia dell’estetica, sia per la responsività dei controlli.

Non siamo invece rimasti impressionati dalla varietà dei nemici, così come dalla quantità di boss: alle volte si ripetono e in linea generale gli scontri memorabili purtroppo si contano sulle dita d'una mano.

Tecnologia

Una delle caratteristiche chiave di Rift Apart risiede nelle fenditure dimensionali, un concetto introdotto per mostrare la potenza dell’SSD di PS5. Il gioco non si prende mai un momento per caricare, se non dietro delle piccole sequenze d’intermezzo impercettibili.

Insomniac Games però alza l’asticella e fa in modo che l’innovazione tecnica non sia solo un vezzo, ma condiziona anche le meccaniche di gameplay. Il pianeta Blizar Prime, ad esempio, è caratterizzato dai cristalli di Blizon che, se colpiti, cambiano dimensione in tempo reale e mostrano una seconda versione dello stesso mondo. Il livello di dettaglio è impressionante e lo è ancora di più la velocità fulminea con cui riesce a caricare tutta la mole poligonale senza perdersi in singhiozzi.

Tutte le sequenze legate al cambio dimensionale spaccano la mascella, eppure i compromessi non mancano: ovviamente il cambio dimensionale lo si può fare solo in specifici punti e soprattutto la seconda versione dello stesso mondo non è visitabile liberamente, poiché il tutto è vincolato a sezioni lineari.

Inoltre, quando Ratchet e Clank vengono catapultati di dimensione in dimensione, la navigazione è giustamente limitata ed è più una sorpresa a livello visivo che ludico, in quanto vi sono dei paletti che non consentono di stressare il software.

Siamo comunque rimasti colpiti da queste sequenze: rimarrete più volte a bocca aperta, nonostante non siano moltissime.

Il DualSense ha poi un ruolo in primo piano, come ovvio che sia. Insomniac Games ha lavorato sul feedback aptico e sui grilletti adattivi per trasmettere le sensazioni delle superfici e dell’ambiente, e per differenziare ogni arma. Purtroppo non raggiunge i livelli di Astro’s Playroom in termini di coinvolgimento, ma di sicuro il supporto aggiunge concretezza alle azioni.

Citiamo anche l’espressività dei personaggi principali, che è a dir poco fenomenale: le più piccole sfumature dello stato d’animo emergono anche solo dai movimenti degli occhi o delle orecchie, un fattore che dà spessore alla messa in scena. È un peccato che tutta questa avanguardia sia al servizio di una storia certamente godibile, ma lontana dal salto di qualità che meriterebbe questa nuova ripartenza.

Contenuti e progressione

Nonostante l'avventura richieda almeno 12 ore per essere portata a termine (e per il completamento di una parte dei suoi obiettivi secondari), non siamo rimasti pienamente soddisfatti dalla qualità e della quantità dei pianeti.

Tolta la meccanica del cambio dimensionale, che si palesa solo in specifici momenti, ci si ritrova dinanzi a situazioni piuttosto classiche, che alternano sparatorie e lievi fasi di salto: il divertimento è sempre alle stelle e non ci si annoia mai, eppure i conoscitori della saga potrebbero storcere il naso dinanzi a certe scelte.

Ciò che delude è nei minigiochi, ai quali è stato riservato un trattamento relativamente debole. Le sequenze nei panni di Clank ricalcano quelle dei predecessori, in quanto si tratta di enigmi basati su sfere che alternano i movimenti delle copie del robottino, che dovrete guidare all'uscita. Li abbiamo trovati semplicistici e non particolarmente gradevoli. Stessa cosa per quanto riguarda Glitch, uno strumento di Ratchet in grado di violare dei terminali: questo darà vita a fasi abbastanza rigide e ripetitive, nelle quali vestirete i panni di un ragno robot sparando ai virus.

Non ci sono poi differenze nell'uso di Ratchet o Rivet: sono identici e imbracciano le stesse armi e gli stessi gadget.

L'unica diversità è nell'estetica e nel fatto che determinate missioni possono essere giocate solo nelle vesti di Ratchet, e altre soltanto in quelle di Rivet. In tutta sincerità, avremmo preferito più spazio per l'iconico duo.

Anche le attività secondarie non fanno gridare al miracolo: fanno il loro dovere aggiungendo qualche ora in più al contatore della durata, deviando dalla via principale e offrendo, appunto, un piccolo compito extra. Sono pochi i motivi per ritornare su un pianeta già esplorato, e anche un minigioco storico come quello dell'arena, spesso nevralgico nei capitoli della saga, non ha goduto di trattamenti speciali, anzi: gli scontri disponibili sono 15 e non brillano di creatività.

Mantiene alto il ritmo senz'altro la cura con la quale sono state realizzate le aree di combattimento, specie quelle più ampie, dove la deliziosa formula di Ratchet & Clank riesce a splendere come non aveva mai fatto prima d'ora. L'interesse poi è sempre vivo poiché vengono offerte nuove armi molto frequentemente e potenziarle è uno spasso: le si acquista con i bolt e le si rafforza il raritarium, collezionato dalle casse segnate sulla mappa o dai nemici più resistenti.

Grafica

Ratchet & Clank: Rift Apart desidera toccare la perfezione a livello grafico. La quantità di fonti luminose, e come queste creano ombre fedeli e penombre, fa impallidire buona parte delle produzioni moderne e realizzano scene di qualità assolutamente eccezionale, dalla grande profondità. Il dettaglio del pelo di Ratchet e Rivet, la qualità dei materiali sulle loro tute o dell'ambiente, la mole poligonale, gli effetti particellari, la densità delle scenografie, l'abbondante uso del ray tracing sulle superfici riflettenti, c'è così tanto da vedere e ammirare che faticherete a staccare gli occhi dallo schermo. A parte il design dei nemici non sempre riuscitissimo e alcuni scorci non all'altezza di altri, è difficile rimproverargli qualcosa sull'estetica.

Sono poi presenti 3 modalità grafiche selezionabili liberamente dall'utente:

  • Fedeltà: 4K dinamici e 30 fps
  • Prestazioni: 4K dinamici e 60 fps
  • Performance RT: 4K dinamici e 60 fps con ray-tracing

Il dettaglio grafico impressionante lo si gusta solo nella modalità Fedeltà, ma il compromesso ideale è la Performance RT: prende il meglio delle due e ne fa un'ottima soluzione, malgrado le riduzioni a livello di particellari, definizione ombre e pulizia siano palesi.

Sonoro

Il lato audio di Rift Apart fa del doppiaggio in italiano il suo fiore all’occhiello. Alessandro Rigotti e Aldo Stella tornano nei panni di Ratchet e Clank, mentre Riccardo Rovatti dà voce a Nefarious. In realtà tutto il cast se la cava alla grande e dona carattere ai personaggi, proprio come in un film d’animazione. Siamo rimasti colpiti anche dal lavoro svolto sull’effettistica, specie dalla cassa del DualSense, che produce suoni bilanciati alla perfezione a seconda di ciò che accade sullo schermo, dalla collisioni dell’omnichiave con lo scenario fino alla raccolta dei bolt. Le musiche, infine, non raggiungono la memorabilia dei pezzi degli originali, ma fanno in modo di ricordavi continuamente che siete in un caos dimensionale, e di certo non sulla Terra.

Prezzo

Ratchet & Clank: Rift Apart è disponibile nei negozi a 79,99€. È il prezzo (salato) di tutte le esclusive Tripla A di PS5: molte catene invogliano il pre-order regalando una ricarica di 20€ per il PlayStation Store insieme al gioco, quindi presumiamo che il prezzo di lancio non faticherà ad abbassarsi almeno un po’ nell’immediato.

Immagini

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Giudizio Finale

Ratchet & Clank: Rift Apart

Ratchet & Clank: Rift Apart sfrutta PS5 come nessuno aveva fatto prima d’ora. A livello grafico è il meglio che possiate vedere su una console next-gen e, di fatto, è un platform 3D piacevolissimo. Ciò detto, non è il miglior capitolo della serie: gli manca quel piglio brillante nella scrittura, nei personaggi e nelle attività collaterali che avrebbe fatto la differenza. Detto ciò, è una di quelle esperienze che tutti i possessori di PS5 dovrebbero gustarsi, prima o poi.

Sommario

Storia 6.5

Giocabilità 8.5

Tecnologia 8.5

Contenuti e progressione 7

Grafica 9.5

Sonoro 8.5

Voto finale

Ratchet & Clank: Rift Apart

Pro

  • Grafica impressionante
  • Doppiaggio ottimo
  • Alcuni momenti spaccano la mascella
  • Più dinamico, ma sempre pulito

Contro

  • La storia non convince
  • Una manciata di pianeti sottotono
  • I minigiochi lasciano a desiderare

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri Da oltre 10 anni scrive sulle pagine del network di SmartWorld. Adora la tecnologia come Winnie The Pooh con il miele. Ama scrivere di videogiochi e si occupa di info-commerce, ed è anche particolarmente bello. Almeno, così dice sua madre.

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