Recensione Watch Dogs Legion: non ti fidare del tuo cellulare (foto e video)

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri

Watch Dogs cambia nuovamente volto. Dopo un primo capitolo dalle tinte drammatiche e un secondo dallo spirito decisamente più scanzonato e giovanile, Watch Dogs: Legion preferisce raccontare la ribellione dal punto di vista di chi davvero la porta avanti: i semplici cittadini.

PRO

  • Ottima ricostruzione di Londra
  • Contesto tecnologico affascinante
  • Buona struttura di alcune missioni principali
  • Poter assoldare ogni abitante è fantastico...

CONTRO

  • ... ma la meccanica è per molti versi acerba
  • Ripetitività nei reclutamenti
  • Alcune sfumature legnose nella giocabilità
  • Comparto audiovisivo tra alti e bassi

Editore Ubisoft
Sviluppatore Ubisoft
Piattaforme PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X, PC Windows
Versione provata PS4 Pro
Genere Avventura Dinamica
Modalità di gioco Singolo giocatore, Multigiocatore
Lingua Completamente in italiano

Premessa

Watch Dogs: Legion è un’avventura dinamica ambientata in una Londra dal futuro non troppo lontano dal nostro. L’obiettivo è quello di ricostruire dalle ceneri il DedSec, un collettivo segreto di hacker il cui scopo è eliminare la corruzione nel mondo. I fili della città sembrano infatti tenuti da un altro gruppo di hacker, denominato Zero-Day, che ha contaminato l’intera città, dalla politica alle forze dell’ordine, fino ai settori industriali.

Non vi è un singolo protagonista: dopo un breve prologo, vi sarà data l’opportunità di scegliere uno tra una manciata di personaggi generati dal gioco. La trama vede al centro la costruzione della rivolta in un contesto che esplora il lato oscuro della tecnologia, alla stregua di Black Mirror. I negozi di vestiario sono solo vetrine da cui rinvenire semplici QR Code, con i capi poi consegnati dai droni a seduta stante: i veicoli sono quasi tutti a guida autonoma e il servizio a noleggio le vede gironzolare in giro per la città; il mondo sta vivendo una sorta di crisi del cibo, che stranamente tende a scarseggiare, cosa che comunque ha spinto le persone ad assumere delle abitudini più sane.

Il contesto è affascinante, verosimile, ma lo svolgimento non prevede grossi colpi di scena e non punta al carisma dei personaggi, tanto è vero che quello più caratterizzato è Bagley, la cinica intelligenza artificiale che vi accompagnerà costantemente con la sua voce in tutte l'avventura. Ciò detto, la storia riserva delle sorprese in termini di realizzazione, e il poter vivere il tutto con un gruppo di eroi completamente differenti aggiunge un fascino intimo all’esperienza.

Giocabilità

Legion recupera buona parte delle meccaniche dei precedenti Watch Dogs, quelle di un videogioco a mondo aperto le cui missioni possono essere completate sia silenziosamente, che con le armi più chiassose. Fulcro nevralgico dell’esperienza, ancora una volta, è l’hacking: i giocatori possono infatti violare veicoli, trappole e terminali per avvantaggiarsi nelle situazioni, che vi vedono sempre in svantaggio numerico. Vi è pure la possibilità di controllare droni e ragni robotici per intrufolarsi in posti altrimenti irraggiungibili.

Il sistema di combattimento rimane spassoso, ma ancorato ad una legnosità di fondo che avremmo voluto vedere rinnovata.

Le lotte a viso aperto sono semplicistiche, così come le sparatorie, contraddistinte da coperture un po’ macchinose e da un feeling generale che non fa emergere grosse differenze con il predecessore. Il modello di guida, infine, ricopre un ruolo marginale ed è troppo leggero per risultare appagante.

Tecnologia

L’innovazione più grande di Watch Dogs: Legion risiede nella possibilità di reclutamento di tutti i cittadini di Londra. È sufficiente avvicinarvisi e avviare la fase di reclutamento per capirne i criteri di riuscita. Le missioni che precedono l’effettivo arruolamento tendono a ripetersi, con la solita struttura degli scambi di favore (recupero di un veicolo, rubare dei dati, eliminazione di un individuo), cosa che appesantisce il ritmo e spinge il giocatore ad avventurarsi con una squadra di soli elementi vitali.

Le reclute migliori, denominate abili, vengono segnalate sulla mappa e sono quelle dotate di abilità più utili: operai edili con droni di carico, spie dotate di capacità furtive, ultrà di calcio in grado di chiamare a sé tifosi infuriati, di chicche ce ne sono abbastanza, in un ventaglio che assicura milioni di combinazioni diverse.

L'algoritmo infatti genera costantemente nuovi abitanti in giro per Londra, dalle sembianze e dai talenti unici, ma gli stimoli per assoldarne più del dovuto non sono poi molti. I motivi sono diversi, uno dei quali è la poca diversità sul campo: in buona sostanza, tutti condividono la classe di hacker, le sole abilità che possono essere potenziate recuperando i punti tecnologia sparsi in città. Dopodiché, i talenti unici fanno poco per diversificare l’approccio in battaglia e non possono essere potenziati. È bello però vedere i personaggi interagire tra di loro, occasioni rare alle quali, tuttavia, non ci si abitua mai, soprattutto durante i briefing.

L’intelligenza artificiale, poi, purtroppo non presenta alcun avanzamento tecnologico. I passanti si limitano ad interazioni molto basilari e gli schemi comportamentali dei nemici puntano alla quantità. Ne giova in parte la componente furtiva, visto che è possibile compiere uccisioni silenziose degne dei film d’azione sfruttando la stupidità degli avversari.

Attrazione

La ricostruzione di Londra è meravigliosa, così bella che si riesce a respirare l’aria dell’effettiva controparte reale. Quartieri quali Trafalgar Square, Covent Garden, Piccadilly Circus e Westminster forniscono una buona varietà visiva per le missioni principali ambientate all’aria aperta. Di minore impatto invece gli interni, sui quali comunque si è svolto un discreto lavoro nell’offrire un buon assortimento di situazioni. Molto spesso, lo scopo delle missioni è quello di violare un terminale posto in un punto di un luogo ostile, ma non mancano gli espedienti per tenere vivo l’interesse.

Le migliori missioni sono quelle che escono fuori dai binari e raccontano un possibile risvolto negativo della tecnologia, dai chip sottopelle alle intelligenze artificiali: mescolano l’hacking all’azione furtiva, risultando le più varie e appaganti, vero perno attorno al quale orbita l’attrazione dell’esperienza. Deludono invece, come già anticipato, le missioni di reclutamento, mentre quelle di quartiere, cioè le secondarie, sfruttano a dovere le peculiarità dei gadget, come i droni e gli SpiderBot.

Inoltre, Ubisoft ha preferito rendere il mondo più capillare e meno vasto rispetto ad uno dei suoi ultimi open world, cioè Assassin's Creed Odyssey, dove l’estensione della mappa tendeva a disorientare. Si è deciso dunque di inserire molti punti di teletrasporto rapido già sbloccati e di non esagerare con i segnali d’interesse, sebbene vi sia molta attenzione nella narrativa ambientale, con registrazioni e documenti nascosti qua e là. La longevità dunque fornisce un più che discreto rapporto tra quantità di contenuti e qualità degli stessi, cercando di garantire costantemente degli stimoli per proseguire, con una campagna che richiede almeno 20 ore per essere completata.

Grafica

I nostri test si sono consumati su PS4 Pro, dove il lavoro di ottimizzazione vive di alti e bassi. Vi sono delle lievi seghettature in lontananza che sporcano un colpo d’occhio altrimenti piacevolissimo, privo di acuti ma senz’altro capace di dipingere un'ottima Londra, sia di giorno che di notte.

Purtroppo i volti lasciano ampiamente a desiderare, e con loro anche le animazioni, tuttalpiù passabili. La fluidità si aggira intorno ai 30 fotogrammi al secondo, mentre segnaliamo dei caricamenti un po' più lunghi del tollerabile.

Sonoro

Quel che stupisce del suono è il fatto che preveda una quantità di linee di dialogo impressionante, specie se si considera le tante variabili dovute alla presenza delle innumerevoli possibilità di generazione degli abitanti. Certo, alle volte le voci si ripetono (non è così raro trovare un botta e risposta svolto da un singolo doppiatore) e l’espediente di inserire delle alterazioni più gravi o acute non convince affatto, ma il lavoro comunque è notevole e include pure il doppiaggio in italiano. Ciò che scalfisce la bontà dell'audio è la concatenazione facilona di alcune battute, che danno vita a dialoghi davvero banali, e l'assenza di sporadiche voci, dovute presumibilmente ad un errore nel codice. Buona invece la radio, sia la scelta di brani che soprattutto le trasmissioni vocali, dove vengono illustrate alcune, ipotetiche evoluzioni tecnologiche future.

Prezzo

69,99€, come un classico videogioco Tripla A. La buona offerta di contenuti lo giustifica, malgrado l’assenza della modalità multigiocatore, purtroppo al momento inattiva. In arrivo a dicembre, salvo cambiamenti dell’ultimo minuto, fornirà gratuitamente una componente cooperativa e competitiva. Il prezzo include l’edizione next-gen, senza alcun costo aggiuntivo, mentre sono presenti sia gli acquisti in-app per lo sblocco di costumi inediti, sia un pass stagionale.

Immagini

PS4 Pro

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Giudizio Finale

Watch Dogs: Legion

Watch Dogs: Legion ripropone la classica formula à-la-Ubisoft, ma la declina affinché sembri rivoluzionaria. Il merito è della possibilità di reclutamento di ogni cittadino di una meravigliosa Londra, mai così bella in un videogioco. Malgrado il guizzo, la meccanica risulta acerba e ancorata ad un modo obsoleto di sviluppare i compiti collaterali. Per il resto è un titolo solido, ricco di potenziale e a tratti sorprendente.

Sommario

Premessa 8

Giocabilità 7

Tecnologia 7.5

Attrazione 7

Grafica 7.5

Sonoro 7

Prezzo 7

Voto finale

Watch Dogs: Legion

Pro

  • Ottima ricostruzione di Londra
  • Contesto tecnologico affascinante
  • Buona struttura di alcune missioni principali
  • Poter assoldare ogni abitante è fantastico...

Contro

  • ... ma la meccanica è per molti versi acerba
  • Ripetitività nei reclutamenti
  • Alcune sfumature legnose nella giocabilità
  • Comparto audiovisivo tra alti e bassi

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri Da oltre 10 anni scrive sulle pagine del network di SmartWorld. Adora la tecnologia come Winnie The Pooh con il miele. Ama scrivere di videogiochi e si occupa di info-commerce, ed è anche particolarmente bello. Almeno, così dice sua madre.