Recensione Tales of Arise: un degno e divertente esponente della storica saga Bandai Namco
Ne è passata di acqua sotto i ponti dal 2016, anno di uscita dell'ultimo capitolo della serie Tales. Parlammo di Tales of Berseria anche qui sulle pagina di SmartWorld, lodandone lo stile e il sistema di combattimento stratificato, ma sottolineando al contempo i limiti da un punto di vista tecnico. Berseria infatti era infatti stato sviluppato per PlayStation 3, tant'è che in Giappone uscì anche per la vecchia console Sony. Tales of Arise, questo il titolo del nuovo capitolo, arriva sul mercato in un momento di transizione. Le console next-gen sono uscite, anche se non ancora minimamente diffuse al pari di quelle della precedente generazione. Di conseguenza il gioco è disponibile su tutte le versioni delle console Sony e Microsoft, oltre che su PC tramite Steam. Cosa aspettarsi dunque da un capitolo che si pone a metà da un punto di visto tecnologico? Scopriamolo insieme.
PRO
- Trama e personaggi nuovi di zecca
- Sistema di combattimento dinamico e stratificato
- Stile grafico ed effetti
- Tradotto in italiano
CONTRO
- È "solo" cross-gen
- Se non vi piace lo stile anime statene alla larga
- Mondo talvolta un po' vuoto
Editore | Bandai Namco Entertainment |
---|---|
Sviluppatore | Bandai Namco Studios |
Piattaforme | PC, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S |
Versione provata | PS5 |
Genere | JRPG, Action RPG |
Modalità di gioco | Singolo giocatore |
Lingua | Audio giapponese, inglese | Testi italiano |
Premessa
Siamo di fronte ad un vero e proprio "fresh start". Le ambientazioni, la trama e i personaggi di Tales of Arise sono infatti nuovi di zecca. L'intenzione del team di sviluppo, che vede il ritorno di Minoru Iwamoto (Tales of Zestiria, Tales of Berseria) nel ruolo di direttore artistico e designer dei personaggi, era proprio quello di rivitalizzare la serie, di riportarla in evidenza e al contempo di attirare nuovi giocatori. Perché alla fine lo stile di gioco di Tales of Berseria, ovvero quello di un Action RPG in terza persona, funzionava anche alla grande. Ma attirare nuovi utenti vuole anche dire offrire una trama e dei personaggi che siano inediti, in modo da permettere alle nuove leve di affezionarsi senza dover recuperare pezzi o giochi antiquati. E allo stesso tempo si è reso necessario implementare uno stile grafico più contemporaneo e "tecnologico" in modo da proiettare appunto la serie Tales of verso la next-gen.
E Tales of Arise riesce a portare avanti tutti gli scopi prefissi con semplicità. Ci troviamo proiettati sul pianeta Dahna, dove gli autoctoni sono stati schiavizzati oramai da 300 anni da parte degli abitanti del vicinissimo pianeta Rena, sempre visibile quasi come fosse una Luna. Gli abitanti di Rena sono molto più avanzati da un punto di vista tecnologico, tanto da aver scoperto come ricavare la così detta Energia Astrale, schiavizzando gli abitanti di Dahna. Ciò che gli abitanti del pianeta schiavizzato non sanno è che è proprio il loro sudore e la loro fatica ad alimentare le macchine che accumulano l'energia astrale. Grazie a tale fonte energetica, gli abitanti di Rena sfruttano un mix di tecnologia e magia che riesce a soggiogare con facilità chiunque tenti di ribellarsi.
Il giocatore si calerà nei panni di Maschera di Ferro, un personaggio misterioso, di cui successivamente scopriremo anche il nome, che non ricorda praticamente nulla del suo passato.
Le uniche cose che sappiamo di lui è che il volto, all'inizio del gioco, è nascosto completamente da una maschera di ferro e che non riesce a percepire il dolore, rendendolo di fatto uno schiavo modello. L'incontro con Shionne, una fuggiasca renana, cambierà per sempre la sua vita. Maschera di Ferro, grazie alla sua abilità di non sentire il dolore, riuscirà a brandire il potere del fuoco che scaturisce dal Nucleo Primario portato da Shionne. Questo potere mistico (o magico) gli permette di fatto di portare in battaglia una spada di fuoco in grado di sgominare anche il più potente dei renani. Ma qual è lo scopo di Shionne? Perché scappa dal suo stesso popolo ed è decisa a tutto per sgominare i leader renani? E qual è il passato di Maschera di Ferro? Se vi abbiamo incuriosito anche solo un minimo siamo, e siete, sulla strada giusta.
La trama insomma riesce ad essere sufficientemente intrigante, introducendo via via un cast variegato, nemici sempre più temibili e "plot twist" che vi terranno incollati alla poltrona.
Lo stile d'altronde è quello di tanti altri giochi prodotti e sviluppati da Bandai Namco. Le atmosfere, i dialoghi e la costruzione della storia seguono canoni simili a quelli di una serie anime, e a ricordarcelo c'è anche una vera e propria sigla di apertura animata che non lascia adito a dubbi.
La narrazione stessa fa utilizzo di tavole dinamiche, in parte già viste in Scarlet Nexus, per raccontare i retro scena tra i membri del cast. Discussioni talvolta frivole, talvolta anche profonde, che spezzano l'azione ma che sono richiamabili a discrezione dello stesso giocatore.
Gameplay
Ma in cosa consiste il gameplay di Tales of Arise? Le meccaniche sono allo stesso tempo rispettose del passato e un minimo innovative. Nei panni del protagonista, controllato in un ambiente tridimensionale con l'ausilio di una classica telecamera in terza persona, ci sposteremo per i vari scenari di Dahna, esplorando location all'aperto o dungeon posti su più piani.
I dungeon sono spesso realizzati su più livelli, con l'esplorazione che riveste un minimo di importanza, e anche con l'utilizzo della meccanica di salto per donare un minimo di dinamismo al tutto. C'è poco da fare però: il vero protagonista della scena è il combattimento.
Quest'ultimo si basa su dinamiche tipiche degli Action RPG: tempo reale quindi, con l'utilizzo di attacchi di base, rotolate da incastrare nei momenti giusti e varie abilità da concatenare. Il tutto però avviene in arene circolari delimitate, in cui si viene proiettati in caso di incontri con i nemici. Questi ultimi sono sempre ben visibili sulla mappa: si scorgono sia la tipologia di nemici (gli zeugle, mostri creati dai renani, o i renani stessi), sia il numero che compone il loro gruppo. Si sa insomma a cosa si va incontro, e la loro stazza, nonché i suggerimenti di alcuni membri del gruppo, vi aiutano a capire se si tratta di un combattimento fattibile o di qualcosa da cui per il momento è meglio stare alla larga.
Nel gergo della serie Tales of il tutto viene sintetizzato con il nome Linear Motion Battle System, anzi, Liberation-LMBS, visto che si tratta di un'evoluzione di quello introdotto nel lontano 1995 in Tales of Phantasia.
All'inizio le meccaniche potranno sembrarvi semplici. Con i dorsali si sferrano gli attacchi di base e si rotola via dai colpi nemici. Con i pulsanti base, almeno su console, si usano le quattro abilità che abbiamo deciso di abbinare agli stessi. Non finisce qui però, perché gli stessi quattro pulsanti cambiano funzionalità dopo aver utilizzato una delle quattro abilità. Vanno quindi studiate nell'apposita sezione, in modo da capire come concatenarle tra loro e come magari sfoderare combinazioni che possono portare a stordire il nemico, lanciarlo in aria o renderlo vulnerabile a diversi elementi. Il loro numero aumenta nel tempo, rendendo via via sempre più stratificato il tutto. Quando poi Maschera di Ferro sfrutta per la prima volta il Nucleo Primario di Shionne, si sblocca anche la dinamica della spada infuocata.
Quest'ultima può essere evocata solo con l'uso di determinate abilità, e essa stessa vanta meccaniche diverse che si innescano con abilità diverse. Finito qui? Assolutamente no.
Ci sono ovviamente anche altri membri del gruppo, che potrete decidere di far controllare all'intelligenza artificiale impostando un comportamento di base. Nulla di vieta di passare al controllo manuale, muovendoli proprio come se fossero il protagonista di base. Ognuno di essi però vanta dinamiche di combattimento diverse. Shionne ad esempio manovra una sorta di "fucile magico" in battaglia, sferrando attacchi da lontano e al contempo curando le ferite dei membri del gruppo. Rinwell invece è in tutto e per tutto una maga, e così via con ruoli diversi e meccaniche diverse. È richiesto quindi uno studio abbastanza approfondito del tutto, specialmente se la vostra intenzione è quello di affrontare il gioco a livelli di difficoltà più elevati.
Il gruppo via via si arricchisce, e in battaglia saranno in tutto quattro i personaggi a darsele di santa ragione con reniani e zeugle nelle piccole arene.
Ci saranno anche due personaggi di supporto, e come se non bastasse le frecce direzionali innescano attacchi speciali e anche combo che coinvolgono più personaggi alla volta. La dinamica di rotolamento per evitare i colpi nemici non è vitale come in un soulslike, ma azzeccare il momento giusto permette di innescare contrattacchi anche piuttosto potenti. E di nuovo, in caso di difficoltà maggiori l'importanza della meccanica cresce di conseguenza. C'è anche la gestione dell'equipaggiamento, che però di fatto riveste un ruolo non troppo dominante. C'è in compenso una sorta di ramo talenti, che si arricchisce di ramificazioni raggruppate però in sezioni separate tra di loro, in cui spendere i punti esperienza accumulati. Ogni personaggio ha la sua schermata di riferimento, e anche in questo caso dovrete regolarvi a seconda che decidiate di utilizzare solo il protagonista o se avete intenzione di giocare anche gli altri, potenziandone magari determinati punti piuttosto che altri.
A prescindere da quanto abbiamo descritto finora, vi basti sapere che il sistema di combattimento funziona alla grande, risultando immediato, anche se stratificato, e dannatamente divertente. A contribuire al tutto c'è anche la resa grafica a cui faremo cenno nel prossimo paragrafo. L'esplorazione, come già detto, riveste un ruolo quasi marginale, ma ci sono comunque tesori da scovare, collezionabili, strade alternative e altri elementi che faranno la gioia dei completisti. Oltre a giocare la trama principale, il giocatore potrà anche lanciarsi in missioni secondarie, le cui trame non brillano certo, ottime per accumulare esperienza, sbloccare nuovi oggetti e accumulare risorse. Ci sono anche minime dinamiche di crafting, che permettono la creazione di armi e accessori, e la possibilità di cucinare negli accampamenti pietanze di vario genere in grado di fornire bonus più o meno duraturi e potenti.
Comparto tecnico
Come detto in apertura, uno dei più grandi problemi di Tales of Berseria era proprio il comparto tecnico.
In Tales of Arise si è optato per dismettere motori grafici proprietari e passare al più poliedrico Unreal Engine 4. I risultati ottenuti sono ovviamente di gran lunga migliori. Non è però sufficiente per poterlo definire un vero e proprio gioco next-gen, quanto appunto più un'opera cross-gen che da un punto di vista estetico e di effetti si propone in modo simile su entrambe le generazioni di console. Ovviamente non mancano i vantaggi offerti dal giocarlo su PS5 e Xbox Series X. Tra le impostazioni ci sono anche quelle che permettono di avvantaggiare la grafica o di giocare il tutto con performance migliori. Proprio per via della dinamicità dei combattimenti abbiamo scelto di giocarlo in modalità performance, godendo dei sessanta frame al secondo praticamente granitici. Nel caso foste interessati a vedere in azione le varie modalità e dare un'occhiata alle performance sulle tante console di gioco (PS4, PS4 Pro, Xbox One, Xbox One X, Xbox Series X|S) potete fare riferimento al seguente video.
A risentire delle performance su console next-gen sono anche le bellissime animazioni dei combattimenti. Lasciando da parte il frame rate e la risoluzione, ciò che conta è che lo stile grafico è azzeccato ed evocativo, in perfetta armonia con lo stile anime che caratterizza l'opera e in generale anche le produzioni di casa Bandai Namco. Per l'occasione è stata utilizzata anche la "nuova" tecnica Atmospheric Shader che dà un tocco quasi di cel-shading al tutto, facendoci sembrare davvero all'interno di una sorta di dipinto o di cartone animato. I colori sono particolarmente accesi e i dettagli di nemici, boss e protagonisti sono molti ma comunque sempre in linea con la vena anime. Vedere per credere in questo screenshot del protagonista.
Le ambientazioni passano da città ricche di dettagli ad ambienti naturali e dungeon talvolta un po' più spogli (anche perché le prime due zone sono desertiche e innevate). Non abbiamo mai utilizzato la parola open world perché di fatto non lo è.
Non si tratta di un'esperienza su binari, ma nemmeno assimilabile appunto a quella di altri titoli di più ampio respiro. I passi in avanti rispetto a Berseria insomma ci sono stati eccome, e anche solo l'aver sposato l'Unreal Engine 4 esprime il desiderio di Bandai Namco di rilanciare la serie e di renderla ancora più attuale. Buone, ed altrettanto evocative, sono le musiche che ci accompagnano in battaglia, anche se un po' ripetitive talvolta. Il doppiaggio è di altissimo livello, disponibile in lingua giapponese (più azzeccata, visto quanto detto finora) o in lingua inglese. Niente paura però: come da tradizione, la produzione Bandai Namco è completamente tradotta in italiano nei testi e nei menu, a nuova conferma di quanto il publisher ci tenga al nostro mercato.
Prezzo
Tales of Arise arriva su PS4, PS5, famiglia Xbox One, Xbox Series X|S e PC tramite Steam il 10 settembre prossimo. Il prezzo è da tripla A, ma se non altro le versioni next-gen vantano lo stesso prezzo delle altre (a riconferma della sua natura cross-gen).
C'è anche una bellissima (e costosa) Collector's Edition.
Su alcuni dei link inseriti in questa pagina SmartWorld ha un'affiliazione ed ottiene una percentuale dei ricavi, tale affiliazione non fa variare il prezzo del prodotto acquistato. Tutti i prodotti descritti potrebbero subire variazioni di prezzo e disponibilità nel corso del tempo, dunque vi consigliamo sempre di verificare questi parametri prima dell’acquisto.
Giudizio Finale
Tales of Arise
Voto finale
Tales of Arise
Pro
- Trama e personaggi nuovi di zecca
- Sistema di combattimento dinamico e stratificato
- Stile grafico ed effetti
- Tradotto in italiano
Contro
- È "solo" cross-gen
- Se non vi piace lo stile anime statene alla larga
- Mondo talvolta un po' vuoto