Recensione House of Ashes: il nemico del tuo nemico è tuo amico?

"Il nemico del mio nemico..." ed il resto della frase sta a voi completarlo: è questo il senso di House of Ashes, il titolo perfetto da giocare con i vostri amici nel weekend di Halloween.
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Recensione House of Ashes: il nemico del tuo nemico è tuo amico?

Mi sono permesso di intitolarla "cinepanettorror" (è un marchio registrato!) questa saga antologica di Supermassive Games, che ci delizia con un nuovo capitolo a cadenza annuale. Dopo Man of Medan e Little Hope, arriva House of Ashes: se vi piacciono i film interattivi, rimanete con noi.

PRO

  • Storia coinvolgente
  • Legami e personaggi empatici
  • Ottima messa in scena
  • Migliorie all'esplorazione...

CONTRO

  • ... che risulta alle volte tediosa
  • Si può lavorare di più sull'interattività
  • L'espressività andrebbe rifinita

Scheda videogioco

  • Publisher BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore Supermassive Games
  • Genere Avventura Narrativa, Horror
  • Numero giocatori 1-2 (Online), 1-5 (Locale)
  • Lingua Completamente in Italiano
  • Disponibile su

Storia

House of Ashes è un'avventura narrativa giocabile senza che abbiate affrontato i predecessori, visto che i titoli della The Dark Pictures Anthology raccontano trame a sé stanti.

Ricapitolando il funzionamento, si configurano come storie interattive, dall'impianto cinematografico, in cui è possibile prendere delle scelte per modificare lo scorrere del racconto e le relazioni tra i personaggi. Queste, poi, determinano il loro destino: sbagliare la pressione di un tasto, quando vi viene richiesto, potrebbe farli morire di punto in bianco. La paura di perderli è sempre in agguato.

In House of Ashes, vi sono però delle differenze a livello narrativo rispetto a Man of Medan e Little Hope. Anzitutto la matrice del racconto, più vicina al linguaggio della cinematografia d'azione, e poi nell'incipit, perché pesca dalla mitologia sumera e dell'antica Mesopotamia.

Senza scendere troppo nel dettaglio, la storia è ambientata nel 2003 a ridosso delle tensioni tra USA e Iraq, durante la preparazione di un assalto ad un silos che sembra contenere le armi chimiche di Saddam Hussein.

Da una parte quindi gli americani, decisi a sgomberare l'area (anche con la forza, se lo desiderate), dall'altra invece gli iracheni, pronti ad intercettare l'esercito statunitense. Come potete facilmente prevedere, nulla andrà per il verso giusto ed entrambi si ritroveranno (insieme, se lo volete) a fronteggiare delle minacce dalle sembianze mostruose, nascoste in quelle grotte da chissà quanti anni.

La storia segue la vicenda da entrambi i lati, con quattro personaggi americani sufficientemente ben caratterizzati e un iracheno, Salim, che non faticherà a diventare il vostro preferito, visto che è quello con cui si empatizza maggiormente, nonostante non abbia molto tempo a schermo.

Il tutto scorre in maniera molto più fluida e godibile rispetto soprattutto ai predecessori, per merito di una rosa di protagonisti sorretti da legami che formano un bell'intreccio, seppur le dinamiche sappiano di già visto: triangolo amoroso, fiducia tra marine, inutilità della guerra, in un miscuglio trattato con leggerezza e dipinto con una messa in scena di buon livello, caratterizzata da una minore presenza di osservazioni banali e frasi sconclusionate.

Giocabilità

Anche House of Ashes si gode nelle stesse modalità dei precedenti episodi della Dark Pictures, ma ci sono un paio di migliorie. La telecamera liberamente manovrabile dal giocatore, introdotta in alcune scene di Little Hope, ora è praticamente sempre attiva. Le visuali fisse sono state sostituite da una telecamera libera a 360° che migliorano l'esplorazione, ma purtroppo riducono all'osso le scene in cui proprio il movimento di telecamera andava ad accrescere il terrore. 

Inoltre, è stato aggiunto un comando apposito per attivare la torcia: rallenta i movimenti ma, ovviamente, consente di illuminare lo scenario. Fa atmosfera, senza alcun dubbio, ma in generale i controlli dei movimenti continuano ad essere pesanti, vincolati ad un visibile input-lag. L'esplorazione è resa meno tediosa da documenti ben più interessanti, che svelano i retroscena del tempio sumero dove poserete i piedi: ci si spaventa artificialmente di meno, ci si appassiona di più.

Tornano poi i quadri di premonizione, che suggeriscono cosa potrebbe accadere da lì a poco, in maniera tale che possiate agire in un modo diverso da quello ipotizzato per evitare una possibile tragedia. Torna anche il sistema a dialoghi a tre scelte, di cui una è sempre il silenzio, così come i QTE. Il concetto di stare in silenzio e di non rispettare i QTE è stato sviluppato meglio e spesso porta a risvolti convincenti.

Contenuti e Progressione

L'avventura richiede cinque ore e mezza per essere portata a termine, quindi è leggermente più longeva rispetto alle precedenti. C'è ancora del tedio dovuto alle fasi esplorative, che sono però minori e più brevi, aiutando il ritmo a non stagnarsi.

Come Man of Medan e Little Hope, anche House of Ashes può essere giocato da soli, in cooperativa online con un compagno e nella modalità cinema: questa vi consente di affrontare il viaggio con un massimo di cinque partecipanti in locale, dove ognuno guiderà un personaggio diverso semplicemente passando il controller ogni volta che il gioco lo chiederà.

Fanno poi capolino tre diversi livelli di sfida che modificano i QTE, rendendoli più difficili o permissivi.

Grafica

La grafica di House of Ashes viaggia tra molti alti e qualche basso, tra fotorealismo e inspiegabili materiali in bassa risoluzione, per un lavoro che avrebbe richiesto un po' più di rifinitura. Lo si può vivere in due modalità su PS5, Qualità o Prestazioni, con quest'ultima che aiuta a nascondere la macchinosità dei controlli. Anche l'espressività dei personaggi non sempre convince: ci sono scene in cui è ottima, altre dove è deficitaria. Tra i volti si riconosce facilmente quello di Ashley Tisdale, la quale se l'è cavata egregiamente nei panni della coraggiosa Rachel, l'unica protagonista femminile. Fantastico poi il design delle creature: nonostante l'ispirazione sia palese, ho molto apprezzato come vengono introdotte e narrate.

Il risultato finale è più che discreto, ma ho avuto come l'impressione che gli artisti (e il motore grafico) se la cavino meglio con gli interni.

Ci sono però diverse scene di alto livello, davvero ben coreografate: in linea generale l'aspetto registico è meglio curato e valorizza molto l'impatto estetico. 

Sonoro

L'operazione di mixaggio per quanto riguarda il doppiaggio in italiano, sul quale avevo espresso delle criticità in Little Hope, è stata effettuata con maggiore cura in questo terzo capitolo, a parte una singola battuta detta in lingua francese e alcuni errori tollerabili di intonazione. Le voci alle volte suonano un po' metalliche, eppure siamo davanti ad un lavoro di buon livello, composto da noti doppiatori del settore, quali Marco Balzarotti, Claudio Moneta e Alessandro Capra.

L'effettistica fa il suo dovere, anche se talvolta è un po' ripetitiva. È davvero fastidioso il fischiettio nelle fasi iniziali, quando i marine stanno studiando il piano: lo avrò ascoltato per 10 volte consecutive. C'è da dire che il comparto sonoro non fa continuo affidamento agli sbalzi di volume per spaventare, come appunto accadeva in passato, mescolando meglio gli effetti per creare l'atmosfera.

Prezzo

House of Ashes arriva nei negozi in versione fisica e digitale al prezzo di 29,99€, la stessa cifra di Man of Medan e Little Hope. L'ho giocato da solo, ma lo affronterei volentieri un'altra volta con amici. Vi segnalo anche l'arrivo di un Triple Pack che include i primi tre titoli dell'antologia a 59,99€ in una steelbook.

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Giudizio Finale

The Dark Pictures Anthology: House of Ashes

A livello di intreccio, ritmo e coinvolgimento, House of Ashes è il miglior capitolo della The Dark Pictures Anthology fino ad ora. Permangono dei problemi legati all'interattività, che richiede a gran voce qualcosa che la possa rendere meno macchinosa e tediosa, ma questa volta tematiche, personaggi, immaginario e retroscena sono ben cuciti tra loro per una valida celebrazione dell'orrore.

Sommario

Storia 8

Giocabilità 7

Contenuti e Progressione 7.5

Grafica 7.5

Sonoro 7.5

Prezzo 8

Voto finale

The Dark Pictures Anthology: House of Ashes

Pro

  • Storia coinvolgente
  • Legami e personaggi empatici
  • Ottima messa in scena
  • Migliorie all'esplorazione...

Contro

  • ... che risulta alle volte tediosa
  • Si può lavorare di più sull'interattività
  • L'espressività andrebbe rifinita

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri Da oltre 10 anni scrive sulle pagine del network di SmartWorld. Adora la tecnologia come Winnie The Pooh con il miele. Ama scrivere di videogiochi e si occupa di info-commerce, ed è anche particolarmente bello. Almeno, così dice sua madre.