Recensione Twelve Minutes: attenti al loop! (foto e video)

Vezio Ceniccola
Vezio Ceniccola

Giocare a Twelve Minutes è un'esperienza molto peculiare. Non perché ci mette davanti elementi mai visti prima – il loop temporale è un concetto già usato e abusato da giochi, film e serie TV; e lo stesso si può dire per le storie thriller con ambientazioni casalinghe – bensì perché unisce tali elementi in un gioco che prova a raccontare una storia complessa, in una maniera ancora più complessa. Il lavoro autoriale (e artistico) di Luis Antonio si è andato perfezionando negli anni, finendo per assumere una forma molto definita, spigolosa, certamente non adatta a tutti. Per questo motivo, Twelve Minutes fa parte di quella schiera di giochi difficili da digerire, che diventano divisivi per il pubblico: o li si ama o li si odia, impossibile rimanere nel mezzo. In questa recensione troverete alcuni degli elementi principali per capire da che parte potreste stare, ovviamente senza spoiler sulla trama principale.

PRO

  • Meccanica dei loop ben gestita
  • Storia piena di colpi di scena
  • Doppiaggio e dialoghi da cinema
  • Stile grafico curatissimo

CONTRO

  • Molta ripetitività superflua
  • Trama troppo "lineare"
  • Animazioni legnose
  • Alcuni bug per i movimenti

Editore Annapurna Interactive
Sviluppatore Luis Antonio
Piattaforme PC Windows, Xbox One, Xbox Series X|S
Genere Avventura grafica, Roguelite
Modalità di gioco Giocatore singolo
Lingua Italiano (testo), Inglese (audio)
Prezzo e acquisto 24,99€

Cos'è Twelve Minutes?

Twelve Minutes è definito dagli stessi creatori un "thriller interattivo". Usando categorie più consone, possiamo dire che si tratta di un'avventura grafica punta e clicca con meccaniche roguelite: il protagonista si trova immerso in un loop temporale che dura al massimo 10 minuti – sì, 10 e non 12, capirete alla fine perché – e l'azione riparte ogni volta dallo stesso punto, quando scade il tempo o si compiono specifiche azioni. La trama viene raccontata in maniera non-lineare, dovrà essere il giocatore ad incastrare tutti i pezzi nel modo giusto. Ad ogni ciclo potremo scoprire nuovi dettagli e fare nuove azioni, fino ad arrivare alla completa soluzione del puzzle. Potremo anche scegliere di volta in volta come far evolvere la trama, anche se le possibilità sono meno di quelle che mi sarei aspettato.

Il creatore di Twelve Minutes è Luis Antonio, una vecchia conoscenza per gli appassionati di giochi particolari: ha lavorato per Ubisoft e Rockstar Games, ma soprattutto ha realizzato le splendide ambientazioni di The Witness – un titolo che vi consiglio di provare se volete vivere un'esperienza di gioco fuori dal comune.

Dentro a Twelve Minutes ci sono molte delle sue idee più originali in termini di art direction e gameplay. Non a caso, la pubblicazione è stata affidata ad Annapurna Interactive, un publisher che ha ormai una certa esperienza con giochi poco mainstream.

Gameplay

Facendo uno strappo alla regola, in questa recensione parliamo prima del gameplay e poi della storia di Twelve Minutes. Questo perché è difficile dare una forma alla trama senza capire come viene raccontata – o meglio, come noi la dovremo scoprire ciclo dopo ciclo.

Tutto il gioco si svolge all'interno di un piccolo appartamento con cucina, camera da letto, bagno e ripostiglio. Non si può uscire e non si possono nemmeno aprire le finestre. Nell'appartamento vivono due persone, marito e moglie, ma ben presto si presenterà alla porta un brutto ceffo che dirà di essere un poliziotto. Ed ecco che vi ho presentato (quasi) tutte le ambientazioni e (quasi) tutti i personaggi del gioco, sono solo questi – ma attenti al "quasi".

Altra particolarità di Twelve Minutes è la visuale dall'alto, che ci farà osservare tutto come fosse una casa di bambole senza soffitto. Nelle stanze sono disposti alcuni oggetti – in realtà abbastanza pochi – con cui è possibile interagire. Sia gli spostamenti che l'interazione con gli oggetti avviene tramite mouse, non c'è bisogno di usare alcun pulsante sulla tastiera. L'unico personaggio che possiamo controllare è il marito, che sarà il protagonista della storia. Grazie al suo inventario, che si apre dal pannello in alto, possiamo combinare gli oggetti che abbiamo raccolto – azione che comunque servirà poco in tutto il gioco – oppure trascinarli all'esterno per darli agli altri personaggi o usarli con gli oggetti in scena. Inoltre, potremo parlare con gli altri tramite dialoghi a scelta multipla, che saranno fondamentali per andare avanti nella storia.

Uno dei primi limiti che s'incontra appena s'inizia a giocare a Twelve Minutes è la lentezza delle azioni, che tra l'altro devono essere compiute una alla volta.

Molti dei movimenti sono tremendamente macchinosi (e legnosi), cosa che certamente aumenta il realismo ma diminuisce la pazienza del giocatore. Anche perché la maggior parte di questi dovrà essere ripetuta per un numero sconsiderato di cicli, rendendo il gameplay molto frustrante per certi versi. Ci sta, è una meccanica voluta dal gioco, ma forse si poteva realizzare un po' meglio, proponendo maggior "comodità" per il giocatore.

A proposito di loop temporali, che sono il vero motore di Twelve Minutes, avrete a disposizione solo 10 minuti prima di ricominciare ogni ciclo. La stessa cosa accadrà se uscirete dalla porta di casa, verrete picchiati dal poliziotto o morirete in qualche modo. Per fortuna è possibile skippare i dialoghi e alcune parti di attesa, facendo un clic con il tasto sinistro del mouse oppure con azioni speciali: ad esempio, è possibile andare avanti di qualche minuto dormendo nel letto, nascondendosi nel ripostiglio o attivando un particolare dialogo con la moglie.

La difficoltà complessiva non è elevatissima, ma si tratta comunque di un gioco complicato. Come ogni avventura grafica che si rispetti, anche in Twelve Minutes c'è il forte rischio di rimanere bloccati con la storia, senza sapere come andare avanti. Tanto sono semplici da utilizzare i controlli e l'interfaccia, tanto sono cervellotici alcuni "enigmi". La maggior parte delle azioni da compiere è abbastanza ovvia – e anche più "lineare" di quello che avrei pensato – ma ci sono alcune parti in cui magari il giocatore sa che deve sbloccare un certo dialogo, ma non sa come farlo. Alcune operazioni sono poco intuitive e potrebbero trarre in inganno.

Inoltre, il meccanismo dei cicli temporali di 10 minuti mette una fortissima pressione: non è possibile prendersela comoda, pensando e ripensando fermi in mezzo alla stanza, ma bisogna agire in fretta per fare tutto nei tempi giusti. Quando vi troverete nelle parti centrali della trama, avrete letteralmente i minuti contati per fare quello che dovete fare.

Se comunque vi rimane un po' di tempo, vi consiglio di esplorare con dedizione ogni angolo della casa, in particolare i quadri appesi alle pareti e la piantina nella camera da letto. Potreste notare qualcosa di diverso, ciclo dopo ciclo, quindi fateci attenzione.

Storia

Twelve Minutes ha una storia raggomitolata su se stessa, che il giocatore dovrà pian piano srotolare facendo attenzione ad ogni dettaglio ed ogni dialogo. Nel corso del racconto ci sono molte ramificazioni e vari finali diversi, ma la trama principale è complessivamente molto lineare: una volta arrivati alla fine non rimangono misteri aperti.

La situazione di partenza di ogni ciclo temporale è questa: il nostro protagonista (il marito) torna a casa da lavoro e trova la moglie chiusa in bagno. A questo punto è possibile partire con le proprie azioni, prendendo diverse strade a seconda di quello che abbiamo in mente. Parlando con la moglie scopriremo che ha preparato il dolce per una seratina speciale, visto che ha una cosa molto importante da dirci.

All'inizio vi consiglio di seguire il percorso più canonico, mentre successivamente potrete ignorare questa parte. Quello che dovete sapere è che, puntualmente, dopo circa 5 minuti sentirete bussare alla porta: un tizio in abiti scuri, che si definisce un "poliziotto", entrerà in casa e vi arresterà. Dirà alla moglie che è accusata dell'omicidio del padre e le chiederà di consegnare un orologio, che vuole a tutti i costi. La moglie si rifiuterà di consegnare l'orologio e il poliziotto verrà da noi, ci metterà le mani al collo e ci farà soffocare, fino alla morte – o meglio, fino ad innescare un nuovo ciclo temporale.

Da questo momento saremo entrati davvero all'interno della storia e ci toccherà risolvere tutti i misteri che ci sono appena caduti addosso all'improvviso: chi è l'uomo che bussa alla porta? Cos'è la storia dell'omicidio? La moglie è innocente? E soprattutto, di che orologio parla il poliziotto?

Se già queste domande vi sembrano strane, sappiate che nel corso dell'avventura troverete risposte molto più sorprendenti di quanto non vi aspettiate.

Ci sono continui colpi di scena, in alcuni casi giganteschi, tanto che l'intera trama arriva a sembrare un po' paradossale verso la fine. Forse Luis Antonio si è lasciato prendere la mano coi twist, ha voluto mettere troppa carne al fuoco all'interno di Twelve Minutes.

Anche perché la quantità di twist è davvero alta soprattutto se consideriamo la durata totale del gioco: 5 ore scarse per completare la trama principale, 7 ore per trovare tutti i finali. Ovviamente sono tempi medi, dipende tutto da quanto siete bravi a capire come andare avanti, dunque potreste metterci molto di più o molto di meno rispetto ai tempi indicati.

La sceneggiatura dei dialoghi – che, ripeto, sono fondamentali nel gioco – è una delle parti meglio riuscite di Twelve Minutes. Le conversazioni tra il marito e la moglie sono molto realistiche, profumano d'intimità quotidiana. Anche le discussioni con il poliziotto sono ben scritte e recitate, intimoriscono il giocatore al punto giusto.

A proposito di timore, attenzione perché il livello di violenza è molto alto. Ci sono diverse scene con aggressioni, coltellate, spari e quant'altro. Tutto viene mostrato in maniera molto esplicita e senza alcun tipo di censura: in alcuni casi le scene sono raccapriccianti, con fiotti di sangue che sgorgano da tutte le parti. Personalmente ho apprezzato questo aspetto molto crudo, ma tenetelo in considerazione se siete facilmente impressionabili.

Tutto sommato, al netto della ripetitività di alcune operazioni, la meccanica del loop temporale funziona bene e rende interessante lo svolgimento della trama. Con un po' di sospensione dell'incredulità potrete godere di momenti che vi faranno rimanere a bocca aperta, emozionandovi nel vedere le reazioni dei personaggi in gioco, così presi dalle loro vite e così inerti di fronte all'eterno ritorno del loop.

Grafica

Twelve Minutes è, in fin dei conti, un film interattivo. Non lo nasconde, anzi se ne vanta. Gli stessi creatori ne sono ben coscienti: hanno realizzato un poster ufficiale e una locandina da cinema – la potete vedere nell'immagine a seguire – che nulla hanno da invidiare ad alcuni raffinati film che partecipano ai festival più esclusivi.

Per la grafica del gioco è stato fatto un grande lavoro: tutti gli ambienti, gli oggetti e i personaggi sono ben riprodotti; la casa è un po' spoglia ma sembra accogliente, realistica. Come già visto in The Witness, lo stile di Luis Antonio è molto peculiare, riesce a dare sensazioni piacevoli alla vista, anche quando si notano piccole imperfezioni. Ad esempio, ci sono alcuni glitch grafici con gli oggetti, molto rari ma evidenti.

Il movimento degli attori è stato realizzato con il motion capture, dunque molte delle reazioni ai dialoghi o alle interazioni con gli altri sono perfettamente credibili. L'ho già detto: Twelve Minutes vuole sembrare un film e in alcuni casi ci riesce. Dove crolla miseramente è, però, nelle animazioni più legate alla giocabilità: alcuni movimenti sono poco realistici, troppo macchinosi, spesso legnosi da far paura. In più, ci sono momenti in cui i personaggi s'incastrano negli ambienti più stretti ed è impossibile compiere altre azioni: sono veri bug, non c'è altro modo di definirli.

Questo pavimento non vi ricorda qualcosa?

Per ultimo, segnalo la presenza di alcune simpatiche citazioni a film di grande successo, alcune visive e altre nascoste all'interno dei dialoghi. Ci sono, ad esempio, richiami evidenti a Shining, Ricomincio da capo (Groundhog Day) e Memento, lavori che in parte richiamano il concetto di loop temporale o altre parti del gioco.

Audio

La parte sonora è stata curata alla perfezione. I suoni ambientali sono molto importanti durante il gioco, perché permettono di avere il giusto tempismo per compiere determinate azioni. Sono precisi, realistici e gestiti bene anche a livello di effetti. Se si tende bene l'orecchio, è possibile sentire in lontananza un bambino che piange nell'appartamento dei vicini, la pioggia fuori dalla finestra, il rumore della tazza che la moglie appoggia al bancone e tanti altri piccoli suoni.

All'interno di Twelve Minutes non è previsto il doppiaggio in italiano – ma i testi sono completamente tradotti nella nostra lingua, sottotitoli inclusi – ed è probabilmente un bene.

Il doppiaggio inglese originale è, infatti, affidato ad alcuni attori molto bravi: James McAvoy, Daisy Ridley e Willem Dafoe. Le loro voci danno una gran mano all'ambientazione e contribuiscono a rendere più credibili i dialoghi. La scelta è stata davvero azzeccata e l'ho apprezzata particolarmente.

Ad esclusione della musica nel menu di gioco, non è presente una vera e propria colonna sonora. Le uniche note che sentirete saranno quelle della radio in cucina, se deciderete di accenderla, oppure quelle che la moglie canticchia mentre passeggia per la casa.

Prestazioni

Ho giocato a Twelve Minutes nella versione PC Windows. Ho scaricato il gioco dal Microsoft Store grazie all'accesso ad Xbox Game Pass. L'abbonamento al servizio Game Pass mi è stato fornito gentilmente da Microsoft, che colgo l'occasione per ringraziare. La macchina su cui ho giocato appartiene ad una fascia medio-alta e monta i seguenti componenti: processore AMD Ryzen 7 3800X, scheda video NVIDIA GeForce RTX 3070 Ti, 32 GB di RAM a 3.600 MHz e 1 TB di SSD NVME PCIe 4.0.

A livello prestazionale, posso dire che Twelve Minutes non impegna troppo le risorse hardware. Sono riuscito a giocare a risoluzione 4K e qualità impostata su "Alta" senza particolari problemi di framerate. A dirla tutta, si tratta di un gioco con un gameplay compassato, dunque anche giocandolo a 30 fps di media potrete godervelo al meglio. Non ci sono lunghi caricamenti o altri elementi prestazionali che rallentano il gioco. Anche il meccanismo dei loop è molto veloce: appena finisce quello precedente inizia subito quello successivo, senza interruzioni.

Prezzo

Twelve Minutes è disponibile solo su piattaforme Microsoft, in particolare PC Windows e console Xbox Serie X|S e Xbox One. Il prezzo di listino è pari a 24,99€ ed è possibile acquistarlo su Steam e sul Microsoft Store. Inoltre, è uno dei giochi inclusi nel servizio Xbox Game Pass, dunque se siete abbonati potete scaricarlo su PC o console senza costi aggiuntivi.

Twelve Minutes – Screenshot

Giudizio Finale

Twelve Minutes

Twelve Minutes non è un gioco per tutti, non vuole esserlo e non lo sarà. Ha un'anima intrisa di autorialità che lo rende divisivo: alcuni lo ameranno, altri lo odieranno. In ogni caso, non si può rimanere indifferenti ad un titolo che propone un gameplay così peculiare: i loop temporali sono una grande idea, e anche se non sono gestiti alla perfezione regalano una buona esperienza di gioco. La grafica, l'ambientazione e soprattutto i dialoghi (ben scritti e recitati) contribuiscono a dare un senso più profondo a tutto quello che avviene nel corso della trama, ricca di momenti che lasciano a bocca aperta. Peccato per la troppa ripetitività di alcune operazioni meccaniche, che ciclo dopo ciclo diventano frustranti, e per la poca varietà dei finali. Manca poco per essere un grande gioco, ma c'è tutto per diventare una piccola perla.

Voto finale

Twelve Minutes

Pro

  • Meccanica dei loop ben gestita
  • Storia piena di colpi di scena
  • Doppiaggio e dialoghi da cinema
  • Stile grafico curatissimo

Contro

  • Molta ripetitività superflua
  • Trama troppo "lineare"
  • Animazioni legnose
  • Alcuni bug per i movimenti

Vezio Ceniccola
Vezio Ceniccola Nato in un posto che sicuramente non conoscerete, romano d'adozione, affascinato da qualsiasi cosa abbia tasti, schermi o lucine colorate.
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