La formula matematica per le decisioni difficili della vita

Leonardo Banchi
Leonardo Banchi
La formula matematica per le decisioni difficili della vita

Nel corso della nostra vita ci troviamo spesso di fronte a decisioni tanto importanti quanto difficili: quale lavoro fare, quale candidato assumere per la nostra azienda, o addirittura quale persona scegliere per il fatidico "finché morte non ci separi". Fortunatamente, per aiutarci ad aumentare le probabilità di fare la scelta giusta, possiamo chiamare in nostro aiuto la matematica.

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Questo tipo di dilemmi è chiamato "Il problema del matrimonio" (o "Problema della segretaria"): si usa questa definizione per indicare tutti i casi in cui, compiendo una scelta, tagliamo fuori tutte le altre possibilità delle quali potremmo venire a conoscenza in tempi futuri, come nuove possibili compagne o candidate per il lavoro.

Alex Bellos, autore del libro "The Grapes of Math", analizza la cosa dal punto di vista matematico:

"Immaginate di stare intervistando 20 persone per il ruolo di segretario nella vostra azienda (o per scegliere vostra moglie), con la regola che alla fine di ogni colloquio dovrete decidere se assegnargli o no il lavoro: se offrite il lavoro a qualcuno, fine del gioco.

Non potete andare avanti e incontrare gli altri. Se invece arrivate all'ultimo candidato, dovrete offrire il lavoro a lui.

Rifacendosi alla teoria di Martin Gardner, che nel 1960 descrisse la formula, il miglior modo per procedere è incontrare il primo 36,8% dei candidati: non assumere (o sposare) nessuno di essi, ma nel momento in cui uno dei candidati successivi sia all'altezza del migliore di quel primo gruppo, ecco quello da scegliere! Ovviamente rimane la possibilità che il migliore in assoluto si trovasse nel primo 36,8%, ma anche in quel caso vi troverete comunque con la seconda scelta."

Certo, si tratta di un modello matematico che non tiene conto di fattori umani, come l'eventualità che vi innamoriate perdutamente di qualcuno facente parte del primo gruppo, e che per di più non produce neanche un risultato felice in ogni caso: lo fa però più spesso di quando accadrebbe agendo a caso, e per un matematico, questo è sufficiente.

VIA: LifeHacker

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