Love, Death & Robots stagione 3: la recensione di tutti gli episodi (no spoiler)

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
Love, Death & Robots stagione 3: la recensione di tutti gli episodi (no spoiler)

Love, Death & Robots è una delle serie di animazione originali Netflix più... originali. Come si intuisce dal titolo parla di amore, ma soprattutto di morte e robot, e lo fa in modo molto esplicito, tanto che la serie stessa è vietata ai minori di 18 anni. Giunta alla sua terza stagione, Love, Death & Robots si conferma ancora una volta una perla rara, seppure con qualche eccezione meno riuscita. Vediamo quindi la recensione di ogni episodio della terza stagione di Love, Death & Robots, senza troppe spiegazioni che possano rovinarvene la visione.

Tre Robot: Strategie d'uscita

"Tre Robot" era il titolo del primo episodio della prima stagione di Love, Death & Robots, che aveva per protagonisti appunto tre simpatici (e cinici) robot, in un mondo post-apocalittico: la Terra. Il trio ritorna ora, ancora più sprezzante di prima, mostrandoci la possibile fine dell'umanità, con tanto di cameo finale che non ti aspetti.

È uno degli episodi più azzeccati e divertenti dell'intera terza stagione.

Un brutto viaggio

Il brutto viaggio cui fa riferimento il titolo è quello di una nave, attaccata da un Thanapode, un mostro simile ad un enorme granchio. Gli equilibri di potere a bordo sono molto delicati dopo che la creatura si stabilisce nella stiva, ed il protagonista è così difficile da etichettare, che certe sue scelte alla fine vi lasceranno con il classico dubbio: "ma perché?". Una spiegazione che nessuno potrà darvi, perché l'episodio sarà già finito.

Attenzione: c'è molto splatter/viscidume, ed è solo per stomaci forti (e possibilmente non durante la digestione): consideratevi avvisati.

La pulsazione della macchina

L'episodio più visionario dell'intera stagione, uno di quelli dei quali è meglio non chiedere la spiegazione. Ambientato su Io, uno dei satelliti naturali di Giove, ha per protagonista una esploratrice in cerca di salvezza, la cui mente è sempre più ottenebrata (o forse "spalancata") dai farmaci che si somministra per cercare di cavarsela.

Lo stile visivo rispecchia bene il senso dell'episodio, ma è proprio il senso dell'episodio ad essere piuttosto difficile da afferrare.

La notte dei minimorti

L'episodio più geniale di tutta la terza stagione di Love, Death & Robots. Originale la regia, originale (ed a suo modo comica) la trama, perfetto il tipo di animazione; e poi è breve e diretto e non c'è nulla da capire. Non è la solita apocalisse zombie, di questo potete stare sicuri. Inutile commentarlo ulteriormente perché le parole non renderebbero comunque l'idea e rischierebbero solo di rovinarvene la visione.

Morte allo squadrone della morte

Semplice e diretto, senza alcun risvolto psicologico. Lo squadrone della morte spara (un sacco), ma il suo avversario è un tipo ostico: un robo-orso creato dalla CIA, che è più inarrestabile di un Terminator. Ecco, diciamo che l'originalità qui non è certo di casa, ma l'animazione è carina ed in linea col senso "casinoso" dell'episodio. Anche qui, occhio ad un po' di sangue/splatter, ma meno crudo che non in altre puntate, grazie appunto allo stile cartoon.

Sciame

Anche qui c'è un senso di déjà vu, ma forse il finale non è esattamente quello che avreste previsto, e almeno non necessita di alcuna spiegazione. C'è un perenne senso di "claustrofobia" che vi terrà comunque incollati alla visione fino alla fine, con un buon livello di realismo delle animazioni, ed alcune scene inevitabilmente per palati forti.

Mason e i ratti

Simpaticissimo (a suo modo) episodio quello del fattore Mason alle prese con l'evoluzione (letterale) dei ratti che infestano il suo granaio. Perfetto in tutto: dallo stile dell'animazione alla trama semplice, forse un pelo prevedibile, ma ironica e sul pezzo al punto giusto.

Sepolti in sale a volta

Graficamente uno dei migliori episodi di tutta la terza stagione di Love, Death & Robots, con una trama che non dà tutte le risposte, ma nemmeno ti lascia con chissà quali domande né necessita di particolari spiegazioni. La partenza è un po' in sordina, e allude ad uno sviluppo della trama di tipo diverso da quello che poi sarà, ma in breve assistiamo ad una continua carneficina, fino alla fine, con scene mutuate da vari videogiochi (da Diablo in giù, fate voi).

Jibaro

Visivamente incredibile. Se non fosse per alcuni movimenti meno realistici, sembrerebbe di trovarsi di fronte ad un film con attori in carne ed ossa. Da gustare a tutto volume, perché l'audio è parte integrante del fascino di questo episodio, che vede un cavaliere sordo contrapporsi ad una sirena/banshee. Non c'è molto da capire né da spiegare: dovete solo perdervi nella loro danza fatta di (tanto) sangue, senza chiedervi il perché.