Tra 10 anni il nostro cervello interagirà con i dispositivi tecnologici, voi ci credete?

Vincenzo Ronca
Vincenzo Ronca
Tra 10 anni il nostro cervello interagirà con i dispositivi tecnologici, voi ci credete?

Negli ultimi anni abbiamo visto uno sviluppo tecnologico sempre più serrato e man mano che si avanza un attore è diventato sempre più il protagonista dei piani di sviluppo delle grandi aziende: il nostro cervello. I tempi sono maturi al punto che Ericsson ha azzardato una previsione: entro il 2030 il nostro cervello dialogherà con la tecnologia.

Cosa significa? Secondo le previsioni di Ericsson, gli utenti potranno avere esperienze multi-sensoriali ricevendo stimolazioni classiche uni-sensoriali: ad esempio sentire l'odore dei funghi mentre passeggiano in realtà virtuale in una foresta, oppure giocare a dei videogiochi che riconoscono le loro emozioni e reagiscono in base ad esse. L'interazione tra pensieri e tecnologia non è più fantascienza e tra chi lo sa molto bene c'è anche Facebook: il colosso di Zuckerberg ha appena acquistato Ctrl-Labs, una startup che studia lo sviluppo delle interfacce uomo-computer.

Anche Elon Musk è particolarmente interessato all'argomento, tanto da puntare molti dei suoi investimenti su Neuralink, una società analoga a Ctrl-Labs.

Chiaramente a supportare il tutto ci sarà anche la maturità delle connessioni 5G e la predisposizione degli utenti di nuova generazione che sono sempre più disposti a gettarsi tra le braccia di nuove tecnologie.

Il 70% degli intervistati nell'ambito dell'analisi svolta da Ericsson afferma di essere pronto alla Merged Reality, ovvero alle esperienze in realtà virtuale indistinguibili dalla realtà "reale". Preoccupa meno l'aspetto della privacy: metà degli intervistati si aspetta che tutte le questioni relative la salvaguardia dei dati personali sarà definitivamente risolta nell'ambito di queste applicazioni tecnologiche.