Le batterie di domani potrebbero basarsi sui funghi Champignon

Andrea Centorrino
Andrea Centorrino
Le batterie di domani potrebbero basarsi sui funghi Champignon

Uno dei grossi limiti della tecnologia odierna è sicuramente l'incapacità di immagazzinare energia in maniera efficiente: le batterie agli ioni di litio, utilizzate in miliardi di dispositivi ogni giorno, per loro natura tendono a degradarsi col tempo. Un gruppo di ricercatori californiani, studiando l'anodo di queste batterie, ha sostituito con successo la struttura in grafite con una a base di funghi, rendendo (forse) la perdita di capacità un ricordo del passato.

Utilizzando dei funghi Portobello (una variante degli Champignon), i ricercatori della Riverside Bourns College of Engineering sono riusciti a realizzare un prototipo di batteria agli ioni di litio economica, facile da produrre e a basso impatto ambientale: l'anodo in grafite attualmente utilizzato nelle batterie in commercio, invece, è costoso, difficile da produrre e da smaltire.

Le caratteristiche primarie dell'anodo di una batteria sono la struttura e la porosità: quest'ultima permette di creare spazio per l'immagazzinamento ed il trasferimento dell'energia, che a loro volta determinano le qualità della batteria.

Gli anodi in grafite si danneggiano col tempo, mentre l'alto contenuto di sali di potassio dei funghi Portobello facilita il passaggio di elettroni: la nano-struttura in carbonio ottenuta dai funghi addirittura migliora col tempo, grazie all'attivazione di alcuni "pori ciechi" nel ciclo carica-scarica.

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Come sempre, questi sono solo prototipi, ancora oggetto di intensi studi, e sarà difficile vederli diventare prodotti commerciali nel breve tempo. Ci consola però sapere che, un giorno, i problemi delle batterie moderne diventeranno, in un modo o nell'altro, solo un ricordo.