La Commissione Europea "multa" Apple di 13 miliardi di euro, Tim Cook risponde

Andrea Centorrino
Andrea Centorrino
La Commissione Europea "multa" Apple di 13 miliardi di euro, Tim Cook risponde

Dopo un'indagine durata quasi tre anni, la Commissione Europea ha annunciato ieri che Apple avrebbe pagato meno tasse del dovuto nel periodo 2003-2014: secondo quanto stabilito, la società di Cupertino avrebbe ricevuto trattamenti di favore da parte dell'Irlanda, nazione in cui da decenni ha sede la divisione europea dell'azienda.

La decisione è  per voce del commissario Margrethe Vestager: per la maggior parte del suddetto periodo, Apple avrebbe usufruito di un'aliquota pari allo 0,5%, con ulteriore calo a solo lo 0,005% nel 2014, invece del canonico tasso a 12,5% irlandese. Questa riduzione sarebbe stata applicata in favore dei numerosi posti di lavoro che Apple garantisce in Irlanda: l'azienda ha infatti circa 5.500 impiegati in territorio irlandese.

Per colmare il divario tra le tasse versate in questi anni e quelle dovute, è stato richiesto ad Apple un pagamento di 13 miliardi di euro: la Commissione Europea spiega che non si tratta di una multa, ma più di un invito a versare gli arretrati dovuti.

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Secondo le ricostruzioni, Apple Inc, con sede a Cupertino, controlla Apple operations international (AOI), con sede in Irlanda (a Cork) e nessuna residenza fiscale dichiarata. Nelle attività della AOI confluirebbero almeno altre 14 società con sede in Irlanda, tranne la Apple South Asia Pte Ltd, con sede a Singapore (che, stando ad alcune stime, dal 2020 potrebbe diventare "la nuova Svizzera"). Grazie a questo intricato schema, Apple potrebbe aver risparmiato dai 29 ai 39,5 miliardi di euro di tasse.

La situazione, in poche ore, ha generato una risposta diretta da parte di Tim Cook, che sul sito della società ha pubblicato una lettera aperta, nella quale riassume l'inizio dell'attività di Apple in Irlanda (negli anni '80 con una fabbrica proprio a Cork), espone la posizione tributaria (Apple pagherebbe più tasse di qualunque altra società al mondo), ed insiste sulla mancanza di fondamento della delibera.

Apple non avrebbe violato alcuna legge, attenendosi strettamente alle linee guida fornite dall'Irlanda, e non avrebbe stipulato con quest'ultima alcun accordo "sottobanco" per pagare di meno. Inoltre, mette in guardia i lettori sulle possibili ripercussioni che questa scelta avrebbe non soltanto su Apple, ma su tutta la realtà economica dell'Europa.

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Al di là delle implicazioni "dell'ingerenza della Commissione Europea nei confronti di uno stato sovrano", Apple velatamente minaccia lo sviluppo economico nell'Unione, sottolineando come, grazie alla mela morsicata, siano stati creati 1 milione e mezzo di posti di lavoro (vi rimandiamo a questo link per maggiori informazioni); la società continuerà ad investire in Irlanda, ma si augura fortemente che la Commissione riveda la propria decisione.

Fonte: Apple