
Perché Instagram è definito "tossico" per gli adolescenti
Un articolo del Wall Street Journal porta alla luce una ricerca di Facebook in cui si evidenziano gli effetti nocivi di Instagram sugli adolescentiChe i social network avessero un impatto molto forte sul modo in cui le persone, gli adolescenti soprattutto, si vedono all'interno della società (e fanno paragoni) è cosa ormai nota da tempo. Che Instagram abbia però degli effetti nocivi sui più giovani, attestati dall'azienda che lo detiene - Facebook - è uno sviluppo inaspettato che ha fatto deflagrare una bomba cui Mark Zuckerberg si è visto costretto a replicare. Ed è il caso di dire che in questo caso la toppa potrebbe essere peggio del buco.
Instagram e adolescenti, le accuse del Wall Street Journal
Un passo indietro: il 14 settembre il Wall Street Journal ha pubblicato un approfondimento sviluppato sulla base di una serie di documenti entrati in possesso dei due giornalisti che l'hanno firmato. I documenti si riferivano ai dati raccolti per una ricerca interna, che secondo il Journal confermano come Instagram abbia "un effetto molto nocivo" sugli adolescenti, in particolare sulle ragazze.
Il Wall Street Journal ha sottolineato come Facebook fosse a conoscenza di questi dati, e come la società abbia fatto "sforzi minimi per gestire questi problemi e parlarne in pubblico", preferendo eludere la questione in occasioni pubbliche.
Quanto sostenuto dal Wall Street Journal ha sostanzialmente riaperto un dibattito che va avanti ormai da tempo e che ha spinto alcune aziende o addirittura amministrazioni a modificare le regole che disciplinano i contenuti postati e diffusi sui social network, soprattutto se promozionali. È il caso di Pinterest, che ha voluto mettere al bando contenuti che promuovono la perdita di peso, o della Norvegia, che ha imposto per legge che gli influencer che utilizzano filtri per pubblicizzare prodotti debbano specificare che i contenuti sono modificati.
La replica di Facebook
Nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione dell'articolo del Wall Street Journal, Facebook ha scelto di non commentare l'accaduto. Domenica 26 settembre, però, nella sezione Notizie del sito di Facebook (non il social, ma quello istituzionale) è comparsa una replica firmata da Pratiti Raychoudhury, vice presidente e capo della Ricerca del social, intitolata "Cosa dice davvero la nostra ricerca sul benessere degli adolescenti e Instagram".
La replica è lunga, di fatto conferma che questi documenti e queste ricerche esistono, e non tocca alcuni tra i più controversi temi esplicitati dal Wall Street Journal - come per esempio che gli adolescenti sviluppano una dipendenza da Instagram - ma Raychoudhury si concentra di fatto nel delegittimare la ricerca che Facebook stesso ha commissionato.
Si sottolinea quindi come l'articolo citi una ricerca effettuata su "soli 40 partecipanti", e dunque non un campione abbastanza esteso di adolescenti che utilizzano Instagram, che sono oltre un miliardo. Uno studio ridotto, sottolinea Raychoudhury, "pensato per informare i dipendenti e stimolare una conversione sulle percezioni più negative di Instagram degli adolescenti". Non rappresentativo dunque di ciò che realmente accadrebbe sul social, ma finalizzato a mettere in luce gli aspetti peggiori per lavorarci sopra: uso problematico, questioni legate alla body image, Fomo (Fear of Missing Out, la paura di "perdersi qualcosa" di importante), e paragoni.

Raychoudhury se la prende in particolare con una slide interna di Facebook che afferma che “peggioriamo la percezione del corpo di un adolescente su 3”, sottolineando come fosse soltanto uno dei 12 possibili problemi che Instagram potrebbe causare nelle ragazze adolescenti. Vero è che ha dato esito parzialmente negativo, dice Raychoudhury, ma le altre 11 problematiche prese in considerazione - disturbi alimentari e del sonno, ansia, tristezza - avrebbero dato “segni di miglioramento”.
“Semplicemente non è esatto che questa ricerca dimostri che Instagram è 'tossico' per le ragazze adolescenti. La ricerca in realtà ha dimostrato che molti adolescenti che abbiamo ascoltato ritengono che l'uso di Instagram li aiuti quando stanno lottando con i tipi di momenti difficili e problemi che gli adolescenti hanno sempre affrontato - spiega Raychoudhury - Per 11 delle 12 aree della slide cui fa riferimento il Journal - incluse solitudine, ansia, tristezza e problemi alimentari - diverse ragazze adolescenti hanno affermato di aver lottato con quel problema, ma hanno anche affermato che Instagram ha reso quei momenti difficili migliori piuttosto che peggiori.
L'immagine del corpo è stata l'unica area per cui alcune hanno affermato che Instagram ha peggiorato il problema. Ma anche qui, la maggior parte delle ragazze adolescenti che hanno avuto problemi con l'immagine del corpo ha comunque riferito che Instagram lo ha migliorato o non ha avuto alcun impatto”.
Va detto che né Facebook né il Wall Street Journal hanno condiviso i documenti relativi allo studio, se non la slide in questione, e che è dunque complesso stabilire l’appropriatezza di critica e replica. La questione potrebbe però approdare al Senato, visto che Antigone Davis, global head of safety di Facebook, dovrebbe presentarsi in commissione per rispondere alle accuse mosse dall’articolo.