Metà dei device ospedalieri connessi sono vulnerabili agli hack

La salute non è la sola cosa a rischio
Alessandro Tradii
Alessandro Tradii
Metà dei device ospedalieri connessi sono vulnerabili agli hack

Secondo un nuovo rapporto della società di sicurezza informatica Cynerio, che ha analizzato oltre 10 milioni di device negli ospedali di tutto il mondo, è emerso che oltre la metà dei dispositivi connessi ad internet presenta vulnerabilità che potrebbero mettere a rischio la sicurezza e la privacy dei pazienti.

Le maggiori criticità sono da ritrovarsi nelle pompe infusionali -73% di vulnerabilità- che potendosi connettere in remoto alle cartelle cliniche per prelevare i dosaggi di farmaci da distribuire ai pazienti, se manovrate a distanza da un hacker possono mettere a serio pericolo la salute delle persone. Anche i monitor dei pazienti, che possono controllare la frequenza cardiaca e respiratoria, sono nella top 10 dei dispositivi più vulnerabili.

Ad ora non si sono verificati attacchi diretti ai pazienti, ma le minacce più comuni riguardano i blocchi delle cartelle cliniche organizzati da hacker che chiedono un riscatto agli ospedali per lo sblocco.

Inoltre Cynerio tende a precisare che la maggior parte delle criticità sono dovute a password estreamamente deboli nei dispositivi medici.

Purtroppo ad oggi molte organizzazioni sanitarie non hanno le risorse o il personale per mantenere un alto grado di sicurezza, ma tutto lascia intendere che in un futuro prossimo ci saranno molte posizioni lavorative aperte per eseguire tali mansioni, in un mondo che sta diventando sempre più digitale, con tutti i vantaggi -e gli svantaggi- del caso.

Via: theverge