Cosa significa sRGB e qual è il futuro dello spazio colore più diffuso?

E com'è rispetto ad AdobeRGB e DCI-P3?
Alessandro Nodari
Alessandro Nodari
Cosa significa sRGB e qual è il futuro dello spazio colore più diffuso?

Sicuramente vi sarà capitato di sentire il termine sRGB, associato a un dispositivo digitale come un  televisore, un computer o uno smartphone, ma cosa significa esattamente, e in che modo si paragona ad altri standard come AdobeRGB o DCI-P3?

Per comprendere questo bisogna prima capire cosa stiamo guardando quando abbiamo davanti uno schermo, da cosa sono composte le immagini e quali sono stati gli sforzi per far sì che ogni immagine sia riprodotta allo stesso modo tra i vari dispositivi. In questo articolo cercheremo quindi di approfondire il significato, anche storico, dello standard sRGB e le sue applicazioni. E nel caso voleste approfondire anche le tecnologie dei pannelli TV, ecco una spiegazione sulle differenze tra QLED, Neo QLED o OLED.

Indice

sRGB cos'è

Ogni giorno passiamo diverse ore di fronte allo schermo di un dispositivo digitale, ma cosa stiamo osservando? Cosa c'è dietro le immagini di un gioco o di una serie TV che ci stiamo gustando in un attimo di pausa? Le immagini sono in realtà formate da una griglia di piccoli quadrati, i pixel (che variano di numero a seconda della risoluzione), il cui colore è determinato mescolando insieme i tre colori primari: rosso, verde e blu.

Ma per essere sicuri che i colori siano rappresentati allo stesso modo su diversi programmi e dispositivi sono stati pensati degli standard per gli spazi colore: sRGB è il primo di questi. sRGB significa Standard Red Green Blue, e qua iniziamo a capire il collegamento con le immagini create dagli schermi, ed è uno spazio colore, o un insieme di colori specifici, creato da HP e Microsoft nel 1996 con l'obiettivo di standardizzare i colori rappresentati dall'elettronica.

sRGB è stato successivamente standardizzato dalla International Electrotechnical Commission (IEC) come IEC 61966-2-1:1999 ed è diventato lo spazio colore standard per il Web oltre che essere lo spazio colore per le immagini che non sono contrassegnate per uno spazio colore né hanno un profilo colore incorporato.

Ma cosa significa spazio colore? Questo termine definisce la gamma di colori che viene identificata dall'occhio umano, ed è rappresentato in forma di diagrammi come le coordinate XYZ e utilizzate dalla CIE  (la Commissione internazionale per l'Illuminazione) e che comprendono tutte le tinte visibili dall'occhio umano.

spazio colore sRGB

Diagramma di cromaticità con i vari spazi colore. Fonte: Wikipedia

Il triangolo disegnato dell'immagine qui sopra indica le coordinate massime RGB congiunte da linee rette: più grande è lo spazio rappresentato, più ampio è lo spazio cromatico. Per un monitor ciò significa che un prodotto con una gamma più ampia è in grado di restituire un numero maggiore di colori sullo schermo.

Lo spazio colore sRGB è composto da una quantità specifica di informazioni sul colore, questi dati vengono utilizzati per ottimizzare i colori tra dispositivi e piattaforme tecniche, come schermi di computer, stampanti e browser web, e proprio questo ha contribuito alla diffusione di sRGB. Il problema è, come si può vedere dal diagramma qua sopra, che sRGB copre solo il 35% dei colori visualizzati da CIE. Ecco quindi che sono arrivati standard più precisi: andiamo a scoprirli.

sRGB contro altri spazi colore

Come abbiamo visto, lo spazio colore sRGB è estremamente diffuso, è diventato lo standard per la visualizzazione di immagini per il web e i contenuti digitali, ma copre solo il 35% della gamma dei colori visibili.

Finora è andato bene, ma inizia a sentire i suoi anni, soprattutto se prendiamo in considerazione l'evoluzione dei dispositivi e l'aumento della risoluzione. Ecco gli altri standard, AdobeRGB e DCI-P3 e come si confrontano con sRGB.

sRGB vs AdobeRGB

Come abbiamo compreso, lo spazio colore sRGB è ottimo per il web e i contenuti digitali. Ma per quanto riguarda la stampa? Poiché la gamma sRGB soddisfa o supera la gamma di una stampante a getto d'inchiostro di fascia bassa, un'immagine sRGB è spesso considerata soddisfacente per la stampa domestica, ma in genere viene evitato dai professionisti dell'editoria di fascia alta perché la sua gamma di colori non è abbastanza grande, specialmente nei colori blu-verde.

Ecco quindi che nel 1998 Adobe ha introdotto il suo standard cromatico, non basato su rosso, verde e blu, ma su CMYK proprio quelli utilizzati per applicazioni professionali grafiche e per la stampa (e non è uno standard riconosciuto a livello internazionale).

Ma in cosa di differenzia da sRGB? Innanzitutto, AdobeRGB occupa circa il 50% dello spazio colore in CIE, pur mantenendo lo stesso numero di colori, 16,7 milioni (256x256x256). Lo spazio AdobeRGB inoltre è in grado di esprimere tonalità molto intense del giallo e dell'arancione e contiene una vasta gamma di tonalità del verde scuro.

Il problema è che nonostante la più ampia gamma, le sue applicazioni sono molto limitate, per usi professionali o legati alla stampa, e questo si rispecchia anche nella diffusione dello spazio sRGB

  • sRGB - pro:
    • Flusso di lavoro semplificato
    • Viene visualizzato correttamente per il Web
    • Adatto per stampe a uso domestico
  • sRGB - contro:
    • Non può essere convertito in AdobeRGB
    • Gamma ristretta di colori
  • AdobeRGB - pro:
    • Gamma di colori più ampia
    • Colori più vivaci e precisi per la stampa
    • Può essere convertito in sRGB
  • AdobeRGB - contro:
    • Flusso di lavoro complicato
    • Non verrà visualizzato correttamente per il Web senza conversione

sRGB vs DCI-P3

Abbiamo già analizzato questo confronto nel nostro articolo sullo standard DCI-P3, ma ribadiamolo anche in questa sede.

DCI-P3 è un altro spazio popolare simile ad AdobeRGB in termini di colori che copre ma si rivolge al video ed è standardizzato a livello internazionale.

DCI-P3 e AdobeRGB sono simili ed entrambi coprono più colori rispetto a sRGB. Se accurato, un monitor DCI-P3 ha una gamma di colori più ampia del 25% rispetto a un monitor sRGB e un'altra differenza tra sRGB e DCI-P3 è che quest'ultimo può gestire il colore a 10 bit, chiave per i contenuti HDR, mentre il primo arriva a 8 bit. 

Visto che ultimamente si stanno sempre più diffondendo contenuti (e dispositivi) HDR, DCI-P3 assume rilevanza in quanto è lo spazio colore utilizzato da quei contenuti, mentre la copertura sRGB completa non renderebbe giustizia al formato. Qui potete vedere se il vostro schermo supporta uno dei due formati.

sRGB nel mondo Android

La gestione del colore sRGB in Android rende possibile che i colori siano gestiti allo stesso modo sui vari dispositivi e tutto questo ha una grande rilevanza, perché tutti gli smartphone Android scattano in sRGB, quindi è corretto vedere le immagini nello stesso formato di origine.

A partire da Android 8.0, però, è stata introdotta la possibilità di modificare la modalità colore, quindi di impostare il rendering di grafica in standard diversi da sRGB su dispositivi con display compatibili. Questo ovviamente è avvenuto perché stavano per arrivare i nuovi spazi colore come il DCI-P3, che sta inesorabilmente diventando il nuovo standard, più preciso e godibile.

Le app che utilizzano le librerie supportate possono produrre direttamente contenuti con un'ampia gamma di colori come Display P3 e scRGB (uno spazio colore RGB ad ampia gamma di colori che utilizza gli stessi colori primari e punti bianco/nero di sRGB), utile per creare app che implicano la riproduzione del colore ad alta fedeltà, come app di editing di immagini e video.

A questo punto possiamo capire che sRGB è il punto di partenza di una gestione del colore sempre migliore (leggasi più vicina alla realtà, cioè con uno spazio colore più ampio) e soprattutto personalizzabile, ma che in ogni caso si sta instradando verso il DCI-P3.

sRGB nei monitor

Arriviamo infine ai monitor. Ormai sul mercato si trovano molti monitor ad altissima definizione (UHD) a prezzi tutto sommato abbordabili, e questo sta spingendo sempre più verso l'introduzione dello standard DCI-P3. Ma il fatto che un monitor sia compatibile con uno spazio colore non ne garantisce la qualità: è infatti la copertura di quello spazio colore che importa. Per questo oltre alla compatibilità leggiamo spesso una percentuale, che ci dice quanto di quello spazio colore viene coperto. Più è alta la qualità, maggiore sarà la copertura.

Quindi, su un monitor con una copertura dello spazio colore sRGB del 100% (e una calibrazione decente), il contenuto sRGB apparirà accurato, proprio come intendevano i creatori. Ma cosa succede se ho un monitor che copre uno spazio colore più ampio? I colori primari verranno "allungati", causando una saturazione dei colori quando si guarderanno contenuti sRGB (per esempio su un video di YouTube le persone chiare appariranno ustionate).

Si può prevenire questo grazie alll'emulazione dell'sRGB attraverso un'impostazione apposita all'interno del monitor.  

Come abbiamo visto, lo standard sRGB è ancora il più usato per il web e il digitale e probabilmente lo sarà ancora per un bel po', quindi scegliere un monitor con copertura sRGB va ancora bene se si vuole spendere poco. Per chi vuole invece investire nel futuro, la strada è il DCI-P3 (o Display P3).