Uno studio mostra come evitare che le batterie al litio prendano fuoco

Andrea Centorrino
Andrea Centorrino
Uno studio mostra come evitare che le batterie al litio prendano fuoco

Oggigiorno le batterie al litio alimentano qualunque dispositivo elettronico che non sia direttamente connesso alla rete elettrica: smartwatch, smartphone, tablet e anche auto elettriche. Non è raro sentire di batterie che prendono fuoco e che esplodono, ma una nuovo studio potrebbe aver trovato la soluzione al problema.

Col tempo, sappiamo che la capacità di una batteria al litio diminuisce: questo accade perché gli elettrodi si degradano, e formano dei dendriti, ramificazioni che a lungo andare possono attraversare la membrana che separa l'anodo dal catodo e creare cortocircuiti, surriscaldamenti ed anche esplosioni.

LEGGI ANCHE: Ecco perché le batterie al litio perdono capacità ad ogni ciclo

Una soluzione potrebbe essere quella di rendere smart la membrana, in modo da avvertire per tempo l'utente di sostituire la batteria. Ma la ricerca di cui abbiamo parlato ad inizio articolo, si spinge oltre. Tramite l'impiego di alcune sostanze chimiche, anziché formare dendriti, l'anodo genererebbe delle deformazioni piatte, incapaci di passare la membrana.

Dagli esperimenti condotti, è stato possibile ricaricare delle batterie al litio per 330 volte mantenendo una capacità del 99%.

Questo, oltre a rendere le batterie più sicure, permetterebbe di allungarne la vita, ed aprirebbe inoltre la strada a batterie litio-aria e litio-zolfo, con capacità maggiori di 10 volte a parità di peso. Chi non vorrebbe uno smartphone che duri 10 giorni di fila con una singola carica?