DOOM, DOOM 2 e DOOM 3 tornano in grande spolvero un po' ovunque! (recensione)

DOOM, DOOM 2 e DOOM 3 tornano in grande spolvero un po' ovunque! (recensione)
Lorenzo Delli
Lorenzo Delli

DOOM non è solo un "giochino", uno di quei termini che viene utilizzato in senso dispregiativo da chi ancora non riesce a comprendere e ad apprezzare questa tipologia di media e di intrattenimento. DOOM è parte integrante della storia dei videogiochi, una storia che ogni tanto va ripercorsa perché non cada nel dimenticatoio. È il gioco che, insieme a Wolfenstein 3D, ha dato la spinta necessaria alla nascita e alla crescita di un genere, quello dei First Person Shooter. È quel gioco che, con un primo tentativo di grafica 3D e con il suo stile di gioco facile da apprendere ma difficile da padroneggiare, è divenuto talmente popolare da essere, per i giochi dell'epoca, quello che è ora Dark Souls per i giochi d'azione (ora ci sono i souls-like, prima c'erano i DOOM-like). È quel gioco che grazie alla versione shareware che comprendeva i primi tre livelli del gioco in forma gratuita, è stato giocato da oltre 15 milioni di persone, numeri incredibili per essere il 1993.

E dopo di lui sono arrivati DOOM 2, il claustrofobico DOOM 3 e poi, nel maggio del 2016, id Software e Bethesda hanno ricominciato il ciclo con il nuovo DOOM che presto sarà affiancato da DOOM Eternal. E proprio Bethesda crede sempre di più nell'universo di DOOM, tanto da fondare un club, lo Slayer Club, e da festeggiare il venticinquesimo anniversario della serie con varie attività. Quale momento migliore di questo per riproporre i capitoli che hanno reso grande la serie? Proprio in questi ultimi giorni il celebre publisher ha rilasciato delle nuovissime versioni di DOOM, DOOM 2 e DOOM 3 su praticamente ogni piattaforma: PS4, Xbox One, Nintendo Switch, PC (sono state aggiornate le vecchie versioni su Steam), Android e iOS (solo i primi due capitoli).

Ma ha ancora senso giocare a titoli che addirittura risalgono a 25 anni fa? Come al solito la risposta è: dipende. Gli amanti del retro-gaming sanno già la risposta a questa domanda, anche se per certi versi DOOM è fin troppo evoluto rispetto ad alcuni giochi dei primi anni '90 e degli anni '80.

DOOM 3 a dirla tutta non è nemmeno catalogabile come retro-gaming. Lo abbiamo provato su Nintendo Switch e la sua grafica non si discosta neanche troppo da quella che è possibile ritrovare su dispositivi mobili in giochi "simili". Gli amanti della serie troveranno poi delle gradite sorprese ad attenderli. Se infatti la scusa di giocarlo su altre piattaforme (come ad esempio Nintendo Switch o gli smartphone) non fossero sufficienti sappiate che:

  • DOOM Include:
    • L'espansione Episodio IV: The Flesh Consumed con 9 livelli aggiuntivi da giocare
    • Deathmatch in locale per 4 giocatori
    • Co-op in locale per 4 giocatori
  • DOOM 2 include:
    • La raccolta The Masters Levels, 20 livelli realizzati dalla community e supervisionati dagli sviluppatori
    • Deathmatch in locale per 4 giocatori
    • Co-op in locale per 4 giocatori
  • DOOM 3 include:
    • L'espansione Resurrection of Evil
    • L'espansione The Lost Missions

Le scuse non terminano qui. C'è anche il prezzo che gioca a vantaggio dei tre titoli. Con una spesa congiunta di circa 20€ vi portate a casa tutti e tre i capitoli.

Altrimenti potete decidere di spendere 4,99€ (5,49€ su Android e iOS) l'uno per i primi due capitoli e 9,99€ per il terzo (che, ripetiamo, non c'è per dispositivi mobili). Tra l'altro in questi giorni era possibile recuperare anche il meraviglioso DOOM del 2016 a un prezzo stracciatissimo, complice il QuakeCon 2019 che si è tenuto proprio in questi giorni.

E poi, come già detto, DOOM è storia. Chi è nato negli anni 2000 e non ha avuto l'opportunità di giocarli potrebbe approfittare della situazione, specialmente se appassionati di FPS, anche per apprezzare al meglio l'evoluzione del genere. Fa strano al giorno d'oggi giocare a DOOM e DOOM 2 non tanto per la grafica arretrata, quanto più per i movimenti del personaggio. La prima volta che notate dei nemici su piattaforme sopraelevate viene istintivo muovere il mouse per mirare in alto. E invece no! In DOOM e DOOM 2 si guardava e si guarda sempre avanti, e per sparare in alto si mirava semplicemente alla base della posizione dei nemici.

DOOM 3 in tal senso è il più facile da "recuperare". Lo stile di gioco è estremamente classico e simile a quello proposto da titoli anche attuali.

Si propone però in modo completamente diverso dai primi due capitoli e anche dalle più recenti incarnazioni della serie, con spazi angusti, jump scare disseminati un po' ovunque, la gestione ansiogena della torcia. Su Nintendo Switch è un vero piacere giocarci e si lascia apprezzare anche dopo tanti anni senza nessuna difficoltà. Non è comunque oro tutto quel che luccica. C'è stato, e c'è ancora, un piccolo problemino che ha in parte inficiato l'esperienza di gioco.

Poniamo proprio il caso di Nintendo Switch, la piattaforma su cui abbiamo avuto l'opportunità di provarli. Il bello di Switch è la sua portabilità, e spesso giocare con la Switch vuole anche dire giocare senza la possibilità di una connessione web stabile (anche se gli hot spot degli smartphone vengono in nostro soccorso). Sta di fatto che i primi due capitoli richiedono l'accesso online al proprio account Bethesda, anche se si tratta di giochi retro nati quando ancora internet (almeno in Italia) era quasi fantascienza.

Nulla di trascendentale, visto anche che Bethesda ha detto che un fix è in arrivo, ma ad alcuni utenti la cosa non ha fatto molto piacere (soprattutto perché non era specificata in fase di acquisto). Stranamente il terzo sembra immune da questo problema, visto che lo abbiamo giocato senza accesso ad internet e senza immettere i dati dell'account Bethesda. A parte questo non c'è molto altro da segnalare. I port funzionano alla perfezione, e la presenza di contenuti extra per alcuni anche inediti è un in più che non può che far piacere.

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