I dieci migliori giochi per Android del 2014 (video)
C’è chi vede il bicchiere mezzo pieno. C’è chi, invece, vede il bicchiere mezzo vuoto. E poi, solo poi, c’è chi vede entrambe le parti. A noi della redazione tocca ricoprire il ruolo di quest'ultima categoria, e ci piace pure farlo. Quest’oggi, con voi, vogliamo guardare la parte videoludica più bella del 2014 del mondo Android: la parte mezza piena, dunque. Signore e signori, questi sono i dieci migliori giochi per Android del 2014, secondo noi di Androidworld.it!
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Ci scaldiamo subito con un titolo semplice quanto innovativo, una vera e propria piccola perla del panorama mobile. Stiamo parlando di Smash Hit, un delizioso arcade realizzato dai ragazzi di Mediocre che immerge letteralmente il giocatore in un mondo a tunnel fatto di soli cristalli. Con un comparto tecnico raffinato, una fantastica realizzazione sonora e un gameplay unico e ben orchestrato, Smash Hit riesce nell’intento di svecchiare i classici endless game grazie alla semplice impostazione che gli consente di adattarsi a qualsiasi tipo di videogiocatore, garantendogli però un intrattenimento fresco.
La genuinità dell’esperienza offre un titolo che si avvicina più ad un vero spettacolo visivo rilassante, ma che non tradisce il lato giocabile, rimanendo solido e godibile. E bravi Mediocre: un lavoro tutt’altro che mediocre.
Sembra un gioco per bambini, anzi, in realtà lo è, ma questa saga creata da Toys for Bob e prodotta dal colosso Activision è ben più che un semplice titoletto per intrattenere i più piccoli. Non solo è riuscita a crearsi una propria identità, pur nascendo dalle ceneri di un famoso brand (che risponde al nome di Spyro), ma è anche una serie dannatamente divertente e adatta a tutti tipi di giocatori, anche i più navigati. Questo Skylanders Trap Team è poi una piccola rivoluzione per il gaming su Android, perché porta l’intera esperienza console su tablet senza sacrificare nulla di importante. Si tratta gioco d’avventura che combina meccaniche d’azione e sessioni platform, mescolate ad alcune componenti di crescita del personaggio prese direttamenti dai titoli di ruolo.
Il gameplay si basa sul cambio di Skylanders in base alla situazione, posizionando le statuette che raffigurano le creature sulla periferica del Portale del Potere. Scevri dai pregiudizi della serie “è solo per bambini”, noi vi consigliamo di tenere d’occhio questa interessantissima saga. Gli unici difetti? La scarsa compatibilità, e il prezzo. Acquistare lo starter pack è solo l’inizio di un’avventura che potrebbe opzionalmente farvi spendere anche centinaia di euro, ma ad ogni euro speso ne sarete più che soddisfatti. Mettete un limite alla vostra spesa e divertitevi, anche perché già con lo starter pack ed un paio di personaggi e trappole in più ci si può intrattenere per molto tempo.
Anche quest’anno Gameloft si ritaglia una fetta all’interno della nostra classifica, e lo fa nella maniera più potente possibile: è proprio Modern Combat 5 ad essere premiato, ultimo capitolo della saga di punta dell’azienda francese, nonché una delle più apprezzate tra i videogiochi su piattaforma mobile.
Lo sparatutto in prima persona non viene ripensato nel contesto smartphone/tablet, bensì viene perfezionato, ammorbidito e reso più scorrevole, con missioni brevi ed intense, un gameplay tutto sommato solido, un comparto audiovisivo eccellente e, proprio per non farci mancare nulla, una modalità multiplayer a dir poco completa. Purtroppo con l’ultimo update sono stati introdotti gli acquisti in-app che mandano un po’ in frantumi le premesse iniziali di un gioco completo, ma si tratta pur sempre di transazioni opzionali, accompagnati dal solito buon lavoro di rinfresco dell’offerta contenutistica tramite i consueti aggiornamenti da parte di Gameloft. Insomma, di sicuro è il miglior FPS per Android, nonché uno dei giochi più divertenti e completi dello scorso anno.
République e i suoi sviluppatori hanno il merito di aver creato un universo in cui perdersi dentro, dove l’immedesimazione è il punto cardine dell’intera esperienza. Nel gioco non comanderete un personaggio qualsiasi o, almeno, non direttamente, poiché comanderete voi stessi, con un telefonino in mano, impegnati ad aiutare una ragazza vittima di un regime totalitario che vuole riprogrammarla. Orwell dilaga in questo mondo distopico, che propone al giocatore un gameplay stealth ambizioso su mobile, seppur con alcuni problemi di macchinosità nella gestione generale. Nonostante questa pecca ragirabile con un po’ di pratica, abbiamo davvero apprezzato gli sforzi di Camouflaj, coadiuvati da un motore grafico che definire sensazionale è quanto di più appropriato si possa affermare. Scelte registiche interessanti, una trama piena di dialoghi di spessore per l’ambiente ludico mobile e un livello di sfida impegnativo fanno di République un’avventura entusiasmante, unica e coraggiosa. L’assenza dei sottotitoli in italiano si fa sentire, ma confidiamo in un loro inserimento in futuro, o nei prossimi progetti dell’azienda.
Piccolo strappo alla regola: alla sesta posizione non troviamo solo un gioco, bensì ci infiliamo una software house per intero.
Sarebbe stato quantomeno riduttivo inserire solo uno dei prodotti di Telltale Games, azienda che è cresciuta a vista d’occhio nel corso di questi ultimi anni videoludici, grazie alle loro particolari avventure grafiche basate sulle emozioni e sulle scelte di gioco che condizionano lo scorrere degli eventi. Nel 2014, Telltale è riuscita non solo a migliorare i tempi di rilascio sulla nostra piattaforma, ma persino a eguagliare, o quasi, l’uscita sulle altre piattaforme, il che è semplicemente fantastico. The Walking Dead, The Wolf Among Us, Tales of Borderlands, Game of Thrones, ci sono storie per tutti i palati: ci sono quelle più avvincenti, quelle un po’ meno, ma la qualità generale è comunque buona. C’è però un grosso “ma”, e con questo ci rivolgiamo, appunto, direttamente all’azienda: è possibile che, dopo tutto il successo che avete accumulato, tra pubblico e critica, vi ostinate ancora a non tradurre i vostri giochi? Fatta eccezzione per la prima serie di The Walking Dead, tutto il resto dei giochi di Telltale sono esclusivamente in inglese, sottotitoli compresi.
Avete palesemente visto che c’è interesse anche nel nostro paese, con tanto di traduttori pronti a fare gratis il lavoro “sporco” per voi: ce la facciamo nel 2015 a migliorare questo aspetto? Anche perché sono avventure che si basano esclusivamente sulla trama e sui dialoghi, niente più. A parte questo amaro in bocca, vi consigliamo caldamente di giocare questi incantevoli viaggi videoludici: ne vale davvero la pena.
Che il bilanciamento della difficoltà sia un fattore importante nella creazione di un videogioco è un dato di fatto, ed è oltremodo lampante che le ultime generazioni abbiano volontariamente abbassato il livello di sfida della maggior parte dei giochi, per permettere la fruizione del media ad un pubblico maggiore. Wayward Souls, e con lui i suoi sviluppatori, ha deciso però di fare marcia indietro, riportando in auge il principio su cui si basa il concetto di videogioco: il mero mettersi alla prova.
Gratificante e divertente come pochi su Android, quest’ultima fatica di RocketCat Games propone un giusto compromesso tra difficoltà e intrattenimento, condito con una spennellata di nostalgia che non tradisce la modernità, ed infatti riesce ad offrire un valido esempio di prodotto al passo coi tempi senza snaturare la piattaforma su cui è stato ideato. Un plauso va poi alla gestione del progetto, che è stato seguito e corretto laddove inizialmente c’erano bachi o mancanze varie. Assolutamente un gioco d'azione da supportare e, ovviamente, da non perdere.
Il 2014 è stato un anno pieno di ottimi giochi di piattaforme per Android. Da Castle of Illusion, a Dodo Master, fino ad arrivare a Shadow Blade, un po’ tutti ci hanno sorpreso, ma chi davvero ha fatto la differenza è stato Leo’s Fortune. Il motivo? Difficile spiegarlo dato che, paradossalmente, il titolo non innova pressocché nulla nella formula del platform. Il titolo è però contraddistinto da una cura minuziosa e maniacale in ognuno dei suoi lati.
Il comparto audiovisivo è maestoso, il level design è ben congegnato, l’avventura è varia e piena di enigmi ambientali stimolanti, c’è addirittura una storia raccontata dalla voce del protagonista che è semplicemente deliziosa. Davvero, la dedizione riposta in questo titolo ci ha lasciati basiti. Non basta avere un’idea per fare un buon gioco, bisogna metterla in pratica bene: e 1337 & Senri con il suo Leo’s Fortune, in quanto ad esecuzione, ci ha preso alla grande.
Oh, caro Eric Froemling. Dopo un "timido" esordio su Ouya, ora ce lo porti anche sul Play Store. Ci spieghi perché hai sviluppato Bombsquad? Saremmo stati di più con le nostre famiglie, avremmo scritto più articoli in questi mesi, più recensioni. E invece no. Sai perché? Perché Bombsquad è una droga. Si, è una droga, non c’è altra spiegazione. Ed è anche il miglior party game degli ultimi anni.
E pure l'incarnazione videoludica di Android. È uno dei pochissimi giochi ad essere davvero “open minded”: si può giocare in tanti, è adatto a tutti, supporta una miriade di controller, sfoggia una formula semplice ma competitiva, è gratuito, è generoso di contenuti. Non c’è un motivo per non scaricarlo e, anzi, permetteteci di darvi un consiglio: raccattate un box tv con Android o un cavo mhl, o uno slimport, chiamate i vostri amici, fate una spesa con una quantita di cibo e bevande considerevole, e organizzate una serata a base di Bombsquad: ci sarà da divertirsi. E quasi dimenticavamo: complimenti vivissimi al mitico Eric Froemling, che ha sviluppato questo piccolo diamante da solo.
Quasi tutte le produzioni di Blizzard sono come quelle donne che si fanno aspettare per tanto, troppo tempo, ma che poi, quando sono pronte e finalmente scendono le scale, sono semplicemente incantevoli.
L’esperienza con Hearthstone è stata così: un’attesa infinita, che poi s’è trasformata in ore e ore di sonno perso. Dalla sua, questo ottimo gioco di carte ha la capacità di essere tanto semplice quanto profondo. È immediato, è facile imparare le regole di questo gioco di carte, ma quando si scende nel dettaglio del ritmo di gioco si scopre quanto sfaccettato e incredibile sia l’universo creato da mamma Blizzy. Poi è una gioia per gli occhi e per le orecchie: tutto è animato da un’interfaccia a dir poco superba, con carte che non sono semplici carte, ma creature con una propria identità, che parlano e reagiscono ai colpi. E vogliamo parlare della musica? C’è da canticchiarle sotto la doccia! E poi, un appello alle software house mieti portafogli: imparate da Blizzard come si bilanciano le meccaniche free-to-play!
Possiamo stare ore, addirittura giorni a disquisire sulla improbabile esistenza di un metro d’intrattenimento obiettivo.
Oppure possiamo passare due ore o poco più con Monument Valley e la sua espansione, Forgotten Shores, immersi ed esposti alla più gustosa creatività visiva raggiunta quest'anno dall'industria videoludica mobile. È un’avventura, una di quelle belle, una di quelle che ti rimangono, una di quelle diverse da dieci minuti di raccolta di patate in FarmVille, o di cinque minuti di gelatine scambiate e riscambiate in Candy Crush. Sono due ore magiche, piene di idee di level design e chicche continue, dove un semplice dito si trasforma in un mezzo di manipolazione meraviglioso, che danza tra paradossi e illusioni curiose. Monument Valley è monumentale incanto, scandito da un ritmo di gioco calcolato all'occhiello ma breve, troppo breve, ma che riesce davvero a regalare emozioni, vestite con eleganza e fascino indissolubile. Che il binomio "quantità uguale qualità" si scinda, e che l’arte, l’innovazione, la genuinità s’innalzino in questa nefasta, incerta landa del mobile gaming.
Qualora non lo aveste capito, Monument Valley è - secondo noi - il miglior gioco del 2014 per Android.
Questa è la nostra classifica del migliori giochi per Android del 2014. Ora tocca a voi dirci quali sono stati i titoli che più vi hanno divertito nel corso dello scorso anno. Sbizzarritevi nei commenti, e spassatevela anche per noi. Ora la redazione si deve ritirare per un'altra classifica: ma questa, cari lettori e care lettrici, è un'altra storia...
Hanno collaborato Emanuele Cisotti, Lorenzo Delli e Nicola Ligas