Microsoft Project xCloud e Google Stadia: due servizi profondamente diversi?

Lorenzo Delli
Lorenzo Delli Tech Master
Microsoft Project xCloud e Google Stadia: due servizi profondamente diversi?

Stadia e Project xCloud: i servizi di cloud gaming di Google e Microsoft vogliono rivoluzionare il mondo dei videogiochi per come lo conosciamo, permettendoci di giocare senza preoccuparci della piattaforma hardware. Ma è davvero così? È più Google a voler appunto inserirsi nel proficuo mercato videoludico senza puntare su una piattaforma hardware di riferimento. E l'obiettivo di Project xCloud quindi qual è? Il fatto è che nemmeno Microsoft lo sa! Procediamo per gradi.

Se avete visto la conferenza Microsoft all'E3 2019 saprete che l'evento si è concentrato prevalentemente sui 60 giochi mostrati sul palco e su Xbox Project Scarlett, la console di nuova generazione che spingerà su frame rate elevato, risoluzione fino a 8K e tanto altro. Di Project xCloud per la verità si è parlato pochissimo, e se ne è parlato poco perché effettivamente Microsoft non sa ancora bene come proporre il servizio sul mercato.

Phil Spencer, il carismatico capo della divisione Xbox di Microsoft, in un'intervista ai microfoni di The Verge ha raccontato quelli che sono i punti fondamentali del servizio, senza tirare in ballo direttamente Google Stadia, anche se di fatto l'idea di base è quella.

Il progetto xCloud in sostanza "inserisce" le schede madri Xbox nei data center Microsoft Azure (quelli che sfrutterà anche Sony proprio per combattere ad armi pari con Microsoft e Google sul fronte cloud gaming), permettendo ai giocatori di connettersi a queste schede madri e giocare con un hardware che di fatto non è di loro proprietà. Che è quello che succede con Stadia, visto che il giocatore si interfaccia con una macchina dedicata presente nei data center di Google. Quindi se non si ha una Xbox o se la propria Xbox, per qualsiasi ragione, non è disponibile, ci si interfaccia con i server di Microsoft e si gioca. Qui però viene il bello: a quanto pare il vero obiettivo di Microsoft è quello di permettere agli utenti di giocare da smartphone.

Forza Horizon 4 giocato su uno smartphone Android grazie a Project xCloud.

Tutte le dimostrazioni di xCloud viste finora erano per l'appunto su smartphone Android. Quando il servizio è stato presentato si è parlato di streaming su dispositivi mobili, su PC e addirittura su altre console, ma di fatto Microsoft continua a mostrarlo in azione su smartphone. E proprio all'E3 2019 Microsoft ha messo a disposizione degli avventori del suo stand una serie di smartphone su cui provare con mano xCloud. Phil Spencer ha spiegato così i pochi minuti dedicati al servizio durante la presentazione: Microsoft ha preferito far provare xCloud con mano agli utenti piuttosto che confezionare l'ennesimo video motivazionale. Perché di fatto Microsoft è in parte spaventata dallo scetticismo dell'utenza, un'utenza abituata ad accendere le console nei propri salotti (o i PC o altri dispositivi), a dipendere appunto da un hardware dedicato e non da un qualcosa "sulle nuvole". Ma xCloud rimane, almeno nell'ottica della società, un piano a lungo termine che potrebbe non concretizzarsi nell'immediato come Stadia.

Tant'è che ancora Microsoft non sa come "commercializzarlo"!

Ancora non è stato deciso un modello di abbonamento per xCloud. Secondo Phil Spencer l'idea di una sorta di incrocio tra Game Pass, il servizio in abbonamento che offre l'accesso a decine di titoli Xbox (e ora PC), e xCloud stesso avrebbe molto senso. Ma come permettere l'accesso alla vasta libreria di Game Pass ovunque ci si trovi? Si utilizzerà l'hardware di Microsoft o quello presente nelle proprie abitazioni. Sì perché una delle caratteristiche annunciate in occasione dell'E3 2019 riguarda proprio la possibilità di trasformare le proprie Xbox in server xCloud, in modo da accedere in mobilità ai titoli che avete precedentemente acquistato e installato. Ma se appunto non ho una Xbox e volessi accedere ad uno qualsiasi dei titoli presenti su Game Pass? Ancora non è dato saperlo.

Google invece ha le idee piuttosto chiare a riguardo. L'obiettivo del servizio è proprio quello di permettere di scegliere un gioco qualsiasi, acquistarlo e giocarci nell'arco di una manciata di secondi.

Non solo: lo scopo non è solo quello di permettere l'accesso ai giochi da smartphone, ma da tutta una serie di dispositivi (smartphone ovviamente inclusi). E Google ha le idee chiare anche per quanto riguarda il modello di vendita del suo servizio, con un piano free (con tutte le limitazioni del caso) e con uno a pagamento a 9,99€ al mese. I primi test pubblici di xCloud coavverranno ad ottobre, e magari riusciremo per quella data a sapere quali sono i piani di Microsoft per il futuro del suo servizio di cloud gaming. A novembre però Stadia debutterà sul mercato grazie alle prime Founder's Edition vendute, ed è anche possibile che Microsoft aggiusti il tiro vedendo quali saranno le prime reazioni della stampa e del pubblico pagante di fronte al servizio firmato Google.

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