Dead Cells è uno dei migliori giochi del 2018? (recensione)
Recensione Dead Cells – Anche se fra noi c'è uno schermo, insieme ad una pila di dati, riusciamo comunque a vedere il vostro viso, col naso arricciato, l'espressione dubbiosa, gli occhi all'insù. Percepiamo sulla pelle il sentimento comune: non se ne può più di giochi in pixel art. Sembrano tutti uguali, tutti bellissimi agli occhi della stampa e dei conoscitori del filone, ma non è abbastanza per chi preferisce prodotti tridimensionali, stupefacenti a vedersi, al passo con i tempi. E se in questo momento dicessimo che Dead Cells è uno dei migliori giochi del 2018? Ci credereste? Proviamoci: ecco la nostra recensione.
Editore | Motion Twin |
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Sviluppatore | Motion Twin |
Piattaforme | PS4, Xbox One, Nintendo Switch, PC Windows |
Genere | Azione |
Modalità di gioco | Singolo giocatore |
Lingua | Testi in italiano |
Prezzo e acquisto | 24,99€ (PS4 / XB1 / Switch / Steam) |
Video Recensione Dead Cells
I concetti espressi nei paragrafi di questo articolo sono racchiusi nel video a seguire, che include spezzoni tratti dalle nostre sessioni di gioco su PS4 Pro.
Ma quanto è bello morir
Dead Cells è esattamente la summa di tutti i pregi di cui si fa portatore il cosiddetto roguelike, il genere nel quale la generazione casuale dei livelli, e la morte come lezione di vita, rappresentano i punti focali.
Nel pentolone, Motion Twin ha messo dell'estetica fantasy in una struttura Metroidvania, imbevuta a sua volta in decine di variabili e statistiche, sorrette da un sistema di combattimento che strizza l’occhio alla meticolosità di un Dark Souls, senza replicarne pedissequamente i connotati, anzi.
Non vi è una narrativa vera e propria, a parte una premessa che vede un esperimento alchemico finito male come protagonista di un viaggio il cui obiettivo è quello di battere il boss finale. Se non lo si riesce a sconfiggere nella partita, bisognerà ricominciare tutto daccapo, con una piccola differenza: sarete più forti di prima.
La struttura infatti nuota nella classicità, ma lo studio intrapreso per bilanciare ogni aspetto della formula è notevole. In primis va premiato il disegno dei livelli che, sebbene sia regolato dalla casualità, si poggia sempre su ecosistemi ben precisi, livelli che mantengono tratti unici, dalle Fogne ai Bastioni, in un turbinio di ambientazioni medievali in cui l’artificiosità dell’algoritmo procedurale è molto meno sentita rispetto ad altre produzioni.
Non a caso, i vari strati dello schema sono collegati con portali molto frequenti tramite cui teletrasportarsi, condensati in un ritmo dell’azione che non conosce pause.
Ponderata al millimetro è anche la progressione, condotta dalle monete e dalle cellule lasciate cadere dai nemici sconfitti, le prime per acquistare e migliorare armi e abilità della partita corrente, le altre per sbloccare potenziamenti permanenti, come un maggior numero di pozioni e monete mantenute dopo la morte.
Ciò che dà valore al divertimento è senza dubbio il sistema di combattimento, e, con esso, i comportamenti dei nemici, i quali obbediscono a schemi chiarissimi. Non subirete danni ingiusti, magari solo sfiorando i mostri, non sarete circondati da tanti pericoli privandovi della possibilità di respirare, perché si riesce a discernere in modo semplicissimo gli elementi dello scenario.
Una volta imparati gli schemi comportamentali, si danza tra un cattivone e l’altro con classe, con finezza ed eleganza: merito anche degli ottimi controlli e della buona varietà di armi e abilità, condite a loro volta dalle grandi capacità di movimento dell’alter ego virtuale, che consentono di volteggiare nell'aria e di effettuare schivate all'ultimo secondo come se lo faceste da una vita.
È possibile comporre il proprio stile di gioco, combinando torrette automatiche e archi ad esempio, a vostra discrezione e senza vincoli di sorta, se non quello di poter indossare al massimo due armi, due abilità e un accessorio.
Diversi sono i segreti nascosti, e molte le opzioni per modificare l’approccio: che sia uno frettoloso o esplorativo non ha importanza, perché entrambi saranno ricompensati allo stesso modo. Ed è proprio questa la forza della produzione di Motion Twin, l'essere calcolato all'occhiello, l’essere disegnato con attenzione, frutto evidente di un’analisi di tutti gli esponenti usciti nel corso degli ultimi anni, da cui sono stati estratti i punti migliori. La longevità peraltro è incalcolabile, anche perché dopo oltre cinquanta ore di gioco crediamo di non averne ancora avuto abbastanza: perdi più, tra le modalità spiccano sfide giornaliere attraverso le quali scalare le classifiche dei giocatori più abili.
Se dovessimo però rimproverare qualcosa, quello sarebbe l’argomento riguardante i boss, i quali, benché siano dotati di una identità distinta, tendono ad appiattirsi prima di quanto ci aspettassimo: dopo aver capito i punti deboli, non avrete problemi nel buttarli giù nelle partite successive.
Per il resto siamo sinceramente stupiti del lavoro confezionato da Motion Twin, di come tutto si colleghi al fine di garantire un’esperienza quanto più fluida, gratificante e piacevole possibile, dalla varietà alla solidità delle dinamiche, per poi finire sul comparto grafico, basato su animazioni che emulano lo stile in rotoscopio. La scelta dei colori rimpolpa la ricchezza estetica, che si poggia su decine e decine di nemici differenti, tutti ottimamente caratterizzati. Buone anche le musiche e gli effetti sonori, ma soprattutto l’humor frizzante che circonda l’avventura, la quale non si prende mai troppo sul serio. Peccato solo per qualche sporadico singhiozzo nella fluidità su PS4 Pro: nonostante siano rari, speriamo vengano risolti al più presto.
Giudizio Finale
Recensione Dead Cells – Giudizio Finale – Dead Cells è la quintessenza del roguelike. Scrupoloso nella schematizzazione dei livelli, premuroso nel ricompensare e bilanciato nel rischio, la fatica di Motion Twin tocca la definizione di gioiello.
Il tutto naviga in un sistema di controllo e combattimento che ha pochissimi rivali nel suo genere.
PRO | CONTRO |
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