Recensione F1 2020 – Un pizzico di normalità

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Recensione F1 2020 – Un pizzico di normalità

Recensione F1 2020

Che bello poter tornare a respirare la normalità anche nello sport. Di certo è dura vedere le gradinate vuote, senza il calore della tifoseria, ma almeno gli atleti sono in campo, e con loro si riaccende lo spettacolo della competizione. Da questa "nuova" normalità emerge anche l'ultimo ruggito di Codemasters, quel F1 2020 così bramoso di cucire attorno a voi la formula più aderente ai vostri bisogni.

Editore Codemasters
Sviluppatore Codemasters
Piattaforme PS4, Xbox One, PC Windows, Stadia
Genere Guida
Modalità di gioco Singolo giocatore, Multigiocatore (locale e online)
Lingua Completamente in italiano

Sin dalla scorsa edizione, Codemasters aveva espresso il desiderio di voler dare in mano ai giocatori quanti più strumenti per vivere la Formula 1 in modo più personale ed intimo. Quella del 2020 è la consacrazione di questa tesi, che vede nell'introduzione della Carriera Scuderia la novità più rilevante. Meglio tardi che mai, e, per la prima volta nella serie, vi verrà chiesto di creare un pilota, di scegliere gli stemmi, di cercare sponsor, insomma, di fondare una scuderia per prendere il posto dell’undicesimo team della griglia. Si parte già tra i grandi e non vi è il percorso dagli albori, che invece avremmo gradito magari in un’altra modalità, ma di questo ne parleremo tra qualche riga.

In ogni caso, l’editor purtroppo è abbastanza limitato e i volti disponibili per l’atleta sono sostanzialmente quelli visti nelle scorsa incarnazione. Stessa cosa vale per la vettura, le cui motorizzazioni si contano sulle dita di una mano, con livree a scelta tra pochi schemi. Dopodiché si viene lanciati in una gestione simile a quanto assaporato in altri esponenti, vicina comunque alla scorsa Carriera Pilota in termini di svolgimento. Bisogna dunque imparare a gestire il calendario, applicando le attività giuste per mantenere un buon rapporto tra denaro, morale della scuderia e punti di specializzazione da investire nelle varie divisioni, così da poter potenziare il proprio bolide. Ovviamente il tutto è più articolato rispetto al passato, e gode di spiegazioni che illustrano per filo e per segno il funzionamento dell’intero apparato. Lo si può personalizzare nel numero di gare, di giri, nella lunghezza delle stagioni e nella difficoltà, per un approccio che, in maniera evidente, vuole abbracciare il più grande bacino di utenza possibile.

La modalità insomma fa quello che deve, anzi, fa esattamente quello che deve, senza però sorprendere in alcun modo, specie se avete masticato a dovere la stagione precedente. Fuori dalla pista si gioca perlopiù con i numeri e le variabili, cercando di far quadrare i conti, ingaggiando magari compagni di scuderia più flessibili e sponsor più proficui, ma il contorno continua a presentare le medesime sequenze di intermezzo già viste in passato, eccetto qualche filmato in più.

Viene da chiedersi come mai si sia abbandonata completamente la deriva narrativa che invece avevamo gradito in F1 2019, dove veniva raccontata la genesi di una rivalità con uno stile vicino a quello cinematografico. Di sicuro l’utenza pragmatica, e meno “romantica”, troverà nella Carriera Scuderia tanto pane per i denti. In particolar modo, poi, è stato dato maggiore spazio alle interviste, che rimangono comunque molto robotiche, a causa di domande le cui conseguenze sono spesso ovvie, eppure cercano di rimpolpare la varietà e il coinvolgimento, anche con l’aggiunta di abilità accessorie tramite cui sbloccare ulteriori risposte.

Rispondere “oggi ero una calamita per idioti”, per giustificare una gara sporca, non ha prezzo, ma non pensate a chissà quali reazioni umane da parte dei giornalisti, perché il tutto si riduce, come anticipato, a dei numeri, nulla più.

D’altra parte, le sensazioni in gara sono quelle di sempre, dove il più grande cambiamento emerge dalla distinzione degli stili di guida, divisi in sportivo e realistico. Come potete immaginare, lo sportivo edulcora la sfida e rende più facile districarsi sui cordoli, riducendo drasticamente le punizioni subite in caso di fuori pista. In generale risulta più semplice governare il bolide, a tal punto che è possibile attivare un ulteriore aiuto-sterzo che spinge automaticamente la vettura verso la traiettoria ideale. Se la differenziazione l'abbiamo molto apprezzata, così come l'anima squisitamente arcade, lo stesso non possiamo dire di quel aiuto-sterzo, perché troppo stringente e vincolante, e, anche passando il controller in mano ai meno avvezzi, ci siamo resi conto di quanto bloccato fosse lo sterzo durante l’esecuzione di certe curve, risultando più un ostacolo che altro.

È pur sempre un’opzione in più, ed è senza dubbio meglio un’opzione in più che una in meno: del resto, si tratta di una funzione pensata per i neofiti o per chi è interessato solo a godersi la velocità e lo scenario, ma non è ottimizzata a tal punto da illudere il giocatore di essere un campione, mostrando appunto un binario dal quale non è possibile staccarsi.

Come detto nell'anteprima, l’infrastruttura continua ad essere estremamente scalabile, alla stessa maniera dello scorso capitolo, dall'aggressività dell’intelligenza artificiale ai meri aiuti, come la frenata assistita e il controllo trazioni: a questi se ne aggiungono alcuni di nuovi, relativi all'utilizzo automatico del DRS, al fianco di quello per l’ERS, e al consumo di carburante.

La modalità multigiocatore, inoltre, torna in grande spolvero, con una diversificazione netta tra eventi online simmetrici e asimmetrici, con tanto di leghe organizzate tra giocatori e una sezione dedicata all’eSport, per una direzione sempre più votata alla competizione, considerando l’eccellenza ormai raggiunta del modello di guida.

La novità più ghiotta sul lato della condivisione spicca dal ritorno, richiestissimo, dello schermo condiviso, che, al costo di un piccolo ma sopportabile calo della veste visiva, consente di assaporare finalmente le vetture monoposto di Codemasters sul divano insieme ad un compagno. Ci duole sottolineare che l’unica modalità affrontabile in questa maniera è il Gran Premio, dove quantomeno si può scegliere la medesima scuderia e gareggiare fianco a fianco, personalizzando poi il numero di gare, la difficoltà ed eventualmente lo stile di guida. Ciò detto, rimane un'aggiunta graditissima, che sarà approvata da grandi e piccini, ancor di più dai grandi che giocano con i piccini.

Solleviamo dei dubbi in merito al modello di monetizzazione, perché F1 2020 arriva sugli scaffali a prezzo pieno anche per i possessori della scorsa stagione, come tutti gli sportivi videoludici annuali: devono trovare una dimensione diversa, questo è sicuro (PES ci ha pensato), ma la Formula 1 di Codemasters ha sempre cercato di dare il massimo, ed in effetti il pacchetto è piuttosto gonfio di contenuti.

Per dire, la Carriera Pilota non è stata sacrificata, e anzi, questa volta copre l’intera stagione della Formula 2, privata però delle belle sequenze animate gustate nel 2019. Il 2020 è però dedicato al mitico Michael Schumacher, con le riproduzioni accuratissime di quattro delle sue auto iconiche, cioè Jordan 191, Benetton B194, Benetton B195 e Ferrari F1-2000, le quali si affiancano alla bellissima Ferrari F2004. Peccato che queste bellezze, insieme alle rispettive livree e tute, non siano incluse con la versione base, e che, come se non bastasse, il gioco introduce pure un Pass Podio, ovverosia l’interpretazione del pass stagionale dei più comuni giochi online. Qualsiasi attività compiuta, purché connessi alla rete, premia con dei punti esperienza tramite i quali sbloccare oggetti di personalizzazione per il pilota e livree. Le ricompense più ghiotte sono tuttavia una prerogativa del Pass Vip, che può essere acquistato con i PitCoin, guadagnabili giocando o, ovviamente, spendendo del denaro reale.

L’introduzione fa storcere il naso, anche perché questo fa supporre un piano post lancio che al momento non è chiaro. Per il momento, i primi aggiornamenti hanno modificato le statistiche dei piloti per farle combaciare con le prestazioni dei piloti del mondo reale, in virtù della ripartenza stagionale.

Sul comparto audiovisivo si sono fatti dei passi avanti nel rombo dei motori, ora ancora più fedeli alla realtà. Giocare con un paio di cuffie sulle orecchie, o con un impianto audio ben oleato, è praticamente un imperativo per godere al meglio di questo gran lavoro. La grafica invece si difende bene come in passato: i nostri test si sono consumati perlopiù sulla versione PS4 Pro, sulla quale si fa apprezzare per i sessanta fotogrammi al secondo e per l’ottima pulizia a schermo. I materiali sfoggiano delle tonalità leggermente più cupe per donare al tutto un’apparenza più realistica, ma è difficile scorgere grosse novità: ci piacerebbe vedere una rinfrescata nel contorno e nelle piste, un’innovazione che, presumibilmente, verrà integrata con la prossima generazione.

Ciononostante, i nuovi circuiti di Hanoi nel Vietnam e di Zandvoort in Olanda vantano una buona realizzazione: il primo risalta per dei bei rettilinei, perfetti per mettere sotto torchio il motore, l’altro invece è caratterizzato da curve strette da studiare meticolosamente. Quest’ultimo ci è piaciuto particolarmente ed è stato un protagonista fisso del nostro Gran Premio.

Giudizio Finale

Se non fosse per la modalità Carriera Scuderia, fiore all'occhiello per questa edizione, F1 2020 sarebbe più vicino al contenuto aggiuntivo che ad un nuovo capitolo delle vetture monoposto. Un'estensione tuttavia ampia, con una ricompilazione dei suoni, delle ulteriori sfumature di personalizzazione dell’esperienza, con tanto di gradito ritorno dello schermo condiviso, per un pacchetto gonfio di contenuti. Peccato per l’abbandono della deriva narrativa vista nel predecessore, della quale sarebbe stato interessante vedere un'evoluzione. Inoltre, forse è il caso di ripensare le modalità di monetizzazione per gli acquirenti annuali: chissà se la nuova generazione porrà nuove basi in tal senso.

PRO CONTRO
  • Carriera Scuderia stratificata...
  • Due stili di guida differenti...
  • Il ritorno dello schermo condiviso
  • ... priva però di sorprese
  • ... con qualche opzione non ottimizzata
  • Dubbi nel modello di monetizzazione

Trailer

Screenshot

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