Fated: The Silent Oath – L'emozione non ha voce (recensione PSVR)

Adriano Celentano e vichinghi: una coppia che scoppia
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri

Recensione Fated: The Silent Oath – La sezione del Playstation Store, quella dedicata alla realtà virtuale, continua a rimpinzarsi di nuovi titoli su base mensile. Oggi tocca a Fated: The Silent Oath, gioco che aspettavamo al lancio della periferica VR di Sony, ma che purtroppo è stato rinviato per motivi legati probabilmente all'ottimizzazione. Siete pronti ad immergervi nell'ennesimo film interattivo? Mettetevi comodi, e gustatevi la nostra recensione del nordico viaggio dei canadesi Frima Studio.

Editore Frima Studio
Sviluppatore Frima Studio
Piattaforme PSVR, HTC Vive, Oculus Rift
Genere Film interattivo
Modalità di gioco Singolo giocatore

Video Recensione Fated: The Silent Oath

I concetti espressi nei paragrafi di questo articolo sono racchiusi nel video a seguire, che include spezzoni tratti dalle nostre sessioni di gioco su PSVR, in abbinata con PS4 Pro.

Muto per una buona causa

L'affascinante epoca dei vichinghi fa da sfondo alla vicenda di sacrificio raccontata in Fated: The Silent Oath, la quale vi mette nei panni di un giovane marito di famiglia, privo di voce a causa di un patto stretto in punto di morte con una divinità. Di cosa se ne faccia una dea di una voce maschile è un mistero, e a noi francamente non interessa, ma l’espediente serve ovviamente ad aumentare il grado di immersione del giocatore, aiutato dall'assenza totale di interfaccia, anche dei semplici sottotitoli, di cui semplicemente non c’è traccia.

Il protagonista dunque si risveglia a bordo di un carretto insieme ai suoi cari, scossi da una guerra che ha decimato il loro villaggio. Lo scopo è quello di mettersi in viaggio con i pochi sopravvissuti, per poi allontanarsi il più possibile dal luogo del delitto, cercando riparo in punti strategici non avari di selvaggina.

Il modo col quale potrete interagire durante i discorsi dei personaggi ha del geniale: proprio perché impossibilitati nel parlare, potrete solamente annuire o scuotere la testa per rispondere alle varie domande che vi verranno fatte. Peccato che questo metodo sia stato utilizzato in maniera superficiale, su questioni banali e spesso retoriche, che hanno risposte quasi sempre unilaterali, tanto da non aver ripercussioni all'interno del gioco.

Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio, questo si snoda essenzialmente su quattro filoni: movimenti liberi a piedi utilizzando i due analogici, uno per lo spostamento e l’altro per regolare la visuale, una sessione a bordo di una carrozza, un paio di enigmi e alcune fasi tra pericoli ambientali, compresa una minuscola sezione di caccia.

Gran parte di queste attività sono di una semplicità disarmante, tanto ché si ha la netta impressione che non si possa sbagliare quasi mai.

Il tutto viene gestito dal controller, il quale non ci permette di effettuare azioni particolarmente immersive, anche perché questo compito è affidato alla prospettiva: ad esempio, abbiamo apprezzato la fase nella quale bisognerà evitare le trappole mentre si è appiattiti contro il muro, e il dover calcolare il tempo tra un’arcata e l’altra, con il visore sulla testa, risulta essere molto stimolante.

In ogni caso, capiremmo l’esigenza di non voler appesantire la narrazione, e di far scorrere gli eventi senza intoppi e ripetizioni della stessa fase, se non fosse che è proprio la storia ad essere inconcludente e insoddisfacente. Non solo l’avventura può essere terminata in poco più di un’ora, ma si conclude pure con un finale davvero raffazzonato, e che risolve poco o nulla dei misteri messi sul piatto.

La voglia di inserire un colpo di scena tanto per cercare disperatamente di emozionare il giocatore, non ci è parsa una scelta leale nei suoi confronti.

Tuttavia, c’è da ammettere che Fated: The Silent Oath scorre che è un piacere, perché dopo un po’ di minuti si diventa parte del suo mondo. Lo stile grafico, tra l’altro, pare un prodotto di una notte brava tra Skyrim e World of Warcraft, con modelli tridimensionali coloratissimi e che sembrano essere usciti da un cartone animato. Durante la nostra prova, abbiamo avvertito delle mancanze nere sui fondali, come se non fossero stati rifiniti, in particolare nelle prima parte in campo aperto, ma niente di così eclatante.

Ci sarebbe da rimproverare la qualità altalenante delle animazioni, dato che i personaggi non sempre risultano convincenti, sia nei movimenti che nelle espressioni facciali, eppure la grafica talvolta riesce persino ad impressionare, con scene ben coreografate e visivamente realizzate a regola d’arte.

Purtroppo è nel lato sonoro che il titolo di Frima pecca un po’, soprattutto nel doppiaggio in inglese, perché se è vero che le voci sono azzeccate, sembra come se gli attori non fossero convinti nel corso di alcune battute.

L’audio tridimensionale però è molto coinvolgente, specie durante le fasi di dialogo attorno al fuoco, quando i vari personaggi sono posizionati a cerchio, proprio per enfatizzare l’effetto. Concludiamo con la classica nota finale sul prezzo, di soli 9,99€, ma tenete a mente che si tratta di un'avventura breve e dalla rigiocabilità nulla.

Giudizio Finale

Recensione Fated: The Silent Oath  Giudizio Finale – Fated: The Silent Oath ha del potenziale, è innegabile, e affrontarlo diverte e incuriosisce. Peccato che l’intrattenimento si esaurisca troppo in fretta, tanto da lasciare spazio ad una sensazione di delusione cocente: l'avventura fa credere al giocatore di nascondere misteri inenarrabili, e per un momento potreste anche crederci, ma proprio quando inizia a spiccare il volo, la storia si chiude, e vi renderete conto di aver giocato all'ennesima dimostrazione tecnica delle possibili capacità narrative della realtà virtuale.

PRO CONTRO
  • Non mancano sequenze scenografiche spettacolari
  • Ci si sente connessi con i personaggi
  • I metodi di comunicazione sono geniali...
  • ... ma sono sfruttati solo in superficie
  • Brevissimo, con un finale insoddisfacente
  • Poca interazione

Recensione Fated: The Silent Oath – Trailer

Recensione Fated: The Silent Oath – Screenshot