Gears of War 4 - "Wow, sangue... budella... come al solito" (recensione)

Il fatidico giorno è giunto. Possiamo finalmente parlarvi dell'ultimo capitolo di Gears of War, una delle saghe videoludiche più esplosive di sempre.
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri

Recensione Gears of War 4 - L’attesa del piacere è essa stessa il piacere direbbe lo scrittore tedesco Lessing, un detto pronunciato da chi, con rispetto parlando, non ha mai atteso un videogioco del calibro di Gears of War 4. La saga, ideata per Xbox 360 da Epic Games, è ora nelle mani di The Coalition, uno studio praticamente nuovo, pronto a dimostrare di che pasta è fatto. Il quarto capitolo è dunque il degno seguito della serie che tutti stavamo aspettando? La riposta più o meno già la sapete, perché il voto è la prima cosa che è balzata ai vostri occhi: permetteteci però di spiegare al meglio questa nuova grande esclusiva firmata Microsoft, che abbiamo avuto il piacere di provare su Xbox One.

Video Recensione Gears of War 4

Come vuole la prassi, i concetti esposti nei paragrafi a seguire li trovate nella video recensione. L'utilizzo delle cuffie è fortemente consigliato.

Troppo brutto per vivere

Chiariamo una cosa: Gears of War 4 non è un titolo che azzarda. The Coalition ama e conosce nel profondo la filosofia che avvolge il gioco e, non a caso, il team è guidato da Rod Fergusson, produttore esecutivo e regista della produzione nei primi tre capitoli.

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Non aspettatevi quindi grandi cambiamenti all’interno della formula, perché altrimenti potreste rimanere delusi. Tuttavia, il lavoro dell’azienda canadese non va condannato per l’assenza di grandi stravolgimenti, perché il titolo è esattamente ciò che dovrebbe fare un buon seguito. Gears of War 4, inoltre, è anche un ottimo punto dal quale continuare e ripartire, senza sacrificare i punti cardine di un videogioco che ha saputo rivoluzionare il mondo degli sparatutto in terza persona, distinguendosi soprattutto grazie al suo carisma. In fondo, il prodotto in questione è nato proprio per tirar fuori il testosterone nella sua forma pura persino dalle ragazze più femminili.

Sin dalle prime battute, si nota come il team abbia voluto commemorare i precedenti episodi, e questo omaggio non è fine a se stesso: l’intera campagna alterna momenti che celebrano le tinte cupe, lente e asfissianti del primo titolo, ad altri in cui la verve più briosa e aperta dei successivi esplode senza freni, affiancata però da una serie di migliorie che non snaturano la saga e, anzi, la arricchiscono in maniera estremamente intelligente, seppur non ambiziosa.

Innanzitutto, la storia è basata su nuovi personaggi: il protagonista infatti è il figlio del leggendario Marcus Fenix, ovvero J.D. Fenix, che dovrà avventurarsi insieme ai suoi amici, Kait Diaz e Del Walker, alla ricerca dei loro cari, rapiti da una minaccia dall'entità sconosciuta ma - diciamo così - presumibile.

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La trama è ancora una volta un pretesto per mettervi davanti a tante, tantissime tipologie di ostacoli, supportati dalla solita dose di caratterizzazione ed espressività a cui la saga ci ha abituati, anche se meno accentuata se messa a paragone con i predecessori. Infatti, mentiremmo se dicessimo che l’assenza del cast originale al completo non si faccia sentire, ed infatti i nuovi eroi, purtroppo, non riescono a reggere il confronto con la possanza fisica, la complementarietà e l’esagerazione del vecchio team.

Ad ogni modo, in questo quarto capitolo abbiamo notato la volontà del team di Vancouver di rendere quanto più varia possibile l’offerta grazie al cambio di contesto nei diversi atti dell’avventura.

Ciò significa che il classico sistema di combattimento, dove le coperture e la posizione strategica decretano la vittoria o il fallimento delle sparatorie, viene amplificato attraverso l’introduzione di nuove chicche, come nuovi mostri e armi, in un’evoluzione, di fatto, naturale.

Il gameplay è sorprendentemente ancora attuale e, pad alla mano, l’azione è più fluida e appagante, con nuove intuizioni come la possibilità di scavalcare le barriere, o di afferrare gli avversari dall'altra parte della copertura, che rendono la formula ulteriormente più viva. La struttura dei livelli è stata poi rivitalizzata, cercando di mantenere sempre vivo l’interesse del giocatore per tutta la durata della storia.

Ingranaggi di guerra

Parlando più nel dettaglio, Gears of War 4 introduce i DeeBee, degli automi robotici comandati dalla Coalizione dei Governi Organizzati che, sulla carta, dovrebbero ricoprire il ruolo di esercito pacifico, proprio come al tempo furono Marcus e compagni, ma la realtà dei fatti è un po’ diversa, e lasceremo a voi il piacere di scoprire il perché.

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Proprio per la loro natura artificiale, questi non scendono a patti con la morte, e attaccano con grande aggressività a differenza delle care e vecchie locuste, che cercavano continuamente riparo. L’istinto suicida dei DB va quindi a modificare l’approccio da stabilire in battaglia, valorizzato da un design che non contempla la staticità: tra ricarica dinamica, esplosioni, coperture distruttibili e attacchi a sorpresa con la sega elettrica non c’è proprio motivo per restare fermi.

La sensazione perenne è quella di pericolo da ogni angolo, perché in effetti gli scenari sono molto più articolati rispetto al passato, tanto da offrire persino cambiamenti climatici che garantiscono sia effetti visivi spettacolari che piccoli accorgimenti alle meccaniche: lanciare una granata potrebbe non essere un compito semplice mentre il vento è imbizzarrito, quindi è bene sfruttarlo a proprio vantaggio, magari tramite la distruzione di appositi supporti per attivare trappole ambientali.

Queste sono solo alcune delle idee introdotte per incrementare la varietà di situazioni, in cui l’unicità di ogni arma svolge il ruolo centrale.

Tradotto in soldoni, non farete altro che sparare, almeno in termini di gameplay, dunque l’arsenale è stato uno degli aspetti più curati da The Coalition. Al fianco dell’immancabile Lancer e dell’Hammerburst ci sono nuovi, irresistibili arrivati: l’Embar, ad esempio, è un fucile a fusione capace di caricare un singolo colpo di incredibile potenza, mentre il Buzzkill è un lancia dischi pazzesco, in grado di far rimbalzare i proiettili per tutta la mappa. Menzione d’onore anche per l’Overkill, un pesante fucile a pompa che spara due colpi, uno a grilletto premuto, l’altro quando si rilascia.

Gears of War 4 - New 7

Chiaramente ogni arma è caratteristica, e il gioco stesso spinge l’utente a cambiare dotazione, fornendogli le munizioni adatte a quella determinata situazione, senza mai abusare: a dire il vero, ci siamo ritrovati molto spesso a secco, spinti a raccogliere qualsiasi cosa pur di difenderci dai nemici.

Tutti questi fattori vanno a definire un tipo di intrattenimento derivativo ma allo stesso modo distinguibile e accattivante, elementi che ci ricordano costantemente perché Gears of War è così tanto amato.

 Questo quarto appuntamento, quindi, non riscrive nulla, ma rimane fedele a quanto costruito da Epic Games, anche se dobbiamo sottolineare che, a gioco finito, c’è rimasto un pizzico di amaro in bocca: la storia, molto interessante e ben orchestrata all’inizio, si perde un po’ col passare degli atti, dando massima priorità al gameplay.

È un vero peccato, perché la direzione verso un piano più narrativo e profondo, presa dal terzo capitolo e continuata anche qui, ci stava piacendo e non poco, nel riuscito compromesso tra esagerazione e momenti più seri, utili a valorizzare la caratterizzazione dei personaggi e a spezzare il classico ciclo di sparatorie condite con qualche momento di tranquillità per ammirare il paesaggio e raccogliere i collezionabili.

Gears of War 4 Foto

Purtroppo però Gears of War 4 ha preferito non fare il passo più lungo della gamba, proponendo sì delle vicende interessanti, eppure fin troppo superficiali. Tirando le somme, la campagna è sicuramente molto solida e godibile grazie alla varietà di luoghi e situazioni spalmate in circa nove ore di gioco e corredate da quel tipo di gameplay spara-muretto che in tutti questi anni non ha perso un colpo, malgrado non riesca nell'impresa di eguagliare e superare quei livelli di pathos toccati dai precedenti episodi, a parte in alcune occasioni.

Chi non spara in compagnia...

Spostiamoci ora sul multiplayer, la componente più succosa del pacchetto, almeno agli occhi della maggior parte della community di Gears of War. Oltre alla possibilità di affrontare la storia in cooperativa locale o online con un amico, anche con l’ausilio del matchmaking, The Coalition vi offre una marea di possibilità di gioco, sia competitive che casual.

Le modalità in tutto sono sei, e spaziano dalle più classiche come il Deathmatch a squadre, alle novità come il Dodgeball, dove la rigenerazione è bloccata, e ciascun uccisione fa rivivere un membro della propria squadra; o, ancora, Corsa agli Armamenti, una variante a squadre della ben più nota “gioco delle armi” di altri titoli affini, in cui l’arma impugnata sarà diversa da giocatore a giocatore in base al personale punteggio.

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Se c’è una cosa che abbiamo davvero apprezzato è la presenza di un'apposita opzione per giocare i match in cooperativa, con altri utenti, contro i bot a difficoltà scalabile, in maniera tale da prepararsi per il segmento competitivo, e ottenere comunque ricompense, senza avere addosso lo stress di una classica partita multiplayer.

C’è poi tutta una parte dedicata al gioco ad alti livelli, con modalità appositamente ottimizzate per valorizzare il gioco di squadra. Tra queste spunta Escalation, un match al cardiopalma nel quale bisogna catturare degli anelli per generare punti e, nel caso in cui un team sarà in grado di acciuffarli tutti e tre contemporaneamente, verrà subito incoronato vincitore. Per quanto riguarda invece le mappe, il gioco ne sfoggia ben dieci, unite alla promessa di contenuti aggiuntivi gratuiti rilasciati a cadenza mensile. L'acquisto del Season Pass è del tutto secondario, visto che vi donerà la possibilità di scegliere le mappe implementate attraverso i futuri DLC nelle partite private, mentre in quelle pubbliche potrete accedere liberamente.

In quanto alle dinamiche del gioco online, le hit box ci sono parse molto più affidabili se messe al confronto con l’edizione restaurata del primo titolo, e l’esperienza rimane frenetica e spassosa, ma bisognerà aspettare il rilascio per testare a fondo la stabilità dei server.

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Il sistema di progressione e personalizzazione, invece, non fa gridare al miracolo, e gli sbloccabili, specie quelli cosmetici, lasciano a desiderare, con scelte cromatiche discutibili e poche skin degne di nota, ma questo aspetto potrà essere ampliato con i prossimi aggiornamenti.

Inoltre, per gli amanti della cooperazione, fa il suo debutto l’Orda 3.0, modalità che segna il ritorno della popolare sopravvivenza a squadre che mette cinque partecipanti contro orde di nemici comandati dall’intelligenza artificiale. I giocatori possono scegliere tra cinque classi, ognuna con il suo stile, che potrà poi essere personalizzato ulteriormente salendo di rango. La possibilità di edificare costruzioni in grado di rallentare l’avanzata nemica aggiunge un pizzico di strategia e di divertimento in più, anche se le sessioni ci sono sembrate sono un po’ troppo lunghe. Almeno, la modalità può essere giocata in cooperativa con un amico in locale, come tutte le altre modalità PvP, con la presenza dei bot come avversari.

Concludiamo la nostra analisi con una parentesi sulla grafica, materia di lunghi dibattiti a partire dalla beta. Gears of War 4 è senza ombra di dubbio un gran bel vedere, e mostra i muscoli soprattutto negli ambienti esterni, quando la flora scossa dalle tempeste aiuta a regalare intense emozioni. Tutti i luoghi sono molto evocativi e ben realizzati, nonostante l’eccessiva linearità dell’avventura, cosa che ha comunque consentito agli sviluppatori di incrementare il livello del dettaglio generale.

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Inoltre, la campagna non gode dei sessanta fotogrammi al secondo, e si ferma alla soglia, stabile, dei trenta frame, mentre il segmento multiplayer, tranne l’orda, si spinge al massimo, anche se l’impatto visivo è meno coinvolgente. L’unica nota negativa va alle animazioni, visto che alcune di queste sono state riciclate dalla generazione passata e risultano essere poco rifinite. Buono invece il doppiaggio in italiano, così come l’effettistica e le musiche, in linea con i precedenti episodi.

Vi ricordiamo, infine, che Gears of War 4 sarà disponibile a partire dall'11 ottobre su Xbox One e PC dotati di Windows 10 tramite il programma Xbox Play Anywhere, grazie al quale potrete usufruire di numerosi vantaggi, sempre se acquistato in edizione digitale, come giocare in cross-play tra entrambe le piattaforme o condividere i progressi.

Giudizio Finale

Recensione Gears of War 4 - Giudizio Finale - Gears of War 4 rimane fedele alle sue origini, gioca in casa e vince senza troppa fatica. Il risultato dell’operazione infatti è un prodotto solido, spassoso e dall'offerta contenutistica ampia, che preferisce vedere al passato piuttosto che al futuro. Di sicuro è un’avventura da avere, ed è anche la dimostrazione di come The Coalition abbia a cuore la saga, tanto da meritarsi le redini.

PRO CONTRO
  • Spettacolare, nel ritmo e nel design tecnico e grafico...
  • Gameplay solido, ancora molto attuale
  • Cooperativa in locale e online
  • Nuove aggiunte intelligenti
  • Multiplayer corposo e accessibile
  • ... a parte qualche grattacapo, specie nelle animazioni
  • La trama si perde un po' dopo i primi atti
  • I nuovi personaggi non reggono il confronto con quelli del passato, e sembrano meno coesi
  • Alquanto derivativo

Recensione Gears of War 4 - Trailer

Recensione Gears of War 4 - Screenshot

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