
I'm Hungry – Tu non hai fame? (recensione VR)
Recensione I'm Hungry – I'm Hungry sbuca a sorpresa in un caldo pomeriggio d’estate. Si sa poco o nulla a riguardo: un trailer ne annuncia la disponibilità, senza nemmeno mostrare chi c’è dietro allo sviluppo. Potevamo esimerci dal provarlo con mano? Ecco la nostra recensione.
Editore | Winking Entertainment |
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Sviluppatore | Winking Entertainment |
Piattaforme | PSVR |
Genere | Casual |
Modalità di gioco | Singolo giocatore |
Lingua | Testi in italiano |
Prezzo e acquisto | 16,99€ |
E cos'è, un simulatore di Mc Donald's?
I'm Hungry si rifà agli stilemi dei classici giochi di preparazione del cibo già gustati più volte sulla realtà virtuale. Non a caso, il giocatore impersona il proprietario di un chiosco e lo scopo è quello di sfamare i clienti, offrendo loro esattamente quel che chiedono attraverso i Playstation Move.

Si possono preparare quattro tipi di alimenti, ovvero panini, coppette gelato, patatine e bibite, e non bisogna prestare attenzione alla cottura né agli ingredienti: del resto, è possibile servire sandwich canonici, composti da insalata e hamburger, con la sola e unica scelta per la salsa, tra ketchup e formaggio. Nonostante quanto detto, sono proprio i panini e le patatine a vestire i panni delle prelibatezze più esigenti in termini di preparazione, mentre le bibite e i gelati richiedono solo un pulsante o una leva per essere pronti da gustare.
Di fatti, la sfida non risiede nella complessità della preparazione, quanto piuttosto nella quantità da preparare. I clienti, col passare dei livelli, chiederanno sempre più porzioni delle quattro portate disponibili, elargendo un compenso monetario in base al lavoro svolto. L'unica meccanica per mezzo della quale I'm Hungry riesce a distinguersi è quella dell’impacchettamento: una volta preparato l’ordine, dovrete prendere una busta, aprirla con un colpetto, per poi infilare il cibo attraverso un movimento deciso che non segue regole ben definite. Insomma, i tentativi falliti sapranno insegnarvi qual è il gesto più consono per imbustare il tutto velocemente senza perdere tempo.

Scendendo più in profondità, l’offerta presenta due modalità sfida, sbloccabili completando i due mondi principali, composti da diciotto schemi ciascuno. Ogni livello presenta una valutazione a tre stelle, legate ad obiettivi specifici riguardanti quanti clienti si riescono a soddisfare o quanto denaro si riesce ad accumulare, tutto entro un tempo limite che in media non supera sei minuti.
Malgrado la semplicità delle regole e l’innocenza di una formula che ha già dimostrato di essere piacevole nella realtà virtuale, I'm Hungry cade rovinosamente su problemi elementari. Anzitutto, la ripetitività: le poche variabili dettate dalla minuscola quantità di ingredienti e sbloccabili alimentano la monotonia dell’esperienza, ulteriormente inficiata da scarse varianti delle missioni e dal bilanciamento alquanto opinabile.
Infatti, le richieste dei clienti sono spinte da un algoritmo procedurale che ha il brutto vizio di esagerare, rendendo frustranti certi livelli, il cui esito è nelle mani della fortuna. Si può addolcire la pillola con l’acquisto dei potenziamenti per i macchinari, grazie ai quali è possibile cucinare più alimenti dello stesso tipo contemporaneamente. Il problema è che i costi di questi potenziamenti sono fuori scala rispetto alle ricompense ottenute in gioco.

Peccato, perché la direzione artistica delinea un'atmosfera perfetta per un’esperienza del genere. Imita i personaggi umani dei film d’animazione, esagerando con le proporzioni, sfoggiando anche delle discrete animazioni, energiche quanto basta per dare vitalità alla produzione, sebbene talvolta vi siano delle evidenti compenetrazioni che mettono in evidenza un lavoro di poca rifinitura.
Ciò detto, i macchinari sono ben fatti, così come la scelta dei colori, indovinata e piacevole: elogi che purtroppo lasciano il tempo che trovano, in quanto l'impatto visivo è sporcato da una visuale a dir poco sfocata anche su PS4 Pro, che rende difficile la lettura della grafica, accompagnata da motivetti musicali gioiosi e personaggi che amano borbottare parole incomprensibili.
In ultimo, segnaliamo sia dei sottotitoli tradotti in un italiano discutibile, sia un ulteriore problema alquanto fastidioso, il quale richiederebbe un intervento risolutivo tempestivo: ad ogni livello completato, vi sarà chiesto di riposizionarvi al centro dell’area di gioco, senza degnarsi di stabilire quale sia quest’area. Significa, quindi, che dovrete muovervi nello spazio, passettino dopo passettino, sperando di beccare il punto giusto, in maniera tale che il gioco vi lasci proseguire. L'ennesima testimonianza che sottolinea quanto I'm Hungry abbia bisogno di diverse limature per essere considerato un videogioco al pieno delle sue potenzialità.
Giudizio Finale
Recensione I'm Hungry – Giudizio Finale – I'm Hungry non inventa nulla e nemmeno si sforza di perfezionare ciò che già era stato fatto in passato. Si limita a confezionare un gioco essenziale sulla preparazione di cibo che brilla solo per la direzione artistica, non valorizzata dalla definizione, la quale risulta piuttosto sporca. Purtroppo una serie di problematiche lo scalfiscono ulteriormente: ora è tutto nelle mani degli sviluppatori, che potrebbero quantomeno risolvere le grane più lampanti con un aggiornamento.
PRO | CONTRO |
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Trailer

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