Indivisible non è "indivisibile": potrebbe dividere (recensione)

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Indivisible non è "indivisibile": potrebbe dividere (recensione)

Recensione Indivisible – Non fatevi ingannare dalla sua veste grafica che richiama i giochi di ruolo di famiglia nipponica: Indivisible ha ben poco di gioco di ruolo, però contiene al suo interno altre importanti qualità, molte delle quali le avevamo già assaggiate nella versione dimostrativa. Ecco la nostra recensione.

Editore 505 Games
Sviluppatore Lab Zero Games
Piattaforme PS4, Xbox One, PC Windows | Switch (prossimamente)
Genere Avventura, Gioco di ruolo
Modalità di gioco Singolo giocatore
Lingua Testi in italiano
Prezzo e acquisto 39,99€

Li catturer... assorbirò tutti!


La premessa narrativa di Indivisible è a metà strada tra lo stereotipo e l’accattivante: vede una ragazza, Anja, dotata di un particolare potere psichico, risvegliatosi a seguito di un attacco devastante che ha distrutto il suo villaggio. Quel potere, in particolare, le permette di assorbire le persone con le quali stabilisce un forte legame, buono o cattivo che sia, in maniera tale che questi possano poi manifestarsi in battaglia per darle man forte: il primo a subirne gli effetti è proprio il luogotenente che ha coordinato l’attacco contro la piccola cittadina. Lo scopo, lapalissiano sottolinearlo, è quello di eliminare dalla faccia della terra chi ha causato tutto ciò. Questo farebbe pensare ad un racconto maturo e ricco di tensione, dove protagonista e antagonista vivono insieme forzatamente, ma ben presto si percepisce l’eccessiva atmosfera fanciullesca che si dipana lungo un intreccio altalenate, raccontato perlopiù con sequenze statiche dove quantomeno le illustrazioni dei personaggi cercano di animare dei dialoghi infantili, doppiati in lingua inglese.

Molti snodi narrativi sono trattati con fretta, come se fossero solamente dei pretesti per giustificare le meccaniche, ragione per la quale avrebbero beneficiato di un maggiore impatto sia nella scrittura che nella messa in scena. Tuttavia, malgrado le criticità del suo universo, quel che stupisce immediatamente è la cura riversata nella direzione artistica e nella varietà estetica delle ambientazioni, frutto di uno studio che combina disegni fatti a mano con la tridimensionalità dipinta attraverso tonalità calde a pastello, impreziosita da una colonna sonora colma di brani d’atmosfera. È un mondo che ingloba culture differenti per confezionare qualcosa di brillante, da cui emergono senza dubbio gli eroi, tutti caratterizzati più o meno bene: impossibile non trovare il proprio preferito nel vasto bacino che accoglie oltre venti personalità differenti, alcune persino relegate a compiti secondari.

Ancor più stupefacente, quantomeno nelle prime ore, è il sistema di gioco che sorregge la baracca. Attinge a piene mani dalla formula dimenticata di Valkyrie Profile, gemma del panorama ruolistico giapponese firmata da tri-Ace, e la declina in un modo peculiare.

L’esplorazione, regolata da una telecamera a scorrimento orizzontale, fa un uso moderato di fasi di piattaforme piuttosto articolate e ben fatte, che si complicano man mano che la protagonista acquisisce poteri, i quali le consentono di effettuare salti più lunghi e di utilizzare armi per risolvere piccoli enigmi ambientali. Si tratta di uno degli aspetti più interessanti, diluiti all'interno di mappe composte però spesso da corridoi vuoti e lunghi. Emerge infatti una pochezza di oggetti e collezionabili, che sono presenti quasi esclusivamente nella forma di Ringsel, delle pietre spendibili dagli appositi maestri per incrementare le proprie statistiche di attacco o difesa: un’intuizione che valorizza la curiosità esplorativa, ma non nasconde l’inutile grandezza delle mappe, tra l’altro alle volte pure mal collegate.

In realtà è tutto l'elemento ruolistico a deludere le aspettative: sebbene sia possibile salire di livello, non appaiono statistiche vere e proprie, né tantomeno dell’equipaggiamento con cui personalizzare la propria squadra.

Indivisible preferisce solcare un’altra via più semplificata, e si configura più che altro come un gioco d’azione scandito da turni morbidi, dove il modello di combattimento ricorda quello di un picchiaduro. Nel dettaglio, le sequenze di battaglia cominciano non appena si sfiora un avversario sulla mappa e prendono vita sullo stesso terreno dell’esplorazione: il gruppo è composto da quattro alleati, ciascuno dei quali è collegato ad un tasto del controller. La pressione di uno dei quattro pulsanti fa attaccare il personaggio corrispondente al costo di un punto azione della sua personale riserva, la quale si ricarica nel tempo. Accompagnare la pressione di un tasto con una freccia direzionale consente all'eroe di effettuare colpi differenti, che possono essere inanellati per realizzare delle combo tra più personaggi.

Ogni attacco semplice accresce la barra degli Iddhi, che servono per eseguire super mosse: l’indicatore decade anche quando ci si difende, momento nel quale il pulsante d’attacco sostituirà quello di difesa, e bisognerà premerlo a tempo per parare il colpo in arrivo e ridurre al minimo il danno.

Chiaramente i nemici sono stati costruiti attorno a queste interazioni: ce ne sono alcuni che richiedono di essere lanciati in aria prima di essere danneggiati, altri volanti, altri ancora corazzati, e così via. Il sistema si rivela subito estremamente divertente, sorretto da ottime animazioni, capace di incentivare la sperimentazione vista la velocità con la quale si acquisiscono i personaggi.

Peccato che, col passare delle ore, le battaglie si perdano per strada: diventano cicliche e fin troppo facili, e le uniche punte di sfide possono essere trovate solo negli scontri contro i boss, spesso ben congegnati, dislocati in più fasi in grado pure di accennare delle sequenze platform nel mentre. La durata supera tranquillamente le venti ore, poche per un gioco di ruolo, ma buone per un titolo che si muove su un binario lineare come Indivisible: alle volte vi permette di scegliere la destinazione, sebbene sia solo una maschera per coprire quella linearità a cui accennavamo.

Giudizio Finale

Recensione Indivisible – Giudizio FinaleIndivisible è un videogioco particolare e che non ha paura di osare, per alcuni versi manchevole di molti elementi che lo renderebbero davvero speciale. Siate consapevoli di cosa è la coraggiosa creatura di Lab Zero Games, perché la narrazione non dà il giusto peso ai risvolti, il robusto sistema di combattimento si perde per strada e pecca nella profondità del sistema. Tuttavia, è pieno di spunti interessanti e intuizioni originali, ricco di momenti di genuino divertimento, dipinti con uno stile grafico delizioso che si fa amare.

PRO CONTRO
  • Stile grafico adorabile, ottime animazioni
  • Tanti personaggi tra cui scegliere
  • Buona mistura di generi
  • Sistema di combattimento interessante...
  • ... che perde smalto col passare del tempo
  • Sviluppo del personaggio ridotto all'osso
  • Narrazione nella media
  • Qualche dubbio nel disegno dei livelli

Trailer

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