Recensione One Piece Pirate Warriors 4: uno contro troppi

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Recensione One Piece Pirate Warriors 4: uno contro troppi

Recensione One Piece: Pirate Warriors 4

One Piece e Dynasty Warriors hanno una cosa in comune: sono entrambe saghe a dir poco longeve. In pratica vanno avanti da quando ero meno della metà di quello che sono ora. Quantomeno ero già in un corpo vero e proprio.

Editore Bandai Namco Entertainment
Sviluppatore Omega Force, Tecmo Koei
Piattaforme PS4, Xbox One, Nintendo Switch, PC Windows
Genere Azione
Modalità di gioco Singolo giocatore, Multigiocatore
Lingua Testi in italiano

Ricordo, come se fosse ieri, quel Dynasty Warriors 3 che era un traguardo su PlayStation 2. Faceva da saldo capostipite ad un genere, quello dei Musou, che stava prendendo pian piano sempre più piede: riusciva a simulare un campo di battaglia vivo, nei limiti di un hardware di quei tempi, mentre si vestivano i panni di un potente generale in grado di sconfiggere decine di truppe simultaneamente con un semplice colpo. Un concetto poi portato all'estremo da Demon Chaos, ma di quello ne parleremo un’altra volta, magari davanti ad una birra, chissà.

Dicevamo: l’affinità tra One Piece e Dynasty Warriors non dimora solo nell'anno di uscita, il ‘97, ma tra i due c’è appunto la serie Pirate Warriors, nata la scorsa generazione e giunta ormai al quarto capitolo, cioè quello che vi si sta parando davanti agli occhi.

Chi conosce Koei Tecmo sa come si comporta, perché, questa azienda nipponica, i giochi li fa con lo stampino, spesso e volentieri. Applica la formula Musou su tutte le opere di intrattenimento che gli capitano tra le mani, ma non la si deve vedere per forza in negativo: del resto, quella formula l’ha inventata lei e di cose belle ne abbiamo viste parecchie, sebbene sia indubbiamente inflazionata.

Non a caso, One Piece: Pirate Warriors 4 va ad aggiungersi alla lunga lista di quei videogiochi che si rivolgono esplicitamente alla comunità degli appassionati del manga, anche se non fatichiamo a consigliarlo anche a tutti gli amanti sfegatati del Musou, magari ad un prezzo ridotto. Insomma, non sarà questo capitolo a farvi cambiare idea sul genere. La minestra infatti è rimasta quasi del tutto invariata, con nuovi ingredienti rivolti più che altro all'ampliamento dell’offerta di contenuti.

Il videogioco in questione copre diversi archi narrativi del fumetto, da Alabasta a Wano Country, ma il tutto è riassunto in fretta ed è praticamente impossibile empatizzare con i personaggi se non si ha una base solida alle spalle.

Le cinematiche non mancano, anche se non riescono a replicare la spettacolarità che invece abbiamo visto in altri illustri colleghi, eppure cercano di replicare i momenti salienti dell’opera con sequenze in computer grafica e altre realizzate attraverso il motore di gioco. Piccola chicca: è incluso un episodio extra confezionato appositamente per questo quarto capitolo che non mancherà di solleticare l'interesse dei fan.

In ogni caso, se è la spettacolarità che cercate, potete dormire sogni tranquilli: One Piece: Pirate Warriors 4 ne è pieno e vanta un sistema di combattimento davvero ottimo, almeno da un punto di vista prettamente visivo. Non è tanto la tecnicità o la qualità delle super mosse in sé a stupire, quanto la loro intelligente gestione, la cui attivazione è regolata da barre distinte che si ricaricano semplicemente attaccando i nemici: più se ne colpiscono, più le barre si riempiono, e, più le barre si riempiono, più super mosse si possono scatenare. C’è pure una maggiore enfasi sui colpi aerei, che sono stati resi più semplici da effettuare e concatenare.

Si crea così un meccanismo assuefacente che vi spinge prima a capire qual è il raggio d’azione di ciascuna mossa, e poi ad eseguirle in sequenza secondo quella che è la posizione dei nemici, in modo tale da scatenare super abilità una dopo l’altra, senza fermarsi mai. Per farvi capire di che cifre stiamo parlando, noterete come nei primi due minuti e mezzo della primissima missione, avrete già messo al tappeto un migliaio di avversari senza troppa fatica.

Il flusso d’azione è incredibilmente veloce e meno macchinoso che in passato proprio in virtù della migliore gestione dei tempi d’attesa tra le abilità. Anche le semplici combinazioni di colpi sono spassose e ben si incastrano tra loro, con colpi semplici da effettuare ma assurdamente eccezionali da vedere in azione, anche perché la quantità di nemici a schermo è notevole. Il gioco però porta sul groppone molte delle corbellerie dei precedenti titoli: prima tra tutti l’intelligenza artificiale, che è volutamente moscia, per favorire sì, l’approccio spettacolare, ma ancora incapace di trasmettere quella tipica sensazione di un campo di battaglia davvero vivo e reale.

Ciò si ripercuote sul disegno delle missioni, ancorate a compiti ripetitivi e privi di particolari acuti di varietà, quando invece in passato Koei Tecmo aveva provato a distanziarsi ogni tanto dal solito uccidi-uccidi con qualche sfumatura avventurosa. Non mancano dei boss, degli obiettivi specifici, ma di fatto si passa la stragrande maggioranza del tempo a menare le mani contro centinaia di soldati, nulla di più.

Non a caso, quando l’azione si sposta su un avversario più potente, One Piece: Pirate Warriors 4 inizia a tentennare: la telecamera fa persino fatica a tenere agganciato l’obiettivo e tende ad incepparsi negli edifici. A proposito: questa volta, le strutture possono essere distrutte a suon di pugni, ma gli effetti di distruzione sono a dir poco anacronistici, e mettono in luce un comparto tecnico essenziale. Sono stati poi aggiunti nuovi personaggi, alcuni dei quali enormi come Big Mom e Kaido, identici alla loro controparte animata.

Certo, anche loro mettono a dura prova l’angolo di visuale, sia quando li si utilizza, che quando li si affronta, ma dire che è uno spasso usarli non rende l’idea. La forza dei Musou è nei personaggi e, fidatevi, anche questo Pirate Warriors 4 non è da meno. Ogni singolo eroe ha abilità e mosse incredibilmente ben caratterizzate, con persino schemi di talenti diversi attraverso cui potenziare il tutto.

Nel dettaglio, il sistema di sviluppo si dipana lungo delle mappe, cioè degli alberi di abilità dove la spesa combinata di berry e medaglie, rinvenute in gioco, consente di potenziare qualsiasi statistica. Di questi alberi di talenti ce n’è sono tre: due sono specifici per personaggio, l’ultimo invece è condiviso tra tutti gli eroi, e quindi vi consente di mantenere un certo bacino di statistiche già potenziate anche scegliendo, appunto, un altro personaggio. La progressione ci è piaciuta: funziona bene, non è annacquata e anche l’acquisizione di nuovi eroi non è fine a se stessa, con condizioni specifiche che spingono a variare personalità di partita in partita, ricompensando eventualmente con costumi extra e altro.

L’offerta del resto è piuttosto ampia, con un cast enorme e tre (o meglio, due) modalità giocabili anche in cooperativa locale o online: Diario Narrativo per la storia, Diario Libero per affrontare le stesse missioni della prima in libertà e, infine, Diario del Tesoro, per giocare missioni divise in gradi con scenari inventati di sana pianta, per una rigiocabilità pressoché infinita. Peccato per le limitazioni, dovute appunto al multigiocatore: alcuni passaggi della storia possono essere affrontati solo da soli, e solo poche missioni sono giocabili in quattro utenti online, poiché la stragrande maggioranza è concepita per due giocatori. Non abbiamo compreso poi la scelta di sciogliere la stanza ad ogni livello compiuto, quando sarebbe stata gradita un’opzione per giocarne un altro contestualmente alla conclusione.

Per quanto riguarda il quadro visivo, la fluidità è poco sopra i trenta fotogrammi al secondo su PS4 Pro: sarebbe stato fantastico vederlo muoversi al doppio, ma c’è da accontentarsi.

Del resto visivamente è piacevole, nonostante la limitatezza degli scenari, sia nella densità poligonale che nelle barriere invisibili un po’ fastidiose: i modelli treddì sono graziosi e le animazioni delle abilità rubano tutta la scena, sebbene gli effetti speciali non siano sempre convincenti. Buono il doppiaggio nella lingua nipponica e le musiche, alcune simili nello stile a quelle di Dynasty Warriors, senza però snaturare l'opera che accompagnano. Segnaliamo dei piccoli caricamenti di troppo nei menù, che speriamo vengano corretti il prima possibile.

Giudizio Finale

Era lecito aspettarsi qualche salto in avanti in più, specie sul fronte della varietà del disegno dei livelli, ed era ancor più lecito esigere delle limature sui difetti storici, eppure In One Piece: Pirate Warriors 4 ci si diverte un mondo. È un Musou di quelli puliti, quadrati, ricchi di contenuti e con un cast di personaggi caratterizzato a regola d'arte, e non solo per merito dell'opera alla quale si ispira. Siamo dell’idea che un videogioco deve essere bravo a fare soprattutto una cosa, e quella cosa Koei Tecmo la sa fare bene.

PRO CONTRO
  • Sistema di lotta spettacolare
  • Maggiore enfasi nei colpi in aria
  • Buona progressione, buoni contenuti
  • Personaggi eccezionali
  • Disegno delle missioni scontato
  • Telecamera anarchica
  • Visivamente nella media
  • Qualche mancanza nel multigiocatore

Trailer

Screenshot

Su alcuni dei link inseriti in questa pagina SmartWorld ha un'affiliazione ed ottiene una percentuale dei ricavi, tale affiliazione non fa variare il prezzo del prodotto acquistato. Tutti i prodotti descritti potrebbero subire variazioni di prezzo e disponibilità nel corso del tempo, dunque vi consigliamo sempre di verificare questi parametri prima dell’acquisto.