
Amore e odio per Plants vs. Zombies: Battle for Neighborville (recensione)
Recensione Plants vs. Zombies: Battle for Neighborville – Passano i giorni, i mesi, gli anni, e diventa sempre più difficile recensire un videogioco alla vecchia maniera. Prendete Plants vs. Zombies: Battle for Neighborville, ad esempio: Electronic Arts ha deciso di lanciarlo contestualmente all'annuncio, seguendo il successo di Apex Legends. Il fatto è che la situazione di questo nuovo piante contro zombie è ancora più particolare: mettiamo da parte i preamboli, perché è giunto il momento della nostra recensione.
Editore | Electronic Arts |
---|---|
Sviluppatore | PopCap Games |
Piattaforme | PS4, Xbox One, PC Windows |
Genere | Sparatutto |
Modalità di gioco | Singolo giocatore, Multigiocatore (locale e online) |
Lingua | Italiano |
Prezzo e acquisto | 40,98€ |
Video Recensione Plants vs. Zombies: Battle for Neighborville
I concetti espressi nei paragrafi di questo articolo sono racchiusi nel video a seguire, che include spezzoni tratti dalle nostre sessioni di gioco su PS4 Pro.

La ricetta per un cervello perfetto
Sebbene manchi della canonica numerazione, Plants vs. Zombies: Battle for Neighborville viene da una serie di due capitoli facenti parte del filone Garden Warfare, nato come una parodia di Call of Duty e poi divenuto di fatto una piccola conquista con una grande identità, pur essendo una costola del titolo principale, quel delizioso strategico che diede uno scossone ai tower defense, del quale, tra l'altro, non vediamo l'ora di mettere le mani sul prossimo, in arrivo presumibilmente a breve.
Quello di cui vi stiamo parlando è invece uno sparatutto a squadre in terza persona basato sugli eroi: è quasi un precursore del genere, anche perché il primo episodio risale ad un tempo in cui la tipologia non era così abusata.

Tuttavia, non è semplice capire cosa sia questa nuova incarnazione spin-off: eredita sì, la medesima impostazione dei precedenti due, per filo e per segno, ma pare voler riavviare la saga, e non porsi come un seguito vero e proprio, come un'evoluzione netta. Lo si evince immediatamente dai primi istanti dell’esperienza, che spediscono il giocatore nella vivace Divertilandia, una base centrale dalla quale è possibile accedere a tutte le attività dell'offerta in un modo non lontano dal passato. In pratica fa le veci di un menù principale, dove i giocatori possono incontrarsi tra di loro e formare squadre con un sistema di interazioni rinnovato, fatto di frasi universali e simpatiche emote: oppure, nel caso voleste giocare offline, il sistema ve lo consente, e permette anche il gioco in locale a schermo condiviso con un altro amico su qualsiasi modalità.
Per quanto riguarda l’offerta in sé, si parte subito con la prima novità, le Regioni, ovverosia zone, completamente esplorabili a proprio piacimento, sulle quali Popcap Games ha cercato di dare una dimensione più narrativa e lineare alla sua creatura strampalata. Le aree sono tre in tutto, Bosco Bislacco per gli zombie, Monte Scosceso per le piante, e il centro città di Neighborville, visitabile da entrambe le fazioni. Non si può certo parlare di trama, quanto piuttosto di gag, di siparietti in grado di concretizzare ancora di più l'alone bizzarro che orbita attorno a questa assurda proprietà intellettuale, con dialoghi assurdi, personaggi assurdi e situazioni tutt'altro che normali.

Purtroppo, benché siano spassose e ottime per impratichirsi prima di buttarsi nell'online, non riescono ad offrire un divertimento a lungo termine. Si possono assaggiare le idee che sono frullate in mente agli sviluppatori, come dei combattimenti contro i boss tutto sommato ben fatti o delle attività casuali che prendono vita di tanto in tanto nelle zone, ma non sfoggiano grandi stimoli a livello di rigiocabilità, anche in virtù di ricompense ancora non ben bilanciate.
Oltre ad una saccata di collezionabili sparsi qua e là, le Regioni presentano missioni di scorta, di difesa e reinterpretazioni in chiave solitaria delle stesse modalità online. Abbiamo apprezzato la possibilità di visitare le aree con altri giocatori: peccato si possa farlo solamente con una squadra organizzata, senza quindi l’ausilio di un matchmaking, che invece avrebbe fatto comodo.
Tolte le regioni, Battle for Neighborville si limita a riproporre le stesse modalità già viste nei predecessori, fatta eccezione per l'Arena di battaglia, durante la quale due squadre di quattro giocatori devono darsele di santa ragione in duelli divisi in round, seguendo una semplice regola: quando un personaggio muore, non lo si può più scegliere una seconda volta, dando quindi uno strato di competitività in più alla formula che abbiamo senz'altro apprezzato.

Torna invece l’eliminazione a squadre, quella confermata, la conquista di punti (Suburbination) e cattura la bomba (Gnomba), giocate in sedici persone, insieme ad una modalità a regole particolari che cambia a cadenza regolare.
Primeggia ancora la Supremazia Erbosa, l’unica dodici contro dodici, dove una squadra dovrà attaccare e l’altra difendere obiettivi specifici legati alla mappa sulla quale si sta giocando. Ritorna anche Operazioni Giardino e Tombe, ovvero l’orda che mette quattro giocatori contro ondate di nemici controllati dall'intelligenza artificiale, con tanto di boss finale casuale. Delude il fatto che sia rimasta invariata e che non sia possibile personalizzarla oltre alle tipiche cinque ondate, ma è probabile che ciò avvenga in futuro, con gli aggiornamenti. Quantomeno sono state rimosse le torrette come consumabili, che, ora, possono essere piazzate semplicemente attendendo un tempo di ricarica: una novità di poco conto, insomma.
Tutte la attività vi ricompensano con delle monete, spendibili nell'apposito marchingegno da cui ritirare premi randomici, tra costumi, elementi estetici vari e nuove emote. Nonostante la presenza di missioni giornaliere e settimanali, l'acquisizione della valuta andrebbe migliorata, così come il flusso di ricompense che ancora non ci convince fino in fondo.
I personaggi, d'altra parte, sono adesso ben venti, e ciascun giocatore può cambiarne uno al volo durante la partita, in base all'andamento e ai ruoli necessari, tra attaccanti, difensori e da supporto.

Ogni eroe possiede un’arma da fuoco e un set di abilità unico, ed è inutile dire che il cast sia assolutamente fantastico, pieno di personalità e a dir poco adorabile. La cura dei vestiti sbloccabili è encomiabile e creare il proprio look è senz'altro molto divertente. A malincuore, il sistema di varianti, che consentiva di selezionare variazioni dello stesso personaggio, è stato del tutto eliminato, a favore di una personalizzazione a talenti: i giocatori possono equipaggarne una manciata tra una schiera di abilità passive, alcune da sbloccare salendo di livello. Francamente preferivamo di gran lunga le varianti, anche perché le capacità suscitano qualche domanda sulla loro effettiva efficacia.
È stato aggiunto un pulsante di corsa per velocizzare il rientro nei punti caldi della mappa, anche se l’azione, in generale, rimane ancora un po’ lenta, inficiata pure da alcune imprecisioni nelle collisioni dei colpi, soprattutto a distanza ravvicinata, ma non solo, un discorso che, tuttavia, non vale per tutte le armi.
Non riusciamo a spiegarci come mai, dato che l'impostazione è rimasta pressoché simile agli scorsi capitoli.

Quello che possiamo considerare stravolto è il bilanciamento, per il quale continuiamo a nutrire dei dubbi sparsi anche dopo l'introduzione dei primi aggiornamenti. Senza scendere nei tecnicismi, c'è ancora del lavoro da fare sui danni e sulla validità di certe classi, in particolare sui nuovi personaggi. È palese, se non addirittura plateale, la natura di gioco come servizio sposata da Plants vs. Zombies: Battle for Neighborville, che lo impianta in una crescita continua a cadenza regolare. Lo si nota anche dal prezzo di lancio, pari a 39,99€, una cifra minore rispetto al precedente che speriamo non venga sporcata con troppe micro-transazioni.
Se si fa una cernita, le mappe sono poche e abbiamo motivo di credere che Popcap Games abbia intenzione di rimpinzare l’offerta recuperando con calma contenuti da Garden Warfare, affiancandoli alle novità. L’evento di Halloween del lancio è poi solo l’avvisaglia di un supporto costante previsto per un gioco che, al momento, non offre troppi stravolgimenti agli occhi di chi ha visto la crescita di questa saga, che è evidente si stia preparando ad un nuovo corso.
Infine, sul comparto grafico abbiamo poco da obiettare: del resto, i sessanta fotogrammi al secondo sono garantiti su PS4 Pro, con un livello di dettaglio che valorizza le animazioni e la meravigliosa direzione artistica del gioco, coadiuvata da effetti e musiche ottime. Il mondo di Piante contro Zombie non è mai stato così vivo ed è impressionante vedere come questo spin-off sia in grado di raccontarlo meglio del gioco originale. Eccezionale poi il lavoro di adattamento, che ha tradotto in italiano ogni cosa, con giochi di parole da sbellicarsi dalle risate.
Giudizio Finale
Recensione Plants vs. Zombies: Battle for Neighborville – Giudizio Finale – Con Plants vs. Zombies: Battle for Neighborville, EA e PopCap Games mirano ad edificare la base sulla quale poi costruire il futuro di questo strampalato spin-off. Tuttavia, il terzo appuntamento, che per metà è un riavvio, e per metà un seguito, necessita ancora di tempo per esprimere il suo vero potenziale: bisogna attendere delle operazioni di rifinitura e valutare la qualità del supporto durante la sua crescita per decretare il successo o il parziale fallimento di questo nuovo percorso.
Se siete giocatori di lunga data della serie come i sottoscritti, potreste trovare più di un motivo per storcere il naso. Se fate parte delle nuove leve, non avete grosse pretese, o magari siete curiosi di assaporare le novità a prescindere da tutto, sappiate comunque che quest'ultima assurda fatica delle piante e degli zombie è sempre divertentissima, spensierata e assolutamente unica sulla piazza. Lo seguiremo attivamente nei prossimi mesi.
PRO | CONTRO |
|
|
Trailer

Screenshot




