Salary Man Escape – Corri! Scappa! C'è il manager! (recensione VR)

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Salary Man Escape – Corri! Scappa! C'è il manager! (recensione VR)

Recensione Salary Man Escape – Ne abbiamo viste tante sulla realtà virtuale, di cotte e di crude (più crude che cotte), eppure nulla è come Salary Man Escape. Magari qualcosa ricorda qualcuno, magari certi elementi li avete già adocchiati da qualche altra parte, ma fidatevi: nulla è come Salary Man Escape. Se è un bene? Sta a voi scegliere. Ecco la nostra recensione.

Editore SIEE, Oasis Games
Sviluppatore Red Accent Studios
Piattaforme PSVR
Genere Rompicapo
Modalità di gioco Singolo giocatore
Lingua Testi in italiano
Prezzo e acquisto 14,99€

T.G.I.F.


Minimalismo asettico, enigmi a difficoltà crescente, blocchi da smistare con precisione chirurgica, figure stilizzate. Niente di nuovo all'orizzonte (qualcuno ha detto Tumble VR?), se non fosse per un enorme particolare: il contesto.

Salary Man Escape, infatti, è un rompicapo nel quale il giocatore veste i panni di un dipendente alla mercé dei suoi manager. Ogni livello è quasi una allegoria, dove gli ostacoli sono praticamente gli ostacoli della vita, e la porta di uscita è la sola ancora di salvezza in un mondo contaminato dal capitalismo. La libertà costa cara nel titolo di Red Accent Studios, quando dovrebbe essere senza prezzo, ma ormai ci siete dentro fino al collo, quindi tanto vale provare a uscirne fuori.

La risoluzione dei puzzle si basa su una meccanica molto semplice: ciascuno schema è composto da una serie di blocchi, i quali compongono una struttura in perfetto equilibrio. Il giocatore avrà il compito di spostare quelli rossi, tramite DualShock o PlayStation Move, per permettere all'alter ego virtuale di raggiungere l’uscita in modo autonomo, e in un tempo limitato. Basta dunque sgombrare l’area, in maniera tale da realizzare una sorta di percorso agevole che porta alla fine del livello, frazionato in piccoli punti di controllo che vi consentiranno di ricominciare la partita a metà strada, nel caso in cui un blocco dovesse schiacciarvi.

Il problema è che proprio questi fantomatici blocchi possono essere solo trascinati su binari rigidissimi, cosa che rende lo svolgimento dell’enigma molto legnoso, anche a causa del sistema di controllo tutt'altro che comodo, indipendentemente dalla periferica scelta (il Move rimane l’opzione migliore). In più, il motore fisico non risponde sempre in modo prevedibile, con l’aggravante di un protagonista che pretende un percorso perfettamente pulito: detto in parole povere, se un blocco ostacolerà anche solo in minima parte la traiettoria del personaggio, questo non oserà schiodarsi da terra.

Spostare il pezzo sbagliato, o quello giusto più del dovuto, rischia di far collassare l'intera struttura, costringendovi a ricominciare daccapo.

Nel corso degli oltre sessanta livelli (ce ne sono anche di segreti), la progressione viene condita con tante piccole novità che arricchiscono la formula: alcune soluzioni vi faranno strabuzzare gli occhi dalla genialità, come ogni buon rompicapo dovrebbe fare, ma i problemi legati al sistema di controllo e alla rigidità della fisica sminuiscono il divertimento.

Tuttavia, abbiamo indubbiamente apprezzato la curiosa ambientazione, dal testo che precede ogni schema, il quale richiama le e-mail aziendali, riviste in chiave satirica, per poi passare alla musica disco funk anni 70/80 di stampo nipponico, davvero deliziosa. Peccato che tutto questo ben di Dio non sia supportato da un comparto artistico e visivo di una certa caratura: al di là di una profondità di campo offuscata da una definizione nella media, la grafica semplicemente è abbastanza spenta e poco accattivante, tanto è vero che di livello in livello non vi sono stravolgimenti nell'impianto estetico.

Giudizio Finale

Recensione Salary Man Escape – Giudizio Finale – Salary Man Escape è di sicuro un titolo capace di ritagliarsi un posticino tra gli amanti dei rompicapo, ma non sempre per i motivi giusti. La fisica che dà vita agli enigmi risulta rigida e imprevedibile, così come i controlli, talvolta inaffidabili, in un’esperienza che, invece, dovrebbe far sentire il giocatore padrone della scena. Superata la frustrazione, vi ritroverete dinanzi ad un puzzle game non privo di guizzi interessanti, dove la realtà virtuale, semplicemente, dona una prospettiva più coinvolgente.

PRO CONTRO
  • Contesto bizzarro
  • Un sacco di enigmi
  • Brani musicali accattivanti
  • Grafica sottotono
  • Controlli problematici
  • Fisica frustrante

Recensione Salary Man Escape – Trailer

Recensione Salary Man Escape – Screenshot