Uncharted 4: Fine di un Ladro è un capolavoro! (recensione)

Naughty Dog sfida il videogioco d'avventura in tutti i suoi lati, dal design alla scrittura, con un prodotto di cui sentiremo parlare negli anni a venire.
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri

Recensione Uncharted 4: Fine di un Ladro - I giochi della serie di Uncharted non hanno mai brillato nel campo narrativo. Eppure, Fine di un Ladro è diverso. È alienante, estrania dalla realtà a ritmo ossessivo, e cala lo spettatore in un contesto incredibilmente vivo. Risvegliarsi al mattino esaltati, come se avessimo vissuto noi le avventure di Nathan Drake, come se sulla pelle avessimo le sue stesse cicatrici, è una sensazione che non provavamo da tempo in un videogioco. Signore e signori, Naughty Dog spazza via ogni scetticismo e ce la fa, ancora una volta. Anzi: per l'ultima volta. È nella nostra classifica dei Migliori Giochi PS4.

Video Recensione Uncharted 4: Fine di un Ladro

La nostra video recensione concentra i concetti espressi nei paragrafi a seguire con filmati presi direttamente dalle nostre sessioni di gioco.

Amore fraterno

Nathan è stanco, lo si legge nei suoi occhi. Ritiratosi ormai da qualche tempo dalla scena dei cercatori di tesori, ora si dedica al ritrovamento di relitti e, più in generale, di rifiuti sommersi.

La vita scorre normale, un termine che mai avrebbe immaginato potesse entrare a far parte della sua sfera personale. Sposato con Elena, compagna di mille avventure, il buon Nate si ritroverà vittima delle circostanze, dove suo fratello Sam riveste il ruolo chiave, e i due saranno costretti a partire alla ricerca di un antico tesoro pirata per dei motivi che lasceremo a voi il piacere di scoprire. Sappiate solo che la storia è godibilissima anche da chi non avuto modo di gustare la trilogia originale, sebbene non manchino affatto i riferimenti al passato.

Senza mezzi termini, l’introduzione che fa da apripista alle vicende è una delle più belle mai realizzate per un videogioco, e riassume al meglio lo spirito della produzione ed in particolare il tratto di Neil Druckmann, colonna portante di Naughty Dog che ormai è nell'olimpo dei creativi dopo aver scritto e firmato quel capolavoro di nome The Last of Us.

La maturità artistica raggiunta dal team americano tocca vette altissime, tanto è vero che non abbiamo mai visto nulla di simile. Non si parla solo di grafica o gameplay, bensì di un’armonia ludica assolutamente inaudita.

[sentence_sx]ciascun luogo è vivo e aiuta a rendere credibile la scrittura sul piano umano[/sentence_sx]

Dietro lo sviluppo si cela uno studio dei materiali e delle architetture che rendono ogni posto visitabile un assurdo spettacolo non solo ai fini puramente estetici, ma anche e soprattutto narrativi, proprio perché ciascun luogo è vivo e aiuta a rendere credibile la scrittura sul piano umano.

Il rapporto tra Nate e Sam Drake, infatti, è reso alla perfezione, con continui scambi di battute taglienti tra una scalata e l’altra, talmente empatici che immedesimano il giocatore in uno di loro. Non passerà un solo momento senza un dialogo, sempre coerente con i toni dell’avventura e mai stucchevole, e ciascuno aiuta a costruire una splendida caratterizzazione dei personaggi, alla quale contribuisce un doppiaggio in italiano ancora una volta strabiliante, capace di tenere persino testa all'originale.

Scendendo più nei tecnicismi, al di là dell’enorme mole poligonale che muove il sontuoso comparto grafico, tutto è al posto giusto, con riflessi, effetti di shading, espressioni facciali e spiragli di luce che danno l’impressione di star giocando, finalmente, ad un titolo next-gen, per quanto possa valere questo termine.

Il level design rappresenta il punto più alto tastato dalla serie e non solo, in quanto il lavoro non si è fermato alla sola realizzazione di scene spettacolari su binari come i precedenti episodi, ma anche di aree enormi, tanto che più di una volta ci siamo chiesti se stessimo assaporando una struttura a mondo aperto piuttosto che dei livelli lineari, tra l’altro pieni di dettagli da far impallidire qualsiasi produzione videoludica attualmente in commercio su console.

Certo, le sbavature non mancano, soprattutto nelle compenetrazioni poligonali un po’ più frequenti del dovuto, tuttavia si tratta di sciocchezze in confronto a quanto di buono ci si pone in maniera costante davanti agli occhi.

Sic parva magnis

Naughty Dog ha evoluto qualsiasi cosa, contrariamente a quanto si potesse pensare per il seguito di un terzo capitolo che, in fondo, doveva essere la conclusione della trilogia. Non fraintendeteci: il gameplay è esattamente identico a quello dei predecessori, in cui il ritmo di gioco viene scandito in sequenze d’azione, scalate, fasi esplorative, con e senza veicoli, enigmi e dialoghi.

[sentence_dx]questa volta nessuna sezione prevale sull'altra[/sentence_dx]

È la solita formula di Uncharted, eppure questa volta nessuna sezione prevale sull'altra, ed infatti è qui che palpa il suo apice, con meccaniche rifinite in particolar modo nelle sparatorie, ora meglio strutturate grazie alle coperture distruttibili e alla costruzione delle mappe su più livelli, con un’intelligenza artificiale che, benché non rivoluzionaria e tutt'altro che priva di tentennamenti, riesce a mettere alle strette il giocatore tramite la sua aggressività.

Il dualismo action/stealth è stato poi ulteriormente valorizzato, e il gioco cerca di farvi approcciare ad entrambi i modi, proprio per non appesantire l’esperienza.

In realtà l’intero prodotto è ben collegato, e quando una sezione inizia a diventare pesante, l’altra arriva in suo soccorso, in un tripudio spontaneo nel quale l’utente si appassiona sempre di più, e ne vuole ancora e ancora, fino a quando l’avventura finisce e lo lascia sbalordito, consapevole di aver vissuto un vero e proprio viaggio digitale, qualcosa che riesce ad unire, in maniera naturale, il videogioco con il mondo dell’intrattenimento passivo, complice anche una sceneggiatura curata nei più piccoli dei particolari.

Grande merito della serie, poi, è l’uso intelligente della telecamera, i cui movimenti eleganti si dimostrano essere nuovamente delle migliori produzioni cinematografiche d’azione, solo che quelle stesse scene dinamiche qui sono tutte pressoché interattive, e non semplici filmati, quick time event o chissà quale altro espediente limitante ai fini dell’immedesimazione. Qui è il giocatore il protagonista, è lui ad essere immerso e coinvolto profondamente nella storia, negli avvenimenti dei singoli personaggi.

[sentence_sx]una delle avventure più belle ed emozionanti di sempre[/sentence_sx]

E nel caso la stupenda campagna di circa quindici ore non vi bastasse, fa capolino una modalità multigiocatore niente male, un po’ avara di contenuti ma piuttosto divertente, la quale riesce ad essere al contempo scanzonata e competitiva. Gli sviluppatori hanno introdotto un sistema simil-MOBA: per ogni uccisione e ogni tesoro raccolto, alcuni dei quali sparsi nella mappa, si guadagna denaro che si può spendere durante la partita per potenziamenti, armi pesanti e persino per evocare seguaci, dei veri e propri eroi controllati dall’IA capaci di aiutare la propria squadra.

L’idea è vincente e funziona benissimo, peccato che al momento mappe e modalità siano un po’ poche, e l’assenza della cooperativa si fa decisamente sentire, presente invece nel predecessore, ma Naughty Dog ha confermato l’arrivo sia di questa che di molto altro nei prossimi mesi in forma gratuita.

Una promessa, quella sui piani futuri dell'online, che, nell'improbabile caso non venga rispettata, non scalfisce minimamente un’opera di valore inestimabile che tutti, ma proprio tutti, a prescindere dal loro legame con l’universo videoludico, dovrebbero vivere sia per mera curiosità, per vedere fino a che punto si è spinto (e si spingerà) questo tipo di intrattenimento, che per assaporare una delle avventure più belle ed emozionanti di sempre.

Giudizio Finale

Recensione Uncharted 4: Fine di un Ladro - Giudizio Finale - Uncharted 4: Fine di un Ladro è il delicato ma deciso canto del cigno di una saga, l’apoteosi brillante per un videogioco, il risultato degli sforzi stretti in soli quattro anni che riscrive il genere avventuroso per come lo conosciamo ora. La malinconia ci assale al solo pensiero di non poter più rivedere Nate, Elena, Sully e Sam in futuro, ma li salutiamo con un sorriso stampato sul viso perché, davvero, non avevamo mai giocato ad un prodotto nel suo genere così narrativamente ispirato e, allo stesso modo, ludicamente coinvolgente.

Mai.

PRO CONTRO
  • Setta un nuovo standard generazionale
  • Tecnicamente mostruoso
  • Gameplay e narrativa insieme, di pari passo
  • L'aspetto cinematografico amplifica e non sminuisce
  • Il multiplayer è una graditissima aggiunta
  • Qualche sbavatura nell'IA
  • Prima o poi finisce
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