Stranger of Paradise, il Final Fantasy più simile ad un Super Mario

Mi dispiace eroe, ma il cattivo è in un altro castello!
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Stranger of Paradise, il Final Fantasy più simile ad un Super Mario

La saga di Final Fantasy viene ricordata per un motivo in particolare: le storie emozionanti. Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin non è una di quelle, o meglio, non ha una di quelle. Eppure la scrittura è stata affidata ad una mano celebre di Square Enix, cioè Kazushige Nojima, noto ai più per aver lavorato a numerose produzioni relative all'universo della fantasia finale, e persino ai testi delle canzoni "Liberi Fatali" e "Suteki da Ne". La trama di Stranger of Paradise, però, è quanto di più simile ci sia alla progressione narrativa di un qualsiasi Super Mario

Il protagonista si chiama Jack ed insieme ai suoi alleati deve sconfiggere Caos, colui che sta contaminando i cristalli. La motivazione del perché devono sconfiggerlo? Be', è un cattivo e loro sono degli eroi. Certo, non è assolutamente la profondità alla quale ci ha abituati la serie, del resto la premessa si basa sul primissimo Final Fantasy dell'87.

Il problema è che si ferma lì, non va oltre, e i dialoghi sono permeati da un imbarazzo che vorrete schivare premendo il tasto per saltare i filmati. Il gioco vi illude ogni volta che Caos si celi in uno dei sotterranei che andrete a visitare, per poi essere rimbalzati a quello successivo, perché Caos non è lì. Non vi ricorda la stessa dinamica tra Super Mario e la principessa Peach?

Stranger of Paradise è un videogioco che, nel caso non si fosse capito, va gustato esclusivamente per il gameplay - che, sia chiaro, non c'entra nulla con Super Mario. La mano di Team Ninja la si sente lontana un miglio, anzi, diciamo pure che il gioco è estremamente simile a Nioh, specie a livello strutturale. Si tratta di un gioco di ruolo d'azione con equipaggiamento incrementale e missioni a sé stanti, rigiocabili per accrescere le statistiche del proprio personaggio.

Non è un souls-like, perché con un Elden Ring ha poco (pochissimo, un nonnulla) di che spartirsi, pur prendendo in prestito alcune sfumature, come gli schemi d'attacco di certi boss o i punti di controllo dai quali è possibile potenziarsi. Ciò detto, la difficoltà è selezionabile, al fianco avrete sempre due alleati e i numeri hanno un ruolo impattante, pure più dell'abilità stessa del giocatore.

Il sistema di combattimento ha diversi assi nella manica, e con lui anche quello di sviluppo. Il Job System tipico di alcuni capitoli della saga contamina anche Stranger of Paradise e consente di selezionare classi diverse semplicemente modificando al volo l'assetto dall'inventario. Una sferografia all'acqua di rose permette di sbloccare abilità attive e passive, combo, talenti e altro ancora, in un flusso che, insieme all'acquisizione di armi e armature, comunica un bel senso di progressione.

Attacchi leggeri, pesanti e schivate si sommano a tecniche avanzate come l'assorbimento, in grado di assorbire la tecnica avversaria e di aumentare la quantità di PM massimi, così da poter concatenare più magie, ma questo solo e soltanto fino alla sconfitta del proprio alter ego virtuale, dopodiché l'indicatore tornerà a valori normali: non morire quindi vi ricompensa con un boost ai PM che regge per tutta la missione.

Nevralgica è, poi, la barra del logoramento, che cala maggiormente sfruttando i punti deboli degli avversari, così da atterrarli e finirli con uno spettacolare colpo di grazia in stile DOOM.

La formula funziona, è veloce, fisica e strizza l'occhio ai picchiaduro a scorrimento, sebbene sia indubbiamente derivativa e debba molto a Nioh. La contaminazione di Final Fantasy, tuttavia, fornisce un bestiario abbastanza vario e ispirato, un livello di difficolta più agevole e tutto un particolare sistema di progressione, elementi che confezionano un'esperienza certamente non per i fan della serie più legati alla narrativa, ma di sicuro di interesse per gli amanti dei giochi di ruolo d'azione. In più, la presenza del multiplayer consente ad altri due giocatori di aiutarvi nelle missioni e vi ricompensa degnamente nel caso voi siate gli ospiti.

Purtroppo Stranger of Paradise soffre moltissimo nel comparto tecnico. Su PS5 restituisce una grafica al più mediocre, che nella modalità performance (60 fps) presenta cali di fotogrammi non gravi ma ben visibili, ma soprattutto si perde in una resa a dir poco sottotono per quanto riguarda modellazione e definizione dell'immagine.

Sembra di essere tornati due generazioni indietro per quanto sia deficitario sotto questo punto di vista. La modalità risoluzione ci è sembrata più piacevole, ma in linea generale il lavoro condotto da Team Ninja delude, in special modo nelle ambientazioni, considerando che il level design è abbastanza povero e labirintico. Il videogioco dunque si rivolge specificatamente a chi volesse un'esperienza da picchiaduro a scorrimento con le classiche dinamiche alla gioco di ruolo, fatte di statistiche e armi da collezionare.

Stranger of Paradise è disponibile dal 18 marzo 2022 su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC attraverso Epic Games Store. A seguire potete acquistarlo su Amazon.

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