The Last of Us su PC è un'ode alla PlayStation

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
The Last of Us su PC è un'ode alla PlayStation

The Last of Us parte I è l'ultima delle esclusive PlayStation a essere giunta su PC. Negli anni recenti Sony ha aperto le porte (col contagocce) della sua console al mondo Windows, e sull'onda della serie TV è ora la volta del celeberrimo titolo di Naughty Dog, che segue gli altrettanto famosi Uncharted e God of War, tanto per fare un paio di nomi di spicco. Eppure, lo avrete senz'altro già sentito dire, il lancio di The Last of Us per PC è stato un disastro. Lungi da noi dire il contrario, ma a dispetto di ciò è comunque un titolo che raccomandiamo a occhi chiusi a chiunque non l'abbia mai giocato, anche perché fa molto riflettere sullo stato attuale del settore videoludico in generale.

L'uscita di The Last of Us per PC non s'aveva da fare?

The Last of Us è uno dei giochi PlayStation più acclamati di sempre, il pinnacolo di PS 3. Da una parte la sua edizione originale può vantare un punteggio Metacritic di 95 su 100, dall'altra le recensioni su Steam della versione PC sono un mezzo disastro, con solo il 54% di pareri positivi nel momento in cui stiamo scrivendo.

Nel mezzo ci sono ben 10 anni. 10 anni nei quali il gioco non sembra invecchiato di un solo giorno, grazie anche al remake del 2022, del quale la versione PC è una derivazione diretta. Eppure ricordatevi che anche il titolo originale non sfigurava affatto: gustatevi questo trailer del dicembre 2012 se non ci credete, e pensate a quanto tempo è passato nel frattempo!

The Last of Us deve il suo successo a due fattori quindi: la grafica da una parte e la storia dall'altra. È difficile chiedere di più a un videogioco: ti cattura con lo sguardo, ti coinvolge col cuore. Probabilmente è ciò che ogni studio di produzione sogna quando realizza un nuovo titolo, e per Naughty Dog è diventata un po' una buona abitudine: non è un caso infatti che dai loro giochi siano arrivati film (Uncharted) e serie TV (The Last of Us, per l'appunto), e c'è chi dice che proprio il successo di quest'ultima abbia accelerato il rilascio di un gioco per PC che non era pronto.

Non staremo qui a giustificare in alcun modo i bug che hanno afflitto (e ancora affliggono, anche se già mitigati da molteplici patch) The Last of Us Parte I per PC. In particolare la prima versione era piena di glitch, di shader che richiedevano ore per essere compilati, e di caricamenti infiniti che interrompevano spesso l'azione di gioco stessa.

Sì, ci sono già stati degli indubbi miglioramenti, ma il gioco in generale resta bello pesante, tanto per usare un eufemismo. I requisiti consigliati parlano di una AMD Radeon RX 5700 XT (8 GB), o NVIDIA GeForce RTX 3060 (8 GB), ma con una RTX 4050 abbiamo dovuto giocarci a dettagli minimi, mentre con una RTX 3080 Ti il gioco crashava continuamente a dettagli massimi (ora sembra più stabile, dopo patch e driver installati giusto oggi). E sia chiaro che c'è una bella differenza visiva, tanto per usare un altro eufemismo.

Con dettagli massimi avete texture foto realistiche, riflessi e ombre credibili (sebbene non allo stato dell'arte rispetto agli standard del ray tracing) e una gestione delle luci con una certa dinamicità.

Con dettagli minimi avete davanti agli occhi una PlayStation 3. E non è un eufemismo.

Si è trattato però di un evento senza precedenti? Niente affatto. Red Dead Redemption II o Cyberpunk 2077 hanno avuto destini simili, e a distanza di anni sono adesso molto più apprezzati che non al momento del lancio. Per The Last of Us succederà esattamente la stessa cosa. Per quanto buggato, vi state comunque portando a casa un pezzo importante di storia videoludica, del quale sul lungo periodo difficilmente vi pentirete.

Vi dirò la verità: avendolo potuto giocare su un hardware di fascia alta, non me ne sono pentito nemmeno adesso. Alla fin fine i problemi dei primi giorni sono già un ricordo, tanto che ho potuto completare il gioco senza particolari impedimenti e godendo di un'ottima esperienza visiva. Questo non giustifica il fatto che The Last of Us per PC sia così pesante, né lenisce i suoi passati (e attuali) problemi, ma è anche giusto sottolineare che l'esperienza non è negativa a prescindere, cosa che invece non si poteva dire di altri giochi passati, come quelli già citati.

Gameplay coinvolgente ma...

Il gameplay di The Last of Us non ha subito particolari variazioni nell'arrivo su PC. È un sapiente mix tra action/adventure (seconda metà del gioco in particolare) e survival horror (prima parte del gioco in particolare), come non se ne vedono facilmente, con in più una trama di fondo che inizialmente forse un po' stenta a decollare, ma poi si fa apprezzare in tutte le sue sfaccettature morali, quando il confine tra bene e male diventa sempre più labile, e il rapporto padre-figlia tra Joel ed Ellie si delinea (tragicamente) sempre di più.

Rispetto ad altre trasposizioni da console non soffre particolarmente di "sindrome da assenza di controller", nel senso che avrete una buona esperienza anche con tastiera e mouse, complice il fatto che i comandi non sono un'infinità, e la rotellina del mouse aiuta molto nel passare tra i tanti oggetti che potete trasportare/creare.

Fa un po' sorridere il contrasto che c'è su questo fronte: da una parte il realismo dei gesti, con lo zaino sempre sulle spalle dal quale dovrete prendere/cambiare via via tutte le armi; dall'altra il fatto che in detto zaino infilerete numerose pistole, fucili, mitra e quant'altro, neanche fosse la borsa di Mary Poppins. Dettagli!

L'essenza di The Last of Us è il non eccedere, per questo funziona. Le coperture sono semplici, basta posizionarsi e abbassarsi, le armi sufficientemente varie e realistiche, il sistema di mira è quello classico (miri col tasto destro, spari col sinistro), e la modalità stealth è un semplice camminare accovacciati, forse un po' troppo ripetitivo solo nelle uccisioni dei nemici, che non possono mai andare storte.

Al giorno d'oggi siamo abituati a gameplay assai più complessi di così, e in questo probabilmente si capisce che abbiamo tra le mani un titolo "datato", ma ciò non è necessariamente un male.

L'immediatezza di The Last of Us è anzi un suo vanto, un suo punto di forza a parer nostro, perché un'azione più articolata l'avrebbe sì arricchito, ma anche appesantito. Questo è infatti un gioco nel quale anche la trama ha un suo ruolo fondamentale, e per quanto questa non sia modificabile in alcun modo e proceda tutta lungo binari prestabiliti, merita comunque di essere vissuta senza eccessive complicazioni.

Sia chiaro infatti che non siamo di fronte a un open world come lo intendiamo oggi: il mondo di The Last of Us, per quanto vada setacciato a fondo alla ricerca di oggetti per sopravvivere, è anche un mondo letteralmente recintato. Non ci sono strade alternative da prendere, e la maggior parte degli ostacoli sono invalicabili e sono lì proprio per indirizzarvi sull'unica via corretta. È una scelta, bella o brutta che sia, ma serve anche a non rendere frustrante un'esplorazione che già così alle volte è un po'.

.. frustrante!

Il gioco indulge un po' nel primo capitolo, più lungo degli altri e per questo forse un po' più ripetitivo, ma diventa poi più vario con il procedere della storia. Incontrate degli alleati, utilizzate armi "non convenzionali", andate a cavallo, e a un certo punto controllate anche Ellie: tutto questo spezza la prevedibilità che sembrava esserci inizialmente, e vi trasporta al finale della storia in un batter d'occhio, tanto che sarete già lì a chiedere di più.

A questo proposito, in The Last of Us PC è presente anche Left Behind, un'espansione dedicata a Ellie, che è sia un prequel che un'aggiunta alla trama principale, narrando cosa è successo alla ragazzina mentre Joel era gravemente ferito e come Ellie è stata infettata. Non ci sono novità particolari a livello di gameplay, soltanto la protagonista principale è Ellie, quasi a volervi indirizzare verso The Last of Us parte II, dove sarà lei "l'eroina" indiscussa.

Memento PlayStation

Ci sono voluti 10 anni perché gli utenti PC avessero accesso a uno dei giochi che hanno fatto la storia del genere. Speriamo non ce ne vogliano altrettanti per il rilascio del secondo capitolo! Del resto le "esclusive" sono proprio quello che sono: dei modi per veicolare l'acquisto di un certo dispositivo rispetto a un altro, e la storia di PlayStation è costellata da tanti titoli come questo.

Il fatto che il lancio di The Last of Us per PC sia stato "un disastro" spingerà quindi verso il mondo delle console? Forse, ma non per questo motivo. Sì, in generale le console sono senz'altro più semplici: non ci sono continui driver da aggiornare, i giochi sono speso più ottimizzati, l'hardware è spremuto meglio e non c'è un continuo inseguimento dell'ultima GPU, ma soprattutto tendenzialmente i giochi girano tendenzialmente bene senza particolari sbattimenti. Ma questo i PC gamer lo sanno benissimo (e avranno le loro repliche in merito), non occorrono The Last of Us, o l'ennesimo meme, per ricordarglielo.

Semmai ecco, il reminder sta nel fatto che di esclusive di questo calibro su PC non se ne vedono da un pezzo. Questa è, a mio modesto parere, la vera differenza. Perché un gioco sarà senz'altro bellissimo se lo guardi con gli occhi dell'ultima RTX, ma rimane sempre lo stesso gioco anche su un altro hardware, e The Last of Us riusciva a emozionare milioni di giocatori già dieci anni fa.

E per essere così convincente, pur basandosi sul presupposto più banale del creato (il virus che trasforma in "zombie"), non bastano riflessi e ombre in tempo reale: ci vuole qualcosa di più, qualcosa che vada oltre la grafica, anche oltre la storia in sé, e sappia lasciare un che di tangibile nel cuore e nella mente del giocatore, fosse anche solo l'eco di una domanda e della sua tragica risposta: "fin dove può arrivare l'amore di un padre per sua figlia?"