Perché Pebble non c'è più: ce lo racconta il suo fondatore

Alessandro Nodari
Alessandro Nodari
Perché Pebble non c'è più: ce lo racconta il suo fondatore

Ieri è stato il decimo anniversario della nascita di Pebble, l'amato dispositivo che dal lancio della campagna record su Kickstarter ha visto la sua esplosiva parabola calare fino all'acquisizione da parte di Fitbit (Google). Il fondatore, Eric Migicovsky, ha quindi condiviso un post in cui ha analizzato i motivi che hanno portato a questo fallimento

Secondo il visionario manager, il Pebble Time si rivolgeva a un mercato ben più ampio della nicchia di "geek" che aveva supportato il progetto all'inizio, concentransosi su efficienza e produttività grazie ad un sistema operativo che consentiva di interagire in modo breve e rapido. 

Migicovsky pensava che non avesse senso sviluppare funzioni dedicate al fitness o alla salute, in quanto Pebble aveva una sua identità e hanno scelto di non andare incontro a quello che voleva la gente. A quel punto Fitbit e Apple Watch hanno dilagato e quando sono arrivati il Pebble 2 e il Pebble Core era troppo tardi.

Inoltre il manager riflette sul fatto che rilasciare un dispositivo con cadenza annuale fosse un modello di business sbagliato, in quanto avrebbero potuto pensare ad un abbonamento o creare linee di prodotti duraturi che avrebbero potuto essere venduti anno dopo anno. Il post è decisamente interessante e fa rimpiangere un prodotto che poteva diventare veramente una terza via ma non è riuscito a prendere il volo.

Via: 9to5Google